In Piemonte frenata delle vaccinazioni, ma non per dosi scarse

Rallenta, in Piemonte, la somministrazione dei vaccini anti Covid, ma non perché mancano le dosi. Si sconta, piuttosto, un’organizzazione che non è ancora a regime per effettuare le vaccinazioni sul territorio, al punto che lo stesso assessore alla Sanità, Luigi Icardi, ha sollecitato le aziende sanitarie locali ad imprimere un’accelerazione.

I numeri sono chiari. Secondo i dati forniti dal bollettino della Regione Piemonte, mercoledì 24 febbraio è stata inoculata una dose di vaccino a 8.690 persone, tra cui 4.752 ultra ottantenni. Che cosa significa? Che con il ritmo attuale (che è inferiore alle 9/10 mila iniezioni quotidiane raggiunte tra metà gennaio e inizio febbraio), per vaccinare gli oltre 235mila over 80 che ad oggi risultano in attesa, occorrerebbero tra i 45 e i 50 giorni, per terminare ampiamente dopo Pasqua. Volendo invece considerare l’intero quadro di adesioni ad oggi registrate in Piemonte (oltre 300mila considerando 65mila operatori scolastici) a fronte dell’intero complesso di vaccinazioni giornaliere, la fase attuale dovrebbe concludersi con la fine di marzo. E in queste cifre non si parla delle Forze dell’Ordine dove, secondo i dati odierni del Report Vaccini ministeriale, il Piemonte è ancora a quota zero.

NELL’ULTIMA SETTIMANA 3600 INIEZIONI AL GIORNO

Ma il dato più preoccupante è il ritmo con il quale procedono le vaccinazioni,  in netta frenata nella nostra Regione. Raggruppando i dati per settimane (fonte: Covid 19 Opendata Vaccini, cioè dati ministeriali) si nota che, negli ultimi sette giorni (18-24 febbraio) in Piemonte sono state somministrate 25.425 dosi di vaccino, cioè l’8% di tutte le iniezioni effettuate dal 27 dicembre (mentre in Italia è stato il 14,1%) per una media di poco più di 3.600 somministrazioni al giorno. E la settimana prima (11-17 febbraio) sono state 29.688 dosi (il 9,3% del totale contro l’11,5% italiano) quindi con una media giornaliera di poco superiore, mentre nelle settimane ancora precedenti per tre volte era stata superata quota 50mila vaccinazioni (cioè oltre 7mila al giorno).

NEGLI ULTIMI GIORNI SOMMINISTRATO SOLO UN TERZO DEI VACCINI

Il dato ancor più sorprendente è che in quelle settimane di gennaio e inizio febbraio, il numero di dosi somministrate settimanalmente si era sempre avvicinato e, talvolta, anche superato, il numero di dosi contemporaneamente arrivate in Piemonte. Nelle ultime due settimane, invece, il Piemonte ha visto la consegna di oltre 33mila dosi tra l’11 e il 17 febbraio e di ben 90mila negli ultimi sette giorni, quando ne sono state utilizzate meno di un terzo.

Guardando alle categorie vaccinate il Piemonte ha una prevalenza (rispetto alla media italiana) in quelle della prima fase destinata ad operatori sanitari e Rsa, più semplici da raggiungere, mentre sulle fasce d’età si nota il minor coinvolgimento della popolazione fra 80 e 90 anni, sebbene la nostra regione abbia una alta quota di popolazione anziana.

RIMODULATO IL PIANO REGIONALE

Questo è ciò che raccontano i numeri ufficiali, dai quali si coglie anche che in Piemonte sono arrivate quasi 75mila dosi di vaccino AstraZeneca ma ne sono state somministrate solo 75, secondo una tendenza nazionale (oltre 1 milione distribuite, solo il 15% utilizzate), mentre delle 15.900 dosi Maderna in Piemonte ne sono state somministrate solo il 13,7%.

La Regione, per altro, ha rimodulato il piano vaccinale e annuncia l’obiettivo di vaccinare altre 80mila persone entro la fine di febbraio. «Tutte le aziende potenzieranno ulteriormente le forze – rende noto l’assessore alla Sanità Luigi Icardi – sia con personale proprio che con prestazioni aggiuntive e anche convenzionamenti con soggetti esterni. A dare supporto ci saranno anche le aziende ospedaliere». L’assessore aggiunge che «con il via libera del Ministero della Salute all’utilizzo del vaccino AstraZeneca sulle persone fino a 65 anni la campagna vaccinale riceve un’accelerazione importante. Vuol dire poter tornare ad affidarsi con maggiore efficacia a medici di famiglia e farmacisti per vaccinare la più ampia fascia di popolazione in età lavorativa».

LE VACCINAZIONI NEL NOVARESE

L’assessore alla Sanità è ben conscio che con «10mila vaccinazioni al giorno ci vorrebbe più di un anno per immunizzare tutta la popolazione piemontese» e ha da subito concordato con i direttori delle aziende sanitarie il numero di somministrazioni per cogliere l’obiettivo di fine febbraio. L’Asl di Novara dovrà procedere ad un ritmo di 730 inoculazioni al giorno. Nel Novarese ad oggi si registrano 22.809 preadesioni, di cui 17.148 over 80 e 5.661 personale scolastico.

