In arrivo 39 milioni per gli ospedali e le case di comunità. La giunta regionale ha approvato il piano di potenziamento del sistema sanitario attraverso le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e altri finanziamenti.
Per la provincia di Novara, la Regione investe 38,7 milioni di euro, che serviranno per 7 Case di comunità a Borgomanero, Ghemme, Arona, Oleggio, Novara, Trecate e Galliate (per un totale di 10,5 milioni di euro), 2 Ospedali di comunità a Borgomanero e Novara (in totale 5 milioni di euro) e 3 Centrali operative territoriali a Borgomanero, Novara e Galliate (per un totale di 300 mila euro), a cui si aggiungono per l’ammodernamento tecnologico e l’acquisto di attrezzature dell’Asl e dell’Ospedale Maggiore per 5,2 milioni e altri 17,6 milioni circa per l’adeguamento sismico dell’ospedale SS. Trinità di Borgomanero.
Ma di che cosa si tratta? Le Case di Comunità sono strutture in cui opera un’équipe multiprofessionale di medici di famiglia, medici specialistici, infermieri di comunità, altri professionisti della salute e che può ospitare anche assistenti sociali. Gli Ospedali di Comunità, invece, sono una struttura della rete territoriale a ricovero breve, destinati a pazienti che necessitano di interventi sanitari a bassa intensità clinica, intermedia tra la rete territoriale e l’ospedale (di norma dotata da 20 a massimo 40 posti letto). Mentre la Centrale Operativa Territoriale è uno strumento organizzativo che svolge una funzione di coordinamento della presa in carico del cittadino/paziente e raccordo tra servizi e soggetti coinvolti nel processo assistenziale nei diversi setting assistenziali: attività territoriali, sanitarie e sociosanitarie, ospedaliere e della rete di emergenza-urgenza.
«Oggi nasce la medicina territoriale in Piemonte – sottolinea il presidente Alberto Cirio –. La pandemia ha dimostrato la grave mancanza di un sistema ramificato in grado di curare i cittadini a casa propria o attraverso servizi di prossimità. Con questo enorme investimento di oltre 38 milioni di euro per Novara e 13 per il Vco, ma che supera 430 milioni per tutto il Piemonte, lo potremo finalmente fare. In alcuni casi le risorse serviranno per potenziare strutture già esistenti e in altri casi per riaprirle o realizzarle ex novo. È un momento storico, perché dal 2014 i posti letto del servizio sanitario in Piemonte hanno sempre subito tagli e riduzioni, mentre oggi per la prima volta torniamo a incrementarli attivandone mille in più. Nelle prossime settimane condivideremo questa proposta con il consiglio regionale e con i territori per arrivare al più presto all’approvazione finale del Piano e renderlo immediatamente operativo».
L’obiettivo, secondo la Regione, è di giungere all’approvazione definitiva del Piano entro la fine di febbraio.
«Si tratta di un investimento – osserva l’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi – che va a rafforzare in modo significativo l’assistenza sanitaria di prossimità, attraverso strutture intermedie come Case e Ospedali di comunità, oltre che Centrali operative territoriali, con l’obiettivo di promuovere un nuovo modello di presa in carico del paziente che garantisca il migliore rapporto di continuità assistenziale nel percorso di cura tra ospedale e territorio e viceversa».
«Dopo anni di tagli, la Regione torna a investire sul nostro territorio – sottolinea l’assessore all’Innovazione e alla Ricerca Matteo Marnati -. Veniamo da due anni di pandemia che hanno messo in evidenza le conseguenze di decenni di tagli subiti dalla sanità della nostra provincia. Oggi invece gettiamo concretamente le basi per offrire ai cittadini novaresi le migliori cure, non solo in ospedale ma anche a casa propria, dando vita a una vera medicina di territorio»
Per il Vco, invece, l’investimento complessivo è di 13,3 milioni di euro, che serviranno per 3 Case di comunità ad Omegna, Verbania e Domosossola (per un totale di 4,5 milioni di euro), 1 Ospedale di comunità a Gravellona Toce (2,5 milioni di euro) e 1 Centrale operativa territoriale ad Omegna (per un totale di 100 mila euro), a cui si aggiungono 6,2 milioni per l’ammodernamento tecnologico.
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