Il presidente della Provincia Binatti querela il CdA di Novara Sviluppo

Sotto accusa il comunicato stampa diffuso dalla Fondazione a fine novembre. Il diretto interessato non vuole rilasciare dichiarazioni, la consigliera Paladini: «Con una querela non si va da nessuna da parte»

Il presidente della Provincia di Novara, Federico Binatti querela il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Novara Sviluppo, portando sul piano legale il conflitto in corso tra l’ente di Palazzo Natta e il parco tecnologico. Sotto accusa il comunicato stampa diffuso da CdA lo scorso 28 novembre in cui i consiglieri – tutti tranne il presidente Edoardo Miccichè insediatosi dopo – dichiarano che Binatti «si è posto come obiettivo una modifica dello statuto da raggiungere in ogni modo rasentando il reato di estorsione nei confronti degli amministratori in carica». 

La controversia ruota, infatti, attorno alla nomina del nuovo presidente della Fondazione e al «vincolo di mandato» che Binatti avrebbe imposto nel decreto di nomina.

La situazione si è, dunque, ulteriormente inasprita dopo la recente seduta della commissione provinciale (in foto), durante la quale Binatti aveva ribadito con fermezza la sua posizione: «Il decreto di nomina di Miccichè non verrà modificato. La Fondazione è libera di agire come riterrà opportuno, anche intraprendendo vie legali» supportato anche dal segretario generale della Provincia, Sandro Rizzoni.

Tuttavia, la linea dura di Binatti si era contrapposta alla posizione più conciliatoria espressa da una parte della maggioranza dei consiglieri provinciali, che avevano proposto un’ulteriore seduta di commissione per cercare di trovare un punto di incontro. Dal canto suo, il CdA della Fondazione aveva già annunciato che se la Provincia non avesse rimosso il «vincolo di mandato espresso nel decreto», avrebbe inoltrato il documento all’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) e alla Corte dei Conti per le opportune verifiche.

Uno dei punti cruciali emersi durante il confronto riguarda il futuro stesso della Fondazione Novara Sviluppo. Roberto Franzo, membro del CdA, ha sottolineato come la questione non si limiti a una semplice modifica regolamentare. «Abbiamo chiesto alla Provincia quale sia la sua visione politica per il futuro della fondazione. L’usufrutto scadrà nel 2030 e la Provincia ha già dichiarato che non potrà essere rinnovato a titolo gratuito. Pretendere che la fondazione paghi contrasterebbe con le norme del Codice Civile e, di fatto, tra cinque anni la fondazione si estinguerebbe», ha dichiarato Franzo. Ha poi aggiunto: «Questa è una scelta politica che deve assumersi la Provincia, non il CdA».

Riguardo alla denuncia, il diretto interessato non vuole rilasciare dichiarazioni; la questione è stata resa nota dalla consigliera Sara Paladini durante il consiglio comunale di ieri, 18 dicembre. «Con una querela non si va da nessuna da parte, trovare un punto di incontro ora diventa ancora più complicato – ha poi detto Paladini che è anche consigliera provinciale -. Una decisione presa senza informare la minoranza nè il presidente Miccichè. Una vicenda politica gestita molto male».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Il presidente della Provincia Binatti querela il CdA di Novara Sviluppo

Sotto accusa il comunicato stampa diffuso dalla Fondazione a fine novembre. Il diretto interessato non vuole rilasciare dichiarazioni, la consigliera Paladini: «Con una querela non si va da nessuna da parte»

Il presidente della Provincia di Novara, Federico Binatti querela il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Novara Sviluppo, portando sul piano legale il conflitto in corso tra l’ente di Palazzo Natta e il parco tecnologico. Sotto accusa il comunicato stampa diffuso da CdA lo scorso 28 novembre in cui i consiglieri – tutti tranne il presidente Edoardo Miccichè insediatosi dopo – dichiarano che Binatti «si è posto come obiettivo una modifica dello statuto da raggiungere in ogni modo rasentando il reato di estorsione nei confronti degli amministratori in carica». 

La controversia ruota, infatti, attorno alla nomina del nuovo presidente della Fondazione e al «vincolo di mandato» che Binatti avrebbe imposto nel decreto di nomina.

La situazione si è, dunque, ulteriormente inasprita dopo la recente seduta della commissione provinciale (in foto), durante la quale Binatti aveva ribadito con fermezza la sua posizione: «Il decreto di nomina di Miccichè non verrà modificato. La Fondazione è libera di agire come riterrà opportuno, anche intraprendendo vie legali» supportato anche dal segretario generale della Provincia, Sandro Rizzoni.

Tuttavia, la linea dura di Binatti si era contrapposta alla posizione più conciliatoria espressa da una parte della maggioranza dei consiglieri provinciali, che avevano proposto un’ulteriore seduta di commissione per cercare di trovare un punto di incontro. Dal canto suo, il CdA della Fondazione aveva già annunciato che se la Provincia non avesse rimosso il «vincolo di mandato espresso nel decreto», avrebbe inoltrato il documento all’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) e alla Corte dei Conti per le opportune verifiche.

Uno dei punti cruciali emersi durante il confronto riguarda il futuro stesso della Fondazione Novara Sviluppo. Roberto Franzo, membro del CdA, ha sottolineato come la questione non si limiti a una semplice modifica regolamentare. «Abbiamo chiesto alla Provincia quale sia la sua visione politica per il futuro della fondazione. L’usufrutto scadrà nel 2030 e la Provincia ha già dichiarato che non potrà essere rinnovato a titolo gratuito. Pretendere che la fondazione paghi contrasterebbe con le norme del Codice Civile e, di fatto, tra cinque anni la fondazione si estinguerebbe», ha dichiarato Franzo. Ha poi aggiunto: «Questa è una scelta politica che deve assumersi la Provincia, non il CdA».

Riguardo alla denuncia, il diretto interessato non vuole rilasciare dichiarazioni; la questione è stata resa nota dalla consigliera Sara Paladini durante il consiglio comunale di ieri, 18 dicembre. «Con una querela non si va da nessuna da parte, trovare un punto di incontro ora diventa ancora più complicato – ha poi detto Paladini che è anche consigliera provinciale -. Una decisione presa senza informare la minoranza nè il presidente Miccichè. Una vicenda politica gestita molto male».

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