luvol: «In arrivo una gigantografia della Nurse, starà nel cortile del Maggiore»

«In arrivo una gigantografia della Nurse, starà nel cortile del Maggiore». Lo annuncia Federico Vullo, in arte luvol («mi dà molto fastidio – precisa – quando lo scrivono con la maiuscola»), lo street artist novarese che lo scorso 4 marzo ha donato all’ospedale la propria opera raffigurante un’infermiera. Alla consegna erano presenti anche il sindaco Canelli e Davide Dagosta dell’associazione CreAttivi (leggi qui).

«L’opera è stata collocata nel nuovo percorso Covid del pronto soccorso – spiega luvol – ma l’idea è quella di stamparla in dimensioni più grandi, su un pannello da collocare all’aperto, perché possa essere vista da tutti gli operatori e dagli utenti che frequentano l’ospedale, in omaggio a chi da ormai oltre un anno è in prima fila contro la pandemia. Sin da quando ho avuto l’ispirazione ho pensato che fosse un’opera che doveva essere donata, nonostante la sua realizzazione sia stata piuttosto lunga e complessa. Lo stesso mi era accaduto a marzo 2020, quando ho realizzato l’opera “Misericordia”, che raffigura due sorelline siriane dopo un attacco: i proventi dalla vendita di questo e di un altro lavoro sono andati all’ospedale di Bergamo. Anche in questo caso l’ho fatto molto volentieri, per fare del bene, secondo una particolare forma di volontariato e solidarietà».

Ma scopriamo meglio chi è Federico Vullo: 30 anni appena compiuti, diplomato perito elettronico all’Omar, dipendente di un’azienda di Galliate che si occupa di riciclo ed estrusione della plastica. Insomma, un giovane uomo diviso fra studi ed esperienza professionale molto tecnica e il proprio estro creativo.

Cosa ti ha portato verso l’arte?
«E’ successo quasi per caso circa 10 anni fa grazie a Matteo Capobianco (street artist e specialista della tecnica del paper cut, con cui realizza opere scenografiche in carta ritagliata, ndr), che è stato il mio “maestro Yoda” (mi piace definirlo così) – racconta – Mi aveva chiesto di aiutarlo a ritagliare la Medusa di Caravaggio: in 3 giorni di lavoro mi ha stravolto la vita, ho compreso questa tecnica, l’ho rielaborata a modo mio e da lì mi si è aperto un mondo».

Il mondo della stencil art: basata su carta ritagliata, solitamente si crea una sorta di maschera da appoggiare su una superficie, contro la quale si dipinge usando la bomboletta. Ma luvol l’ha reinterpretata: puoi spiegare come?
«Normalmente parto da una foto, che mi colpisce per qualche motivo e poi vado a fare un lavoro di sovrapposizione con il taglierino …e tanta pazienza, necessaria a partire dalla fase preparatoria – sottolinea – Apparentemente sembra semplice e in effetti la stencil art è alla portata di tutti, anche dei bambini, ma è una delle tecniche in cui è più difficile far emergere uno stile proprio. Ed è proprio questo che sto cercando di fare e in parte ci sono riuscito, ma la ricerca continua».

A proposito di bambini, a Novara hai partecipato ai laboratori per il festival Scarabocchio, facendo anche delle performance live in cui hai realizzato diversi pannelli: che fine hanno fatto e sono eventualmente in arrivo altre tue opere pubbliche?
«Quei pannelli ora si trovano negli spazi dello sportello lavoro dell’Omar e con i CreAttivi troveremo loro una nuova collocazione – risponde – Più di recente ho proposto al Comune di realizzare un murales sul tema della speranza, ce l’ho già in mente e ho anche già comprato i materiali. Anche in questo caso è un’opera legata a un ricordo: mi piace sempre che i miei lavori siano legati a una rielaborazione personale di un momento significativo o di un periodo storico. Ma al di là di tutto questo non vorrei essere chiamato “artista”».

Perché?
«Perché mi sento più che altro un vandalo – risponde ridendo – Il giorno prima di San Valentino mi sono regalato un intervento di stencil art non autorizzato in pieno centro città. Raffigura due nonni che si abbracciano. Con lo stesso soggetto ho realizzato un murales di 9 metri quadri in piazzale Corvetto per un’associazione locale. Dove si trova la versione novarese? Nei pressi della galleria Vittoria». Non resta che aguzzare la vista per trovarlo…

Di seguito una fotogallery con alcune delle sue opere , ne trovate molte altre sulla sua pagina Facebook

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Elena Ferrara

Nata a Novara, diplomata al liceo scientifico Antonelli, si è poi laureata in Scienze della Comunicazione multimediale all'Università degli studi di Torino. Iscritta all'albo dei giornalisti pubblicisti dal 2006.

