«Il tallone d’Achille per la destra si chiama Sporting. L’impianto, fortissimamente voluto dal senatore Nastri (Fratelli d’Italia) quando era assessore allo Sport al Comune di Novara, continua a rappresentare l’opera pubblica più critica mai realizzata nella nostra città dal dopoguera in avanti. Difetti di costuzione, oneri di gestione, contratti capestro, dimensioni faraoniche rispetto agli effettivi bisogni. A questo elenco già lungo, ora si aggiunge anche la manifesta incapacità dell’assessore allo Sport, Marina Chiarelli sempre di Fratelli d’Italia, che ambirebbe addirittura all’incarico di vice sindaco se Canelli venisse confermato in autunno».
Giovedì scorso il Comune, proprietario della struttura, ha sollevato Sport Management dalla gestione dei servizi dell’impianto di Sant’Agabio. La società di Verona, che dallo scorso mese di ottobre è in concordato preventivo (una procedura prefallimentare), il 1 settembre 2020 è stato l’unico concorrente per la gara d’appalto sui servizi di esercizio in efficienza e sicurezza delle piscine e delle tre palestre del Terdoppio.
Nel corso dei mesi sono state numerose le segnalazioni sulla gestione dell’impianto, sia da parte degli utenti che dei dipendenti di cooperative appaltate da Sport Management. Dopo una serie di verifiche sullo stato della pisicna esterna, la chiusura del bar e l’assenza e del numero di bagnini previsto, il Comune ha messo definitivamente alla porta la società.
Una notizia che ha sollevato la reazione del candidato sindaco del centro sinistra e consigliere comunale del Pd, Nicola Fonzo: «Nel maggio 2020 l’assessore Chiarelli tirò fuori dal cappello la sua trovata per risolvere la questione: un nuovo bando della durata di 9 anni, prorogabile di altri 9, che scarica sul gestore la soluzione di tutti i problemi. In qeill’occasione le facemmo notare che il piano economico di quel bando non stava in piedi: le entrate erano chiaramente sovrastimate. L’assessore non ci diede retta e, dopo qualche mese, tornò in commissione per comunicarci che, essendo scaduto il bando con l’attuale gestore, si sarebbe bandita una gara limitata a soli due anni. Così, a settembre 2020, il Comune affidò ai precedenti gestori (Sport Management) non solo il centro sportivo, ma anche le tre palestre. Risultato: il futuro di Sport Management è fosco, tanto da non aver mai pagato i canoni che doveva al Comune. Secondo Chiarelli le inadempienze, da parte della società, sono state talmente gravi ed evidenti da rendere impossibile la prosecuzione del contratto. Eppure l’ufficio dell’assessore è proprio all’inteno dello Sporting: bastava scendere due rampe di scale e andare a verificare se la società stava onorando gli impegni. Serviva un anno per rendersene conto?».
«Il 30 giugno, una neo costitutita associazione temporanea di impresa rappresenta formalmente al Comune l’interesse a gestire l’impianto del Terdoppio – prosegue Fonzo -. Peccato che a quella data è ancora Sport Management a gestirlo. Solo il giorno dopo, il 1 luglio, il Comune risolve il contratto con l’azienda di Verona e lo affida in via provvisoria, fino al 30 settembre, ai due novelli sposi che si sono uniti in associazione temporanea di impresa per l’occasione. Di chi si tratta? Di Cls spa, nata a Verona, da gennaio 2021 è iscritta alla Camera di Commercio di Milano e si occupa tra l’altro di servizi di pulizia, vigilanza, manutenzione aree verdi. E di Atena srl, con sede a Novara e un unico amministratore con capitale sociale di 1000 euro, costituita l’8 giugno 2021, iscritta alla Camera di Commercio per la gestione diretta e indiretta di attività sportive. Fino a prova contraria, nulla da eccepire sui nuovi gestori».
Cls è la stessa società i cui dipendenti, lo scorso 23 novembre, hanno rovesciato a terra i cestini dell’immondizia in segno di protesta per non aver ricevuto lo stipendio di ottobre e con la paura di non ricevere nemmeno quello di novembre. (leggi qui)
Fonzo conclude con una nota politica: «La storia dello Sporting è ricca di questi colpi di scena e c’è un filo comune che tiene insieme tutti i capitoli: la destra novarese ha voluto l’impianto e ha sistematicamente sbagliato tutte le scelte per una corretta gestione, riversando sulle spalle dei novaresi gli oneri, anche economici, di questi errori. A questo punto tocca al sindaco, che finora ha scelto di non dire una parola su questa vicenda, evidentemente in imbarazzo. Venga in commissione ad annunciare che ha ritirato la delega al suo assessore Chiarelli per manifesta incapacità».