«Il primo passo? Risolvere il problema dei passaggi a livello». Ma per Rfi non esistono criticità

Negli stessi giorni in cui il governatore del Piemonte Alberto Cirio cominciava da Novara il suo tour tra le province piemontesi per raccogliere le esigenze dei territori sull’utulizzo delle risorse del Recovery Plan e della programmazione Ue, Novara Green, Fiab, Pro Natura e Legambiente Circolo il Pioppo dichiaravano la loro contrarietà all’utilizzo dei fondi per la nuova Novara – Vercelli (leggi qui).

Oggi le stesse associazioni tornano con una lettera aperta inviata ai partiti politici e parlamentari del territorio, istituzioni regionali, povinciali e comunali, associazioni ed enti allo scopo di avviare un dibattito sull’utilizzo dei fondi del Recovery Plan «per capire quali siano le reali opere infrastrutturali che permetteranno al territorio di svilupparsi nei prossimi 10 anni – dicono i presidenti delle quattro associazioni Fabrizio Cerri, Giulio Rigotti, Anna Dénes e Roberto Gazzola -.  È il momento di avere coraggio e visione per non pensare più al Piemonte Orientale come l’interregno tra Torino e Milano ma dare un’identità produttiva, economica, turistica e culturale a questa terra piena di grandi eccellenze. Vogliamo smuovere tutti i decisori ultimi, affinché siano promossi in tempi brevissimi progetti infrastrutturali lungimiranti».

Tra i temi principali la costruzione della fermata dell’alta velocità sul territorio di Novara e il collegamento ferroviario con Malpensa (leggi qui). Ma anche l’annoso e gravoso problema dei passaggi a livello (che era stato affrontato un mese fa proprio da La Voce di Novara) e delle infrastrutture per lo sviluppo sostenibile del trasporto ferroviario delle merci e delle persone con la conseguente riqualificazione delle aree urbane interessate.

«La scarsa funzionalità del sistema ferroviario per le merci che sovrappone nella stazione di Novara i binari della linea Torino-Milano a quelli di Novara-Mortara-Alessandria (Genova) da e per lo scalo del Boschetto, procura gravi interferenze tra le linee, al punto che Rfi nei primi anni 2000 aveva presentato una prima soluzione “a salto di montone” all’altezza della Bicocca, bocciata dalla Regione per l’impatto ambientale, poi un’idea di passaggio della linea Mortara-Boschetto con galleria sotterranea in stazione, anch’essa accantonata senza altre soluzioni alternative – dichiarano i presidenti Fabrizio Cerri, Giulio Rigotti, Anna Dénes e Roberto Gazzola -. Questa è l’occasione per spostare le risorse dalle “strade alle ferrovie” sul modello europeo, con la rilocalizzazione delle linee interferenti verificando un possibile progetto di “cintura ferroviaria”».

«Le penalizzazioni che gravano sui residenti per il frazionamento e la separazione indotta in città dalle barriere ferroviarie e dai passaggi a livello sono notevoli in via Marconi, in via Pernati-Biroli e in via Beltrami – proseguono -. Riteniamo doveroso realizzare la variante ferroviaria nord denominata “baffetto” che permetterebbe ai treni merci di non attraversare la città. Ma non solo: quest’opera deve essere anche l’occasione per deviare la linea passeggeri Novara-Vignale-Arona-Domodossola attraverso il Boschetto prevedendone il capolinea alla stazione ex Ferrovie Nord dando anche impulso a una riqualificazione di quest’ultima che versa in uno stato di totale abbandono».

Secondo Rfi, però, il problema dei passaggi a livello non esiste e tutto viene calcolato in nome della sicurezza: «Da una verifica effettuata non abbiamo evidenza che ci sia stata una sostanziale variazione di volumi di traffico ferroviario rispetto a quanto avveniva in tempi pre Covid, così come nessun episodio ricorrente di guasti o particolari anormalità che possono aver interessato la regolarità del loro funzionamento. In caso di più treni in sequenza, di certo può capitare che le sbarre restino abbassate per un tempo prolungato, a favore della sicurezza. Sicuramente si tratta di episodi singoli e non del normale esercizio».

E conclude: «Per quanto riguarda l’eliminazione dei passaggi a livello e la realizzazione di opere sostitutive, per le quali Rfi ha già sviluppato soluzioni progettuali, sono in corso interlocuzioni con l’amministrazione comunale di Novara».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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  1. Speriamo che il nostro caro Presidente Ciro prenda in considerazionei un piccolo grande problema che vede il passaggio a livello sulla tratta novara-varallo al km. 7+785 che ancora dopo anni di richieste è lasciato senza automazione, una vergogna per un mondo tecnologico che ha raggiunto livelli molto alti, e che invece in questa realtà ha un sapore medioevale.

