In carcere si insegna il mestiere di muratore. Una seconda possibilità per i detenuti

Un progetto pilota nato dalla sinergia tra Senfors e Ance in collaborazione con la casa circondariale di Novara, il Comune e il Provveditorato alle carceri

Dieci detenuti del carcere di Novara stanno seguendo un corso professionalizzante per imparare il mestiere di muratore. All’interno dell’istituto penitenziario costruiranno una rampa per disabili, un campo da bocce in trasformando alcuni spazi detentivi in luoghi di socializzazione e altri lavori si vedranno in futuro. Si tratta di un progetto pilota nato dalla sinergia tra Senfors, Sistema Edile Novarese Formazione e Sicurezza e Ance, Associazione nazionale costruttori edili.

«Il corso ha l’obiettivo di creare competenze professionali che i detenuti, una volta terminato il loro periodo di carcerazione, potranno spendere all’esterno e iniziare una nuova vita» ha spiegato ieri la direttrice della casa circondariale Rosalia Marino, insieme all’assessore comunale alle Politiche Sociali Teresa Armienti, il presidente di Ance Novara Vercelli Luigi Falabrino, Cristian Borghese, Gianni Marani e Davide Commisso rispettivamente presidente, vicepresidente e direttore di Senfors.

«C’è fame di manodopera nel nostro settore che non si attinge nelle università, ma nei gradi inferiori delle scuole. Per noi questa è una grande opportunità» ha aggiunto Falabrino.

L’interesse da parte dei detenuti non manca: «In 58 hanno presentato la domanda per partecipare al corso; solo 10 sono stati ammessi, tra i 30 e i 40 anni che hanno dimostrato maggiori manualità nel settore edilizio e che sono più vicini alla fine della pena» ha spiegato il comandante della Polizia penitenziaria, Daniele Squillace.

Questa settimana i detenuti hanno terminato le 40 ore di teoria sul tema della sicurezza e dispositivi; ora si darà avvio alle altre 40 di pratica. Al termine riceveranno un attestato che potranno mostrare ai centri per l’impiego una volta usciti.

«Il nostro compito è quello di creare un ponte tra il carcere e l’esterno, riuscendo a fare in modo che le persone che entrano qui possano uscire migliori – ha aggiunto la direttrice Marino -. Qui a Novara siamo in una specie di isola felice: in undici anni abbiamo avviato diversi percorsi di recupero con Assa per la pulizia delle strade e la manutenzione del verde».

Un concetto ribadito anche dal provveditore alle carceri di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, Rita Monica Russo: «Un’esperienza già provata a Cuneo con buoni risultati. Novara è un fiore all’occhiello e questi progetti sono la dimostrazione che, nonostante ci sia poco personale, le cose si vogliono fare bene».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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In carcere si insegna il mestiere di muratore. Una seconda possibilità per i detenuti

Un progetto pilota nato dalla sinergia tra Senfors e Ance in collaborazione con la casa circondariale di Novara, il Comune e il Provveditorato alle carceri

Dieci detenuti del carcere di Novara stanno seguendo un corso professionalizzante per imparare il mestiere di muratore. All’interno dell’istituto penitenziario costruiranno una rampa per disabili, un campo da bocce in trasformando alcuni spazi detentivi in luoghi di socializzazione e altri lavori si vedranno in futuro. Si tratta di un progetto pilota nato dalla sinergia tra Senfors, Sistema Edile Novarese Formazione e Sicurezza e Ance, Associazione nazionale costruttori edili.

«Il corso ha l’obiettivo di creare competenze professionali che i detenuti, una volta terminato il loro periodo di carcerazione, potranno spendere all’esterno e iniziare una nuova vita» ha spiegato ieri la direttrice della casa circondariale Rosalia Marino, insieme all’assessore comunale alle Politiche Sociali Teresa Armienti, il presidente di Ance Novara Vercelli Luigi Falabrino, Cristian Borghese, Gianni Marani e Davide Commisso rispettivamente presidente, vicepresidente e direttore di Senfors.

«C’è fame di manodopera nel nostro settore che non si attinge nelle università, ma nei gradi inferiori delle scuole. Per noi questa è una grande opportunità» ha aggiunto Falabrino.

L’interesse da parte dei detenuti non manca: «In 58 hanno presentato la domanda per partecipare al corso; solo 10 sono stati ammessi, tra i 30 e i 40 anni che hanno dimostrato maggiori manualità nel settore edilizio e che sono più vicini alla fine della pena» ha spiegato il comandante della Polizia penitenziaria, Daniele Squillace.

Questa settimana i detenuti hanno terminato le 40 ore di teoria sul tema della sicurezza e dispositivi; ora si darà avvio alle altre 40 di pratica. Al termine riceveranno un attestato che potranno mostrare ai centri per l’impiego una volta usciti.

«Il nostro compito è quello di creare un ponte tra il carcere e l’esterno, riuscendo a fare in modo che le persone che entrano qui possano uscire migliori – ha aggiunto la direttrice Marino -. Qui a Novara siamo in una specie di isola felice: in undici anni abbiamo avviato diversi percorsi di recupero con Assa per la pulizia delle strade e la manutenzione del verde».

Un concetto ribadito anche dal provveditore alle carceri di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, Rita Monica Russo: «Un’esperienza già provata a Cuneo con buoni risultati. Novara è un fiore all’occhiello e questi progetti sono la dimostrazione che, nonostante ci sia poco personale, le cose si vogliono fare bene».

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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore