«I primi giorni sono stati molto difficili. Arrivare dai container della Tav, dove potevano entrare e uscire 24 ore su 24, in un posto con delle regole e degli orari non è stato un passaggio semplice e abbiamo avuto anche qualche momento piuttosto critico. Ma ora le cose si sono assestate e tutti hanno capito come funziona». Manuele La Porta della cooperativa “ Bucaneve” che gestisce il dormitorio per conto del Comune, ha spiegato la situazione durante la commissione consiliare che si è svolta “in loca”, a Villa Segù di Olengo, che dal 22 gennaio ospita il dormitorio dopo il trasloco dall’ex campo Tav.
Nonostante le perplessità iniziali fossero tante anche da parte dei consiglieri, alla fine tutti i presenti hanno ammesso che quella trovata a Villa Segù è una soluzione «più che dignitosa», come ha detto Gaetano Picozzi (Lega). «Sono sincero – ha ammesso Rossano Pirovano (Pd) – quel che ho visto è meglio di quanto mi aspettassi».
I lavori, però, non sono ancora terminati. Mancano ancora, come ha ricordato l’assessore alle Politiche sociali Teresa Armienti, alcuni interventi. Come la realizzazione (ex novo) dei bagni pubblici e della lavanderia (che sarà attrezzata anche di una lavatrice e asciugatrice utilizzabile dagli ospiti per la propria biancheria), e – non appena il cantiere sarà concluso – la sistemazione nell’area verde di alcune cucce dove potranno trovare ricovero i cani dei senzatetto.
All’interno della Villa, su due piani, sono state ricavate 15 stanze, da due o tre letti (due delle quali riservate alle donne), insieme ai servizi igienici. In quello che era lo spazio dei laboratori, ora si trovano i locali per l’emergenza freddo, attrezzati solo con letti e seggiole e, ovviamente, bagni e docce. «A breve saranno pronti anche una sala comune, con televisore e divani, e uno spazio attrezzato all’aperto. Sono convinta – ha detto Armienti – che sia stato fatto un buon lavoro e ora, dopo le difficoltà iniziali, tutto sta funzionando bene e anche gli spostamenti in autobus, che potevano rappresentare un ostacolo, sono ormai una routine. Quanto ai timori dei residenti di Olengo, sembrano essersi smorzati: ho parlato più volte con alcuni di loro ma non mi è stato segnalato alcun problema. Anche il vicino Circolo li accoglie volentieri e rappresenta un’occasione di socializzazione».
A oggi gli ospiti del dormitorio sono 45, 14 dei quali per l’emergenza freddo. «Gli utenti del dormitorio – ha detto la dirigente del Settore politiche sociali, Patrizia Spina – a parte qualcuno che non ha accettato di venire a Olengo, sono sempre gli stessi, persone che conosciamo da tempo. Si tratta per lo più di uomini, il 70% dei quali stranieri, con un’età media abbastanza alta, oltre i 60 anni. Qualcuno di loro, 6 o 7, lavora ma ancora non ha la possibilità di stipulare un contratto d’affitto. Abbiamo due educatori che lavorano con loro cercando di studiare per ciascuno progetti di accompagnamento. Alcuni hanno anche delle patologie e, in qualche caso, hanno accettato il ricovero in Rsa».
Proprio su questo aspetto si sono concentrati diversi degli interventi dei commissari, in particolare di Piergiacomo Baroni (Insieme per Novara) e Pirovano: «E’ giusto che ora la struttura abbia degli orari e delle regole da rispettare (l’ingresso può avvenire tra le 19 e le 22 e l’uscita tassativamente entro le 9, ndr), ma pensiamo proprio a quelle persone che magari hanno problemi fisici e fanno fatica a trascorrere la giornata in giro per la città. Perché non pensare anche a ricavare degli spazi per un piccolo “centro diurno”?».
Ipotesi che l’assessore Armienti non ha scartato: «Non abbiamo nessuna preclusione. L’importante è che, a differenza di quanto avveniva all’ex Tav, ci siano delle regole. Con i tempi necessari e individuando le risorse, potremo senz’altro pensare a qualcosa di più».