Impianto del Terdoppio, si discute sulla nuova concessione

Nei prossimi mesi andrà in scadenza la concessione riguardo l’impianto del Terdoppio e l’assessorato allo Sport sta predisponendo il bando per il rinnovo. Un documento, illustrato a grandi linee nel corso della commissione di ieri, martedì 26 maggio, dall’assessore Marina Chiarelli, che non ha convinto i rappresentanti del Pd. Le prime perplessità sono state poste in evidenza da Sara Paladini: «Una durata di nove anni più nove è decisamente eccessiva; potrebbe generare non poche difficoltà qualora l’azienda aggiudicatrice non fosse eccellente. Occorrono elementi per garantire maggiori tutele al Comune».

Per Nicola Fonzo «la proposta che ci state illustrando è un azzardo. Si tratta di una scelta che presenta forti componenti di rischio per una struttura che necessita di manutenzioni che devono essere fatte in maniera chiara». Altro forte rischio, per l’ex vicesindaco, «sono le dimensioni di una struttura che ha delle caratteristiche di difficile economicità già in un momento normale, figuriamoci oggi. Nel corso della nostra amministrazione – ha poi ricordato – tentammo l’opportunità del teleriscaldamento, poi non se ne fece nulla. Se va bene possiamo tirare un sospiro di sollievo, ma se va male dobbiamo immaginare un piano b, perché i margini di rischio sono forti. Già all’epoca della sua costruzione ero contrario a un impianto come quello che ci siamo ritrovati, con tutte le traversie del passato. Però ora c’è e va gestita. Sarei d’accordo con l’interpretazione liberista se ci fossero masse oceaniche che chiedessero di gestirla, ma non ne vedo».

E se per il capogruppo dem Rossano Pirovano (che nella passata amministrazione ha ricoperto per un periodo la delega allo Sport) ha ricordato come questo documento rappresenti una sorta di «madre di tutti i bandi per quello che è l’impianto più importante della città, occorre costruire un bando con appositi paletti, tenendo presente ogni possibile variante».

Sull’altro fronte, seppur non in maggioranza “organica”, l’intervento di Daniele Andretta, che ha auspicato «l’uscita del Comune dalla gestione dello sport, un’anomalia assoluta. Occorre una gestione professionalizzata vogliamo ragionare in grande, perché Novara possiede un impianto invidiato da molti, anche dalla vicina Lombardia».

Meno complicata, apparentemente, la situazione per l’impianto di via Solferino. L’assessore Chiarelli ha ricordato come «si stia procedendo per il suo allestimento e che la piscina dovrebbe riaprire il prossimo 2 giugno». Il condizionale rimane d’obbligo, anche perché il gestore dovrà in questi giorni provvedere a rendere gli spazi fruibili seguendo tute le prescrizioni e le limitazioni dettate dall’attuale situazione sanitaria.

Dalle fila della minoranza prima Milù Allegra ha voluto sottolineare di non dimenticare «che si tratta di un impianto pubblico», mentre la collega Paladini ha voluto ricordare all’esponente della giunta come già in una precedente commissione (quella dello scorso 22 aprile) aveva proposto di andare incontro al concessionario sospendo il canone per questo periodo emergenziale, proponendo inoltre il prolungamento di un anno della concessione, ma al tempo stesso chiedendo di non aumentare le tariffe: «In mezzo a queste sofferenze ci sono anche tante famiglie colpite da questa crisi. Gli utenti della piscina sono proprio quelli che magari non possono permettersi una vacanza alternativa». Parole confermate dalla lettura, da parte della presidente della commissione Erika Nieddu, del verbale di quella seduta.

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Impianto del Terdoppio, si discute sulla nuova concessione

Nei prossimi mesi andrà in scadenza la concessione riguardo l’impianto del Terdoppio e l’assessorato allo Sport sta predisponendo il bando per il rinnovo. Un documento, illustrato a grandi linee nel corso della commissione di ieri, martedì 26 maggio, dall’assessore Marina Chiarelli, che non ha convinto i rappresentanti del Pd. Le prime perplessità sono state poste in evidenza da Sara Paladini: «Una durata di nove anni più nove è decisamente eccessiva; potrebbe generare non poche difficoltà qualora l’azienda aggiudicatrice non fosse eccellente. Occorrono elementi per garantire maggiori tutele al Comune». Per Nicola Fonzo «la proposta che ci state illustrando è un azzardo. Si tratta di una scelta che presenta forti componenti di rischio per una struttura che necessita di manutenzioni che devono essere fatte in maniera chiara». Altro forte rischio, per l’ex vicesindaco, «sono le dimensioni di una struttura che ha delle caratteristiche di difficile economicità già in un momento normale, figuriamoci oggi. Nel corso della nostra amministrazione - ha poi ricordato - tentammo l’opportunità del teleriscaldamento, poi non se ne fece nulla. Se va bene possiamo tirare un sospiro di sollievo, ma se va male dobbiamo immaginare un piano b, perché i margini di rischio sono forti. Già all’epoca della sua costruzione ero contrario a un impianto come quello che ci siamo ritrovati, con tutte le traversie del passato. Però ora c’è e va gestita. Sarei d’accordo con l’interpretazione liberista se ci fossero masse oceaniche che chiedessero di gestirla, ma non ne vedo». E se per il capogruppo dem Rossano Pirovano (che nella passata amministrazione ha ricoperto per un periodo la delega allo Sport) ha ricordato come questo documento rappresenti una sorta di «madre di tutti i bandi per quello che è l’impianto più importante della città, occorre costruire un bando con appositi paletti, tenendo presente ogni possibile variante». Sull’altro fronte, seppur non in maggioranza “organica”, l’intervento di Daniele Andretta, che ha auspicato «l’uscita del Comune dalla gestione dello sport, un’anomalia assoluta. Occorre una gestione professionalizzata vogliamo ragionare in grande, perché Novara possiede un impianto invidiato da molti, anche dalla vicina Lombardia». Meno complicata, apparentemente, la situazione per l’impianto di via Solferino. L’assessore Chiarelli ha ricordato come «si stia procedendo per il suo allestimento e che la piscina dovrebbe riaprire il prossimo 2 giugno». Il condizionale rimane d’obbligo, anche perché il gestore dovrà in questi giorni provvedere a rendere gli spazi fruibili seguendo tute le prescrizioni e le limitazioni dettate dall’attuale situazione sanitaria. Dalle fila della minoranza prima Milù Allegra ha voluto sottolineare di non dimenticare «che si tratta di un impianto pubblico», mentre la collega Paladini ha voluto ricordare all’esponente della giunta come già in una precedente commissione (quella dello scorso 22 aprile) aveva proposto di andare incontro al concessionario sospendo il canone per questo periodo emergenziale, proponendo inoltre il prolungamento di un anno della concessione, ma al tempo stesso chiedendo di non aumentare le tariffe: «In mezzo a queste sofferenze ci sono anche tante famiglie colpite da questa crisi. Gli utenti della piscina sono proprio quelli che magari non possono permettersi una vacanza alternativa». Parole confermate dalla lettura, da parte della presidente della commissione Erika Nieddu, del verbale di quella seduta.

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