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«Il primo passo? Risolvere il problema dei passaggi a livello». Ma per Rfi non esistono criticità

Negli stessi giorni in cui il governatore del Piemonte Alberto Cirio cominciava da Novara il suo tour tra le province piemontesi per raccogliere le esigenze dei territori sull’utulizzo delle risorse del Recovery Plan e della programmazione Ue, Novara Green, Fiab, Pro Natura e Legambiente Circolo il Pioppo dichiaravano la loro contrarietà all’utilizzo dei fondi per la nuova Novara – Vercelli (leggi qui).

Oggi le stesse associazioni tornano con una lettera aperta inviata ai partiti politici e parlamentari del territorio, istituzioni regionali, povinciali e comunali, associazioni ed enti allo scopo di avviare un dibattito sull’utilizzo dei fondi del Recovery Plan «per capire quali siano le reali opere infrastrutturali che permetteranno al territorio di svilupparsi nei prossimi 10 anni – dicono i presidenti delle quattro associazioni Fabrizio Cerri, Giulio Rigotti, Anna Dénes e Roberto Gazzola -.  È il momento di avere coraggio e visione per non pensare più al Piemonte Orientale come l’interregno tra Torino e Milano ma dare un’identità produttiva, economica, turistica e culturale a questa terra piena di grandi eccellenze. Vogliamo smuovere tutti i decisori ultimi, affinché siano promossi in tempi brevissimi progetti infrastrutturali lungimiranti».

Tra i temi principali la costruzione della fermata dell’alta velocità sul territorio di Novara e il collegamento ferroviario con Malpensa (leggi qui). Ma anche l’annoso e gravoso problema dei passaggi a livello (che era stato affrontato un mese fa proprio da La Voce di Novara) e delle infrastrutture per lo sviluppo sostenibile del trasporto ferroviario delle merci e delle persone con la conseguente riqualificazione delle aree urbane interessate.

«La scarsa funzionalità del sistema ferroviario per le merci che sovrappone nella stazione di Novara i binari della linea Torino-Milano a quelli di Novara-Mortara-Alessandria (Genova) da e per lo scalo del Boschetto, procura gravi interferenze tra le linee, al punto che Rfi nei primi anni 2000 aveva presentato una prima soluzione “a salto di montone” all’altezza della Bicocca, bocciata dalla Regione per l’impatto ambientale, poi un’idea di passaggio della linea Mortara-Boschetto con galleria sotterranea in stazione, anch’essa accantonata senza altre soluzioni alternative – dichiarano i presidenti Fabrizio Cerri, Giulio Rigotti, Anna Dénes e Roberto Gazzola -. Questa è l’occasione per spostare le risorse dalle “strade alle ferrovie” sul modello europeo, con la rilocalizzazione delle linee interferenti verificando un possibile progetto di “cintura ferroviaria”».

«Le penalizzazioni che gravano sui residenti per il frazionamento e la separazione indotta in città dalle barriere ferroviarie e dai passaggi a livello sono notevoli in via Marconi, in via Pernati-Biroli e in via Beltrami – proseguono -. Riteniamo doveroso realizzare la variante ferroviaria nord denominata “baffetto” che permetterebbe ai treni merci di non attraversare la città. Ma non solo: quest’opera deve essere anche l’occasione per deviare la linea passeggeri Novara-Vignale-Arona-Domodossola attraverso il Boschetto prevedendone il capolinea alla stazione ex Ferrovie Nord dando anche impulso a una riqualificazione di quest’ultima che versa in uno stato di totale abbandono».

Secondo Rfi, però, il problema dei passaggi a livello non esiste e tutto viene calcolato in nome della sicurezza: «Da una verifica effettuata non abbiamo evidenza che ci sia stata una sostanziale variazione di volumi di traffico ferroviario rispetto a quanto avveniva in tempi pre Covid, così come nessun episodio ricorrente di guasti o particolari anormalità che possono aver interessato la regolarità del loro funzionamento. In caso di più treni in sequenza, di certo può capitare che le sbarre restino abbassate per un tempo prolungato, a favore della sicurezza. Sicuramente si tratta di episodi singoli e non del normale esercizio».

E conclude: «Per quanto riguarda l’eliminazione dei passaggi a livello e la realizzazione di opere sostitutive, per le quali Rfi ha già sviluppato soluzioni progettuali, sono in corso interlocuzioni con l’amministrazione comunale di Novara».

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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore