Sanità in disarmo, trasporti fermi, sempre meno risorse per i servizi, promesse mancate. È la tesi dei consiglieri regionali del Partito Democratico che hanno analizzato il bilancio di previsione 2023/2025, definendolo «pre elettorale e non sostenibile» e ieri, mercoledì 5 aprile, hanno presentato le loro controproposte.
«Nonostante gli annunci della giunta Cirio, il personale sanitario è in deficit di 1000 unità tra pensionamenti e dimissioni – ha affermato consigliere e vice presidente della commissione Sanità, Domenico Rossi -. Questi numeri fanno parte di un disegno di privatizzazione che discrimina i cittadini che possono pagare da quelli costretti a rinunciare alle cure».
Dai dati forniti, risulta che l’Asl Novara ha un saldo di -111 dipendenti in linea con le altre piemontesi, mentre l’ospedale Maggiore in controtendenza chiude in positivo con +138. «Se Novara assume, perché non possono farlo anche le altre città – ha continuato Rossi -. La sensazione è che non esista una strategia e che ogni direttore sia lasciato alla libera scelta». Poi il tema gettonisti: «È difficile risalire a tutti i dati perché ogni azienda pubblica bandi diversi – ha proseguito il consigliere -. All’ospedale di Novara la spesa è cresciuta nel corso degli anni, esclusivamente per il pronto soccorso: da 208 mila euro del 2019 a 864 mila del 2022 mentre alla Asl sono stati investiti nel 2022 e nei primi mesi del 2023 oltre 770 mila per servizi affidati ai gettonisti. Queste figure vanno bene per tamponare, ma non possono essere usate in modo strutturale. Perchè le stesse risorse non vengono utilizzare per assumere personale?».
Rossi ha poi concluso con una considerazione politica: «L’altra velocità che prometteva Cirio consiste nello stare fermi e questo succede perché questa giunta ha un problema: non c’è una presidenza politicamente forte che viene costantemente stritolata tra le dinamiche di Lega e Fratelli d’Italia. È una lotta alla sopravvivenza dove ognuno fa il suo».
«Per il terzo anno consecutivo la Regione perde dipendenti e questo rischia di dare il via a un piano di rientro oltre che a creare danni ai servizi – ha affermato il consigliere Daniele Valle -. In tema trasporti, i fondi per gli enti locali sono diminuiti da 34 a 24 milioni con conseguenze significative. Siamo di fronte a un bilancio non sostenibile con una sovrastima delle entrate. Se queste risorse messe a bilancio fossero state usate in modo efficace, 60 milioni di euro avrebbero fatto la differenza in qualche settore. Lombardia ed Emilia Romagna, ad esempio, sono intervenute per azzerare le rette degli asili nido delle fasce più deboli. Qui, invece, le risorse sono state polverizzate in piccoli interventi senza una visione di insieme. Non c’è un disegno di Piemonte complessivo: la giunta ha messo i territori uno contro l’altro in una regione in cui è difficile trovare una unitarietà».
Sulle proposte alternative ha parlato il consigliere Raffaele Gallo: «Uso corretto dei fondi europei, non vogliamo che si continua a prendere fondi da Finpiemonte; una politica industriale vera con fondi regionali per le imprese e un contributo che abbatta gli interessi che le aziende pagano alle banche; una politica welfare costruita con aumento di risorse e contributi una tantum. La nostra visione di Piemonte è molta diversa».