Il sindaco Canelli: «No alla chiusura del centro, vediamo cosa succede»

Il sindaco Canelli: «No alla chiusura del centro, vediamo cosa succede». Nella prima bozza del nuovo Dpcm entrato in vigore ieri, lunedì 19 ottobre, il premier Conte citava esplicitamente i sindaci, indicandoli come coloro che avrebbero decidere se chiudere determinate zone delle città dopo le 21. Nella versione definitiva il riferimento esplicito ai primi cittadini è saltato: «Delle strade o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento – si legge nel testo approvato – può essere disposta la chiusura al pubblico, dopo le ore 21.00, fatta salva la possibilità di accesso, e deflusso, agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private».

 

 

Una nuova formula che però non ha frenato le proteste dell’Anci, primo fra tutti da parte di Alessandro Canelli che oltre a essere sindaco di Novara è anche presidente della Fondazione Ifel di Anci: «Da mesi noi sindaci siamo in prima linea nel contrastare l’emergenza del Covid 19 – dichiara – non ci tireremo certamente indietro nemmeno di fronte alle nuove responsabilità che il governo ha deciso di scaricare sulle nostre spalle, anche se in questo momento non si comprende bene a chi il dpcm dia la responsabilità di chiudere vie e piazze. Al di là della confusione che regna in questo momento, il tema centrale è che tutto questo deve essere accompagnato da adeguate risorse per gli enti locali e da misure di ristoro economico per le attività a cui si impongono chiusure. È inutile annunciare che non ci sarà nessun lockdown o chiusura e un attimo dopo scaricarlo sui sindaci per non doversi giustificare con l’opinione pubblica. Da questo punto di vista, da parte del governo ci saremmo aspettati, da subito, un quadro dettagliato di risorse, snellimento delle procedure burocratiche, misure e interventi per aiutare categorie e attività su cui, anche questo dpcm, impatterà in maniera fortemente negativa».

Parlando in modo più specifico della città, Canelli afferma: «Ci sono assembramenti laddove ci sono locali aperti: dal momento che dopo le 18 non si può più sostare davanti ai locali con l’aperitivo in mano, mi aspetto anche che non ci siano affollameti di persone. È risaputo che le zone più critiche siano i portci di piazza Martiri, l’Allea e l’inizio di via XX Settembre: faremo controlli per vedere cosa succede: se la gente si comportaìerà, la situazione resterà tale; se ci saranno problemi intereverremo con le forze dell’ordine e valuteremo eventuali chiusure di aree».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Il sindaco Canelli: «No alla chiusura del centro, vediamo cosa succede». Nella prima bozza del nuovo Dpcm entrato in vigore ieri, lunedì 19 ottobre, il premier Conte citava esplicitamente i sindaci, indicandoli come coloro che avrebbero decidere se chiudere determinate zone delle città dopo le 21. Nella versione definitiva il riferimento esplicito ai primi cittadini è saltato: «Delle strade o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento - si legge nel testo approvato - può essere disposta la chiusura al pubblico, dopo le ore 21.00, fatta salva la possibilità di accesso, e deflusso, agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private».     Una nuova formula che però non ha frenato le proteste dell'Anci, primo fra tutti da parte di Alessandro Canelli che oltre a essere sindaco di Novara è anche presidente della Fondazione Ifel di Anci: «Da mesi noi sindaci siamo in prima linea nel contrastare l'emergenza del Covid 19 - dichiara - non ci tireremo certamente indietro nemmeno di fronte alle nuove responsabilità che il governo ha deciso di scaricare sulle nostre spalle, anche se in questo momento non si comprende bene a chi il dpcm dia la responsabilità di chiudere vie e piazze. Al di là della confusione che regna in questo momento, il tema centrale è che tutto questo deve essere accompagnato da adeguate risorse per gli enti locali e da misure di ristoro economico per le attività a cui si impongono chiusure. È inutile annunciare che non ci sarà nessun lockdown o chiusura e un attimo dopo scaricarlo sui sindaci per non doversi giustificare con l’opinione pubblica. Da questo punto di vista, da parte del governo ci saremmo aspettati, da subito, un quadro dettagliato di risorse, snellimento delle procedure burocratiche, misure e interventi per aiutare categorie e attività su cui, anche questo dpcm, impatterà in maniera fortemente negativa». Parlando in modo più specifico della città, Canelli afferma: «Ci sono assembramenti laddove ci sono locali aperti: dal momento che dopo le 18 non si può più sostare davanti ai locali con l'aperitivo in mano, mi aspetto anche che non ci siano affollameti di persone. È risaputo che le zone più critiche siano i portci di piazza Martiri, l'Allea e l'inizio di via XX Settembre: faremo controlli per vedere cosa succede: se la gente si comportaìerà, la situazione resterà tale; se ci saranno problemi intereverremo con le forze dell'ordine e valuteremo eventuali chiusure di aree».

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