Aborto e polemiche, Pd e 5stelle: «Investire sulla prevenzione»

Aborto e polemiche, Pd e 5stelle: «Investire sulla prevenzione». Anche i gruppi consiliari d’opposizione del Consiglio comunale di Novara intervengono nel dibattito scatenato dal bando regionale che favorirebbe l’inserimento di associazioni pro-vita nei consultori delle Asl.

I consiglieri pentastellati e democratici avevano provato a inserire l’argomento anche nel dibattito politico locale, portando un ordine del giorno urgente nell’ultima seduta di consiglio, tenutasi lo scorso 25 marzo, ma in risposta hanno ottenuto un rinvio della discussione alla prossima seduta. Ma la scadenza del bando per l’accreditamento delle associazioni è prevista per il 31 marzo, per cui il consiglio ne discuterà a cose fatte.

«Si tratta di un ordine del giorno ideato dai consiglieri 5 stelle – precisa il gruppo consiliare Pd – a cui abbiamo aderito anche noi (grazie al lavoro svolto dalla consigliera Sara Paladini), dal momento che ne condividevamo gli intenti».

Nel documento i due gruppi consiliari dichiarano il loro «dissenso rispetto alla DD 1489/2020 (sigla che identifica il bando in scadenza il 31 marzo, ndr) della Regione Piemonte che pone in discussione non solo la laicità dell’attività consultoriale, ma anche la stessa professionalità e serietà deontologica del lavoro dell’equipe multidisciplinare che accoglie e segue la donna portatrice di diversi bisogni socio-sanitari».

Non solo gli stessi chiedono che «venga assicurato l’accesso gratuito ai contraccettivi per le cittadine ed i cittadini di età inferiore a 26 anni e per le donne di età compresa tra 26 e 45 anni con esenzione E02 (disoccupazione) o E99 (lavoratrici colpite dalla crisi) nel post IVG (entro 24 mesi dall’intervento) e nel post partum (entro 12 mesi dal parto) così come stabilito con la Deliberazione n. 300 – 27935 del 3 luglio 2018 della Giunta della Regione Piemonte».

Richiesta, quest’ultima, che sposta l’attenzione sul tema della prevenzione. «La legge sull’interruzione di gravidanza risale al 1978 e secondo i dati statistici nazionali nel 1983 si ebbe un picco di Ivg, poi i casi sono risultati in continua discesa. In tutto questo la prevenzione ha sicuramente giocato un ruolo importante ed è proprio su questa strada che bisogna proseguire, favorendo il libero accesso ai contraccettivi, che rappresentano un costo per i ragazzi – spiegano dal gruppo Pd – Inoltre andrebbe rafforzata l’informazione, ma sappiamo che gli operatori sanitari difficilmente riescono a intervenire nelle scuole, perché sono oberati di lavoro. Quella che andrebbe fatta non è semplicemente educazione sessuale, ma una campagna educativa basata anche sull’affettività, in cui i sentimenti sono al centro. Per far sì che le scelte personali, soprattutto nella fascia adolescenziale, siano il più possibile consapevoli».

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Elena Ferrara

Nata a Novara, diplomata al liceo scientifico Antonelli, si è poi laureata in Scienze della Comunicazione multimediale all'Università degli studi di Torino. Iscritta all'albo dei giornalisti pubblicisti dal 2006.

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I consiglieri pentastellati e democratici avevano provato a inserire l’argomento anche nel dibattito politico locale, portando un ordine del giorno urgente nell’ultima seduta di consiglio, tenutasi lo scorso 25 marzo, ma in risposta hanno ottenuto un rinvio della discussione alla prossima seduta. Ma la scadenza del bando per l’accreditamento delle associazioni è prevista per il 31 marzo, per cui il consiglio ne discuterà a cose fatte.

«Si tratta di un ordine del giorno ideato dai consiglieri 5 stelle – precisa il gruppo consiliare Pd – a cui abbiamo aderito anche noi (grazie al lavoro svolto dalla consigliera Sara Paladini), dal momento che ne condividevamo gli intenti».

Nel documento i due gruppi consiliari dichiarano il loro «dissenso rispetto alla DD 1489/2020 (sigla che identifica il bando in scadenza il 31 marzo, ndr) della Regione Piemonte che pone in discussione non solo la laicità dell’attività consultoriale, ma anche la stessa professionalità e serietà deontologica del lavoro dell’equipe multidisciplinare che accoglie e segue la donna portatrice di diversi bisogni socio-sanitari».

Non solo gli stessi chiedono che «venga assicurato l’accesso gratuito ai contraccettivi per le cittadine ed i cittadini di età inferiore a 26 anni e per le donne di età compresa tra 26 e 45 anni con esenzione E02 (disoccupazione) o E99 (lavoratrici colpite dalla crisi) nel post IVG (entro 24 mesi dall’intervento) e nel post partum (entro 12 mesi dal parto) così come stabilito con la Deliberazione n. 300 – 27935 del 3 luglio 2018 della Giunta della Regione Piemonte».

Richiesta, quest’ultima, che sposta l’attenzione sul tema della prevenzione. «La legge sull’interruzione di gravidanza risale al 1978 e secondo i dati statistici nazionali nel 1983 si ebbe un picco di Ivg, poi i casi sono risultati in continua discesa. In tutto questo la prevenzione ha sicuramente giocato un ruolo importante ed è proprio su questa strada che bisogna proseguire, favorendo il libero accesso ai contraccettivi, che rappresentano un costo per i ragazzi – spiegano dal gruppo Pd – Inoltre andrebbe rafforzata l’informazione, ma sappiamo che gli operatori sanitari difficilmente riescono a intervenire nelle scuole, perché sono oberati di lavoro. Quella che andrebbe fatta non è semplicemente educazione sessuale, ma una campagna educativa basata anche sull’affettività, in cui i sentimenti sono al centro. Per far sì che le scelte personali, soprattutto nella fascia adolescenziale, siano il più possibile consapevoli».

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