Il Timone dona un quadro all’ospedale Maggiore: un’opera realizzata dai ragazzi con disabilità cognitiva

L’associazione Il Timone, attiva dal 2015 nell’organizzazione di attività dedicate a bambini e ragazzi con disabilità cognitiva, ha donato un quadro all’ospedale Maggiore di Novara. L’opera, intitolata Dentro il rosso, è frutto del lavoro collettivo dei partecipanti ai laboratori artistici.

Le opere realizzate dai ragazzi vengono esposte ogni due anni in una mostra aperta al pubblico novarese, solitamente allestita nella Sala Accademia del Broletto di Novara. Quest’anno, grazie a un confronto con l’assessore alla Cultura, Luca Piantanida, è nata l’idea di donare alcune di queste creazioni agli enti della città.

Alla cerimonia di consegna erano presenti il direttore generale dell’ospedale, Stefano Scarpette, il presidente de Il Timone, Roberto Drago e il direttore dell’associazione, Ugo Negri oltre a Piantanida.

Nel ringraziare l’associazione per il prezioso dono, Scarpetta ha annunciato che «il quadro verrà installato nel nuovo Pronto Soccorso una volta terminati i lavori di ristrutturazione. Siamo inoltre disponibili a offrire spazi all’associazione per future iniziative».

Drago ha sottolineato «il grande impegno dei volontari e il lavoro straordinario che stanno portando avanti. Questo quadro è solo il primo di dieci opere che doneremo alle istituzioni cittadine».

Negri ha spiegato il processo creativo dietro le opere: «I quadri vengono realizzati in modo collettivo dai ragazzi per favorire la socializzazione. L’artista Laura Lebra li guida e li lascia liberi di esprimersi senza intervenire sul loro lavoro. Attualmente, i partecipanti ai laboratori sono 28, e ognuno di loro contribuisce con il proprio talento».

Piantanida ha infine espresso il suo apprezzamento per l’associazione: «Novara ha la fortuna di avere una realtà come Il Timone. Li conosco da tempo e ho sempre ammirato il loro impegno, non solo per i ragazzi ma anche per le loro famiglie».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Il Timone dona un quadro all’ospedale Maggiore: un’opera realizzata dai ragazzi con disabilità cognitiva

L’associazione Il Timone, attiva dal 2015 nell’organizzazione di attività dedicate a bambini e ragazzi con disabilità cognitiva, ha donato un quadro all’ospedale Maggiore di Novara. L’opera, intitolata Dentro il rosso, è frutto del lavoro collettivo dei partecipanti ai laboratori artistici.

Le opere realizzate dai ragazzi vengono esposte ogni due anni in una mostra aperta al pubblico novarese, solitamente allestita nella Sala Accademia del Broletto di Novara. Quest’anno, grazie a un confronto con l’assessore alla Cultura, Luca Piantanida, è nata l’idea di donare alcune di queste creazioni agli enti della città.

Alla cerimonia di consegna erano presenti il direttore generale dell’ospedale, Stefano Scarpette, il presidente de Il Timone, Roberto Drago e il direttore dell’associazione, Ugo Negri oltre a Piantanida.

Nel ringraziare l’associazione per il prezioso dono, Scarpetta ha annunciato che «il quadro verrà installato nel nuovo Pronto Soccorso una volta terminati i lavori di ristrutturazione. Siamo inoltre disponibili a offrire spazi all’associazione per future iniziative».

Drago ha sottolineato «il grande impegno dei volontari e il lavoro straordinario che stanno portando avanti. Questo quadro è solo il primo di dieci opere che doneremo alle istituzioni cittadine».

Negri ha spiegato il processo creativo dietro le opere: «I quadri vengono realizzati in modo collettivo dai ragazzi per favorire la socializzazione. L’artista Laura Lebra li guida e li lascia liberi di esprimersi senza intervenire sul loro lavoro. Attualmente, i partecipanti ai laboratori sono 28, e ognuno di loro contribuisce con il proprio talento».

Piantanida ha infine espresso il suo apprezzamento per l’associazione: «Novara ha la fortuna di avere una realtà come Il Timone. Li conosco da tempo e ho sempre ammirato il loro impegno, non solo per i ragazzi ma anche per le loro famiglie».

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