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luvol: «In arrivo una gigantografia della Nurse, starà nel cortile del Maggiore»

«In arrivo una gigantografia della Nurse, starà nel cortile del Maggiore». Lo annuncia Federico Vullo, in arte luvol («mi dà molto fastidio – precisa – quando lo scrivono con la maiuscola»), lo street artist novarese che lo scorso 4 marzo ha donato all'ospedale la propria opera raffigurante un'infermiera. Alla consegna erano presenti anche il sindaco Canelli e Davide Dagosta dell'associazione CreAttivi (leggi qui). «L'opera è stata collocata nel nuovo percorso Covid del pronto soccorso – spiega luvol – ma l'idea è quella di stamparla in dimensioni più grandi, su un pannello da collocare all'aperto, perché possa essere vista da tutti gli operatori e dagli utenti che frequentano l'ospedale, in omaggio a chi da ormai oltre un anno è in prima fila contro la pandemia. Sin da quando ho avuto l'ispirazione ho pensato che fosse un'opera che doveva essere donata, nonostante la sua realizzazione sia stata piuttosto lunga e complessa. Lo stesso mi era accaduto a marzo 2020, quando ho realizzato l'opera “Misericordia”, che raffigura due sorelline siriane dopo un attacco: i proventi dalla vendita di questo e di un altro lavoro sono andati all'ospedale di Bergamo. Anche in questo caso l'ho fatto molto volentieri, per fare del bene, secondo una particolare forma di volontariato e solidarietà». Ma scopriamo meglio chi è Federico Vullo: 30 anni appena compiuti, diplomato perito elettronico all'Omar, dipendente di un'azienda di Galliate che si occupa di riciclo ed estrusione della plastica. Insomma, un giovane uomo diviso fra studi ed esperienza professionale molto tecnica e il proprio estro creativo. Cosa ti ha portato verso l'arte? «E' successo quasi per caso circa 10 anni fa grazie a Matteo Capobianco (street artist e specialista della tecnica del paper cut, con cui realizza opere scenografiche in carta ritagliata, ndr), che è stato il mio "maestro Yoda" (mi piace definirlo così) – racconta – Mi aveva chiesto di aiutarlo a ritagliare la Medusa di Caravaggio: in 3 giorni di lavoro mi ha stravolto la vita, ho compreso questa tecnica, l'ho rielaborata a modo mio e da lì mi si è aperto un mondo». Il mondo della stencil art: basata su carta ritagliata, solitamente si crea una sorta di maschera da appoggiare su una superficie, contro la quale si dipinge usando la bomboletta. Ma luvol l'ha reinterpretata: puoi spiegare come? «Normalmente parto da una foto, che mi colpisce per qualche motivo e poi vado a fare un lavoro di sovrapposizione con il taglierino ...e tanta pazienza, necessaria a partire dalla fase preparatoria – sottolinea – Apparentemente sembra semplice e in effetti la stencil art è alla portata di tutti, anche dei bambini, ma è una delle tecniche in cui è più difficile far emergere uno stile proprio. Ed è proprio questo che sto cercando di fare e in parte ci sono riuscito, ma la ricerca continua». A proposito di bambini, a Novara hai partecipato ai laboratori per il festival Scarabocchio, facendo anche delle performance live in cui hai realizzato diversi pannelli: che fine hanno fatto e sono eventualmente in arrivo altre tue opere pubbliche? «Quei pannelli ora si trovano negli spazi dello sportello lavoro dell'Omar e con i CreAttivi troveremo loro una nuova collocazione – risponde – Più di recente ho proposto al Comune di realizzare un murales sul tema della speranza, ce l'ho già in mente e ho anche già comprato i materiali. Anche in questo caso è un'opera legata a un ricordo: mi piace sempre che i miei lavori siano legati a una rielaborazione personale di un momento significativo o di un periodo storico. Ma al di là di tutto questo non vorrei essere chiamato “artista”». Perché? «Perché mi sento più che altro un vandalo – risponde ridendo – Il giorno prima di San Valentino mi sono regalato un intervento di stencil art non autorizzato in pieno centro città. Raffigura due nonni che si abbracciano. Con lo stesso soggetto ho realizzato un murales di 9 metri quadri in piazzale Corvetto per un'associazione locale. Dove si trova la versione novarese? Nei pressi della galleria Vittoria». Non resta che aguzzare la vista per trovarlo... Di seguito una fotogallery con alcune delle sue opere , ne trovate molte altre sulla sua pagina Facebook

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Elena Ferrara

Nata a Novara, diplomata al liceo scientifico Antonelli, si è poi laureata in Scienze della Comunicazione multimediale all'Università degli studi di Torino. Iscritta all'albo dei giornalisti pubblicisti dal 2006.