La Asl Novara ha, da ieri, un nuovo commissario ad acta. Si tratta del dottor Gianfranco Zulian, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’azienda sanitaria, e che, in questa nuova veste, ha il preciso compito di gestire l’emergenza da coronavirus per occuparsi, in modo particolare, dell’assistenza territoriale e dell’efficace implementazione delle Unità speciali di guardia medica covid per i malati a domicilio.
Nulla di strano, se non fosse per il percorso inusuale e i contorni impositivi che danno una connotazione fortemente politica alla vicenda.
In una lettera senza mezzi termini datata 1 aprile 2020 a firma dell’assessore alla Sanità, Luigi Icardi, leghista doc, la Regione ha invitato la direttrice generale dell’Asl, Arabella Fontana, a nominare, con la massima tempestività, commissario ad acta Gianfranco Zulian, anch’egli approdato da tempo nell’orbita della Lega, il quale era già stato preventivamente informato assicurando la propria disponibilità.
Un atto imperativo dai toni molti duri che tutto può sembrare tranne che un invito.
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A dare la notizia della nomina è stato il sindaco leghista di Novara Alessandro Canelli (con il sorriso sulle labbra) durante la quotidiana diretta Facebook di ieri, quando l’atto ufficiale di nomina non era stato probabilmente ancora firmato.
Non è più un segreto, infatti, che la goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha portato alla decisione regionale sia derivata dall’ennesimo contrasto dei giorni scorsi tra il primo cittadino e la stessa direttrice dell’Asl, visto anche il peso politico raggiunto da Canelli in queste settimane sull’amministrazione regionale.
Un gesto che ha, di fatto, scavalcato il ruolo di Fontana la quale, lecitamente, avrebbe potuto rifiutarsi di dar seguito alla richiesta, e che, invece, ha preferito piegarsi forse anche per non mettere a repentaglio il rinnovo della sua carica in programma per il 2021. Un’azione che sembra, tra l’altro, aver generato malcontento nello staff della direzione generale proprio in seguito alla mancata presa di posizione nei confronti di un atto che appare oltremodo determinato.
Senza nulla togliere alla più che decennale esperienza e professionalità del dottor Zulian, infatti, non si può non riflettere sul fatto che questa nomina sia figlia di una maldestra volontà della politica di entrare a gamba tesa in ambiti che richiedono estremo equilibrio, in modo particolare in questa delicatissima situazione emergenziale. Ci si domanda legittimamente se la maretta tra i dirigenti aziendali non possa generare qualche difficoltà nella gestione di un servizio tanto importante o se, al contrario, la nomina di Zulian (che assume l’incarico a titolo gratuito) non porterà davvero a una maggiore efficienza nell’organizzazione.
La decisione è arrivata come un fulmine a ciel sereno, tanto che il vice presidente della commissione Sanità, Domenico Rossi, ha annunciato un’interrogazione nella prossima seduta di lunedì: «Sono rimasto molto sorpreso da questa nomina: non mi risulta che in questa provincia ci siano criticità differenti da quelle degli altri territori. Lunedì chiederò all’assessore Icardi per quali Asl si è deciso di procedere in tal senso e secondo quali criteri. Di fronte a un’emergenza sanitaria come quella che stiamo vivendo, infatti, è necessario compiere scelte sulla base di evidenze oggettive. Non sarebbero accettabili giustificazioni di altra natura».