«Il tampone su mia figlia non è una punizione». Ieri 183 fra Novara e Borgomanero

«Il tampone su mia figlia non è una punizione». La mamma di una bambina di 9 anni sottoposta al test racconbta l’esperienza positiva all’Asl di viale Roma. «Quando ti dicono che tua figlia deve fare il tampone, tu vivi con i tuoi genitori, lei ha solo 9 anni e ha appena ricominciato la scuola, entri in una bolla – racconta Marianna Celsi -. E come tutte le bolle ti aspetti che scoppi da un momento all’altro; invece la mia bolla non è scoppiata grazie a tutte le persone che, oltre alla mia famiglia, sono state coinvolte. La pediatra ha analizzato il caso e ha ritenuto opportuno la segnalazione all’Asl sulla base di evidenze empiriche significative, ma soprattutto è stata in grado di spiegare la sua decisione con argomenti validi, perché a me, lì per lì, sembrava proprio una sfortuna, una punizione. Quando hai la segnalazione in tasca e devi aspettare la chiamata, ti rendi conto che sei entrata in un sistema che ti auguri funzioni perfettamente. In effetti così è stato: dopo 24 ore mi hanno chiamata per darmi appuntamento in giorno dopo: l’operatrice telefonica è stata gentile e chiara nel dare le indicazioni necessarie».

 

 

«Sabato mattina – prosegue Celsi – mi sono presentata in viale Roma; avevo un appuntamento, ma c’era la coda e, quando è stato il mio turno, il primo operatore ha concentrato la sua attenzione su mia figlia. Lei si è fatta avanti nel corridoio, fino a quando siamo state accolte da un secondo operatore che ha immediatamente cercato di distrarre mia figlia raccontandole che la pellicciotta colorata era uguale a quella che aveva nel suo armadio. Siamo entrate e un terzo operatore ha fatto accomodare la bambina per eseguire il tampone: non ha mai smesso di parlarle o di guardarla in viso, attento a ogni suo minimo cenno di disagio. Mia figlia ha dimostrato di essere coraggiosa e tutti gli operatori si sono impegnati almeno quanto lei».

A ieri, martedì 13 ottobre, le classi isolate sul territorio di Novara erano 35. I tamponi eseguiti agli hot spot scolastici 183 in media con i numeri giornalieri: 26 a Borgomanero tutti segnalati dai pedaitri mentre a Novara 157 di cui 83 studenti e 12 insegnanti inviati dalle scuole e 62 segnalati dai pediatri.

«Il sistema funziona perché le persone lo fanno funzionare -continua la mamma -. Sono trascorsi tre giorni dalla segnalazione al risultato del tampone; per i bambini e ragazzi hanno allestito un ambiente comodo e gestito al meglio, ma anche un luogo dove c’è personale competente, preciso ed estremamente in gamba con i piccoli pazienti. Anche se potrebbe sembrare una punizione o una sfortuna, il tampone è l’unico strumento che abbiamo a disposizione al momento. Quindi, anche se ne faresti a meno, è giusto farlo. In particolare voglio ringraziare la dottoressa Marinello dell’Asl di Vespolate e tutti gli operatori della palazzina A4 dell’Asl di Novara».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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0 risposte

  1. Anch’io ho vissuto la stessa esperienza con mio figlio di 9 anni ,personale bravissime e la situazione è ben gestita. Complimenti per loro

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«Il tampone su mia figlia non è una punizione». Ieri 183 fra Novara e Borgomanero

«Il tampone su mia figlia non è una punizione». La mamma di una bambina di 9 anni sottoposta al test racconbta l’esperienza positiva all’Asl di viale Roma. «Quando ti dicono che tua figlia deve fare il tampone, tu vivi con i tuoi genitori, lei ha solo 9 anni e ha appena ricominciato la scuola, entri in una bolla – racconta Marianna Celsi -. E come tutte le bolle ti aspetti che scoppi da un momento all’altro; invece la mia bolla non è scoppiata grazie a tutte le persone che, oltre alla mia famiglia, sono state coinvolte. La pediatra ha analizzato il caso e ha ritenuto opportuno la segnalazione all’Asl sulla base di evidenze empiriche significative, ma soprattutto è stata in grado di spiegare la sua decisione con argomenti validi, perché a me, lì per lì, sembrava proprio una sfortuna, una punizione. Quando hai la segnalazione in tasca e devi aspettare la chiamata, ti rendi conto che sei entrata in un sistema che ti auguri funzioni perfettamente. In effetti così è stato: dopo 24 ore mi hanno chiamata per darmi appuntamento in giorno dopo: l’operatrice telefonica è stata gentile e chiara nel dare le indicazioni necessarie».

 

 

«Sabato mattina – prosegue Celsi – mi sono presentata in viale Roma; avevo un appuntamento, ma c’era la coda e, quando è stato il mio turno, il primo operatore ha concentrato la sua attenzione su mia figlia. Lei si è fatta avanti nel corridoio, fino a quando siamo state accolte da un secondo operatore che ha immediatamente cercato di distrarre mia figlia raccontandole che la pellicciotta colorata era uguale a quella che aveva nel suo armadio. Siamo entrate e un terzo operatore ha fatto accomodare la bambina per eseguire il tampone: non ha mai smesso di parlarle o di guardarla in viso, attento a ogni suo minimo cenno di disagio. Mia figlia ha dimostrato di essere coraggiosa e tutti gli operatori si sono impegnati almeno quanto lei».

A ieri, martedì 13 ottobre, le classi isolate sul territorio di Novara erano 35. I tamponi eseguiti agli hot spot scolastici 183 in media con i numeri giornalieri: 26 a Borgomanero tutti segnalati dai pedaitri mentre a Novara 157 di cui 83 studenti e 12 insegnanti inviati dalle scuole e 62 segnalati dai pediatri.

«Il sistema funziona perché le persone lo fanno funzionare -continua la mamma -. Sono trascorsi tre giorni dalla segnalazione al risultato del tampone; per i bambini e ragazzi hanno allestito un ambiente comodo e gestito al meglio, ma anche un luogo dove c’è personale competente, preciso ed estremamente in gamba con i piccoli pazienti. Anche se potrebbe sembrare una punizione o una sfortuna, il tampone è l’unico strumento che abbiamo a disposizione al momento. Quindi, anche se ne faresti a meno, è giusto farlo. In particolare voglio ringraziare la dottoressa Marinello dell’Asl di Vespolate e tutti gli operatori della palazzina A4 dell’Asl di Novara».

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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore