Il pronto soccorso chiude per alcune ore, troppi accessi per Covid

Il pronto soccorso chiude per alcune ore, troppi accessi per Covid. È successo nella giornata di ieri quando il pronto soccorso dell’ospedale di Novara, a causa di un eccessivo afflusso di pazienti, ha dovuto chiedere al 118 di non portare altri pazienti Covid perché la struttura non era in grado di farsene carico. In seguito all’intervento dell’unità di crisi che ha smistato le ambulanze, il pronto soccorso è stato poi riaperto.

Un evento che inquadra una situazione drammatica innanzitutto dal punto di vista sanitario.  Secondo i dati Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali), infatti, il Piemonte ha già raggiunto il 97% dei posti letto occupati nell’area “non critica” a fronte di una soglia di guardia indicata al 40%. La soglia d’allerta sulle terapie intensive, invece, è del 30% di occupazione dei posti letto; in Piemonte siamo già oltre il 40% (249, con ildato più alto d’Italia, secondo solo alla Lombardia). Prima della pandemia i letti di rianimazione erano 327 e, stando alle indicazioni del Decreto Rilancio se ne sarebbero dovuti aggiungere ulteriori 29, invece l’incremento è stato di appena 40 tanto che gli ospedali hanno dovuto ricavare posti letto a scapito dei pazienti non Covid.

 

 

«Il nostro quadrante è in difficoltà. Fino a ieri l’ospedale di Borgosesia non lavorava ancora alla sua massima capacità e mancano luoghi idonei ad ospitare i pazienti in uscita dalle terapie intensive: se manca il flusso in uscita di coloro che stanno meglio diventa sempre più difficile avere spazio per chi deve entrare – commenta il consigliere regionale del Pd Domenico Rossi -. Il carico per il sistema ospedaliero, in questo momento, è questo ed è destinato a crescere nei prossimi giorni. Le diverse aziende sanitarie e tutto il personale stanno lavorando senza sosta per fare in modo che nessuno resti senza assistenza, ma sarà sempre più difficile perché i numeri salgono e il personale, quando non si ammala, non aumenta certo in proporzione. Si stanno allestendo posti letto ovunque e questo significa prima di tutto ridimensionamento o chiusura di interi reparti che saranno in grado di ospitare malati Covid, ma non quelli per cui normalmente sono predisposti».

Per lunedì 9 novembre è convocata la commissione sanità dove sarà esposta l’informativa del Dirmei: « Sarà l’occasione  – prosegue Rossi – per fare il punto sulla situazione e sulle soluzioni che si stanno mettendo in campo. Credo sia arrivato il momento di chiedere uno sforzo maggiore anche ai privati. Se necessario bisognerà requisire e obbligare a mettere a disposizione dei posti letto. Intanto limitiamo le polemiche, non cavalchiamo il malcontento di alcune categorie. Facciamo in modo che i supporti necessari arrivino al più presto. E chi può stia a casa, riducendo i contatti con le persone non conviventi il più possibile».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Il pronto soccorso chiude per alcune ore, troppi accessi per Covid

Il pronto soccorso chiude per alcune ore, troppi accessi per Covid. È successo nella giornata di ieri quando il pronto soccorso dell’ospedale di Novara, a causa di un eccessivo afflusso di pazienti, ha dovuto chiedere al 118 di non portare altri pazienti Covid perché la struttura non era in grado di farsene carico. In seguito all’intervento dell’unità di crisi che ha smistato le ambulanze, il pronto soccorso è stato poi riaperto.

Un evento che inquadra una situazione drammatica innanzitutto dal punto di vista sanitario.  Secondo i dati Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali), infatti, il Piemonte ha già raggiunto il 97% dei posti letto occupati nell’area “non critica” a fronte di una soglia di guardia indicata al 40%. La soglia d’allerta sulle terapie intensive, invece, è del 30% di occupazione dei posti letto; in Piemonte siamo già oltre il 40% (249, con ildato più alto d’Italia, secondo solo alla Lombardia). Prima della pandemia i letti di rianimazione erano 327 e, stando alle indicazioni del Decreto Rilancio se ne sarebbero dovuti aggiungere ulteriori 29, invece l’incremento è stato di appena 40 tanto che gli ospedali hanno dovuto ricavare posti letto a scapito dei pazienti non Covid.

 

 

«Il nostro quadrante è in difficoltà. Fino a ieri l’ospedale di Borgosesia non lavorava ancora alla sua massima capacità e mancano luoghi idonei ad ospitare i pazienti in uscita dalle terapie intensive: se manca il flusso in uscita di coloro che stanno meglio diventa sempre più difficile avere spazio per chi deve entrare – commenta il consigliere regionale del Pd Domenico Rossi -. Il carico per il sistema ospedaliero, in questo momento, è questo ed è destinato a crescere nei prossimi giorni. Le diverse aziende sanitarie e tutto il personale stanno lavorando senza sosta per fare in modo che nessuno resti senza assistenza, ma sarà sempre più difficile perché i numeri salgono e il personale, quando non si ammala, non aumenta certo in proporzione. Si stanno allestendo posti letto ovunque e questo significa prima di tutto ridimensionamento o chiusura di interi reparti che saranno in grado di ospitare malati Covid, ma non quelli per cui normalmente sono predisposti».

Per lunedì 9 novembre è convocata la commissione sanità dove sarà esposta l’informativa del Dirmei: « Sarà l’occasione  – prosegue Rossi – per fare il punto sulla situazione e sulle soluzioni che si stanno mettendo in campo. Credo sia arrivato il momento di chiedere uno sforzo maggiore anche ai privati. Se necessario bisognerà requisire e obbligare a mettere a disposizione dei posti letto. Intanto limitiamo le polemiche, non cavalchiamo il malcontento di alcune categorie. Facciamo in modo che i supporti necessari arrivino al più presto. E chi può stia a casa, riducendo i contatti con le persone non conviventi il più possibile».

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