Giovedì 23 e venerdì 24 settembre 2021 si terrà, a Novara (Campus Universitario Perrone), il convegno Covid Days, concepito per tracciare un bilancio di quanto fatto nei mesi più duri della pandemia, a livello diagnostico, di assistenza e di ricerca, dai medici radiologi impegnati in prima linea. L’evento è coordinato dai professori Alessandro Carriero e Marco Krengli dell’Università del Piemonte Orientale e dal professor Paolo Fonio dell’Università di Torino e prevede, per la giornata del 24 settembre (ore12:00), la partecipazione in streaming della ministra dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa.
Covid Days è organizzato dall’Istituto di Radiologia dell’Università del Piemonte Orientale, attivo presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Maggiore della Carità” di Novara, e dalla Scuola di Specializzazione in Radiodiagnostica, diretti dal professor Alessandro Carriero. Vi prenderanno parte radiologi da tutta Italia che descriveranno l’evoluzione del contrasto alla pandemia e i risultati della ricerca attraverso la presentazione di numerosi studi scientifici pubblicati nei mesi scorsi.
I principali argomenti trattati saranno l’impatto iniziale della pandemia, il ruolo della radiografia e dell’ecografia toracica nella interstiziopatia, il ruolo della TC toracica, le capacità di prognosi dell’imaging, TC-PET, le complicanze relative a Covid-19 per ciò che riguarda il ruolo dell’imaging, la radioterapia e la sua evoluzione nell’era Covid, la didattica e la ricerca nel Day after Covid e il ruolo giocato dall’intelligenza artificiale nella lotta alla pandemia.
La ministra Maria Cristina Messa interverrà nella sessione del 24 settembre dedicata alla didattica e alla ricerca nel day after Covid. Il suo contributo sarà preceduto dall’introduzione del rettore dell’Università del Piemonte Orientale Gian Carlo Avanzi.
«Covid Days – spiegano gli organizzatori – è un evento culturale che vuole ascoltare e riflettere sull’apporto, in termini di ricerca, che tante Scuole del mondo radiologico italiano hanno prodotto in questo ultimo anno e soprattutto ascoltare i risultati delle ricerche che hanno consentito ai ricercatori Italiani di pubblicare contributi scientifici “di pregio”».
«Abbiamo visto tanti dei nostri Colleghi e Collaboratori cadere nelle varie fasi della pandemia. La nostra incredulità, di fronte a un nemico sconosciuto, ci ha imposto un percorso articolato nella necessità di disegnare iter diagnostici appropriati, di capire i vari quadri clinici – diagnostici, di cercare soluzioni per la quantificazione del danno, di identificare nuovi approcci mirati alla correlazione tra diagnosi e prognosi.»