Il riutilizzo dell’area dell’ospedale passa per le interviste a enti e associazioni. A settembre dello scorso anno il comune di Novara ha affidato alla Fondazione “Riusiamo l’Italia” la prima fase del percorso partecipativo che porterà al riutilizzo dell’area dell’ospedale Maggiore in vista della costruzione della nuova Città della salute e della scienza.
«C’è un duplice interesse pubblico – ha detto il sindaco Alessandro Canelli durante la commissione consiliare – da un parte l’area deve essere funzionale allo sviluppo urbanistico, dall’altra deve essere valorizzata in modo tale che sia appetibile in caso di alienazione così da sostenere il piano economico del nuovo ospedale. Abbiamo dato mandato alla Fondazione perché ha competenze specifiche in tema di rigenerazione urbana: è necessario lavorare su un nucleo ristretto di portatori di interesse per capire quali siano le idee così che, in un secondo momento, il consiglio comunale possa prendere una decisione sulla base di dati solidi. Ancora non si può parlare di progetto urbanistico, ma di un percorso di ascolto propedeutico alla scelte che dovranno essere prese dal Comune».
Durante la seduta il professor Giovanni Campagnoli e l’architetto Roberto Tognetti, presidente e direttore della Fondazione “Riusiamo l’Italia”, hanno spiegato che quattro delle interviste finora in programma sono già state effettuate a Cgil, direzione dell’ospedale Maggiore, Ordine degli ingegneri e Uil; entro entro luglio saranno effettuate le altre a Camera di Commercio, Cisl, Collegio dei geometri, Cst Centro Servizi per il Territorio, Fondazione Comunità Novarese, Ordine degli architetti PPC e Università del Piemonte Orientale. Per l’autunno è in programma la seconda fase del progetto con due focus group di sessioni allargate.
Il capogruppo di Forza Italia, Michele Ragno, ha proposto di realizzare una Casa di comunità per l’assistenza sanitaria mentre il consigliere comunale di Insieme per Novara, Pier Giacomo Baroni, di «dare voce a chi è più fragile ascoltando i cittadini. Un’idea potrebbe essere utilizzare una parte per riportare il dormitorio nel centro della città e creare uno spazio di accoglienza per persone senza fissa dimora».
La consigliera del Pd, Sara Paladini, ha invece chiesto di ascoltare il Comune: «L’amministrazione non ha mai un’idea e subisce sempre quelle degli altri».