Il procuratore capo di Novara, Marilinda Mineccia, lascia l’incarico, che aveva assunto il 13 dicembre del 2016 proveniente da Aosta, procura che aveva retto per 8 ani, per raggiunti limiti di età. Lascia l’ufficio ma non la città alla quale è legata anche da radici familiari essendo nipote del Maestro Folco Perrino e della moglie Elena Bollatti, noti musicisti e pianisti che avevano contribuito a dare vita al primo Premio Cantelli e all’associazione Amici della musica Vittorio Cocito tuttora in attività.
Un periodo, quello a capo della Procura novarese, durante il quale sono stati raggiunti traguardi importanti: dalla costituzione di un Ufficio di servizio sociale in Procura, che ha coinvolto Provincia, Comune e i Consorzi intercomunali dei servizi socio assistenziali del territorio, al protocollo “Fragilità e Speranza”, dalla realizzazione di una stanza, in Procura, per le audizioni protette di persone che si trovano in particolari condizioni di fragilità a quella di un team composto da Pubblici Ministeri e da personale di Polizia Giudiziaria specializzato per la trattazione dei reati di violenza di genere.
Un “settore” quello delle fasce deboli cui il procuratore Mineccia ha dedicato grande attenzione. Tra i casi, seguiti personalmente dal procuratore capo, l’omicidio del piccolo Leonardo «procedimento giunto alla conclusione delle indagini preliminari».
L’ultima “uscita” ufficiale venerdì scorso con l’intervento alla tavola rotonda organizzata in video conferenza dall’Istituto Bonfantini, con ospite il giornalista e scrittore Nuccio Anselmo e il suo libro “La mafia dei pascoli”.