Per accelerare le vaccinazioni la Regione sembra dunque intenzionata a coinvolgere anche il personale sanitario delle strutture private accreditate.

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Antonio Maio

Nato a Lecco il 26 febbraio 1957, vive a Novara dal 1966. Giornalista dal 1986 ha svolto la professione quasi esclusivamente ai settimanali della Diocesi di Novara fino a diventarne direttore.

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In Piemonte frenata delle vaccinazioni, ma non per dosi scarse

Rallenta, in Piemonte, la somministrazione dei vaccini anti Covid, ma non perché mancano le dosi. Si sconta, piuttosto, un’organizzazione che non è ancora a regime per effettuare le vaccinazioni sul territorio, al punto che lo stesso assessore alla Sanità, Luigi Icardi, ha sollecitato le aziende sanitarie locali ad imprimere un’accelerazione.

I numeri sono chiari. Secondo i dati forniti dal bollettino della Regione Piemonte, mercoledì 24 febbraio è stata inoculata una dose di vaccino a 8.690 persone, tra cui 4.752 ultra ottantenni. Che cosa significa? Che con il ritmo attuale (che è inferiore alle 9/10 mila iniezioni quotidiane raggiunte tra metà gennaio e inizio febbraio), per vaccinare gli oltre 235mila over 80 che ad oggi risultano in attesa, occorrerebbero tra i 45 e i 50 giorni, per terminare ampiamente dopo Pasqua. Volendo invece considerare l’intero quadro di adesioni ad oggi registrate in Piemonte (oltre 300mila considerando 65mila operatori scolastici) a fronte dell’intero complesso di vaccinazioni giornaliere, la fase attuale dovrebbe concludersi con la fine di marzo. E in queste cifre non si parla delle Forze dell’Ordine dove, secondo i dati odierni del Report Vaccini ministeriale, il Piemonte è ancora a quota zero.

NELL’ULTIMA SETTIMANA 3600 INIEZIONI AL GIORNO

Ma il dato più preoccupante è il ritmo con il quale procedono le vaccinazioni,  in netta frenata nella nostra Regione. Raggruppando i dati per settimane (fonte: Covid 19 Opendata Vaccini, cioè dati ministeriali) si nota che, negli ultimi sette giorni (18-24 febbraio) in Piemonte sono state somministrate 25.425 dosi di vaccino, cioè l’8% di tutte le iniezioni effettuate dal 27 dicembre (mentre in Italia è stato il 14,1%) per una media di poco più di 3.600 somministrazioni al giorno. E la settimana prima (11-17 febbraio) sono state 29.688 dosi (il 9,3% del totale contro l’11,5% italiano) quindi con una media giornaliera di poco superiore, mentre nelle settimane ancora precedenti per tre volte era stata superata quota 50mila vaccinazioni (cioè oltre 7mila al giorno).

NEGLI ULTIMI GIORNI SOMMINISTRATO SOLO UN TERZO DEI VACCINI

Il dato ancor più sorprendente è che in quelle settimane di gennaio e inizio febbraio, il numero di dosi somministrate settimanalmente si era sempre avvicinato e, talvolta, anche superato, il numero di dosi contemporaneamente arrivate in Piemonte. Nelle ultime due settimane, invece, il Piemonte ha visto la consegna di oltre 33mila dosi tra l’11 e il 17 febbraio e di ben 90mila negli ultimi sette giorni, quando ne sono state utilizzate meno di un terzo.

Guardando alle categorie vaccinate il Piemonte ha una prevalenza (rispetto alla media italiana) in quelle della prima fase destinata ad operatori sanitari e Rsa, più semplici da raggiungere, mentre sulle fasce d’età si nota il minor coinvolgimento della popolazione fra 80 e 90 anni, sebbene la nostra regione abbia una alta quota di popolazione anziana.

RIMODULATO IL PIANO REGIONALE

Questo è ciò che raccontano i numeri ufficiali, dai quali si coglie anche che in Piemonte sono arrivate quasi 75mila dosi di vaccino AstraZeneca ma ne sono state somministrate solo 75, secondo una tendenza nazionale (oltre 1 milione distribuite, solo il 15% utilizzate), mentre delle 15.900 dosi Maderna in Piemonte ne sono state somministrate solo il 13,7%.

La Regione, per altro, ha rimodulato il piano vaccinale e annuncia l’obiettivo di vaccinare altre 80mila persone entro la fine di febbraio. «Tutte le aziende potenzieranno ulteriormente le forze – rende noto l’assessore alla Sanità Luigi Icardi – sia con personale proprio che con prestazioni aggiuntive e anche convenzionamenti con soggetti esterni. A dare supporto ci saranno anche le aziende ospedaliere». L’assessore aggiunge che «con il via libera del Ministero della Salute all’utilizzo del vaccino AstraZeneca sulle persone fino a 65 anni la campagna vaccinale riceve un’accelerazione importante. Vuol dire poter tornare ad affidarsi con maggiore efficacia a medici di famiglia e farmacisti per vaccinare la più ampia fascia di popolazione in età lavorativa».

LE VACCINAZIONI NEL NOVARESE

L’assessore alla Sanità è ben conscio che con «10mila vaccinazioni al giorno ci vorrebbe più di un anno per immunizzare tutta la popolazione piemontese» e ha da subito concordato con i direttori delle aziende sanitarie il numero di somministrazioni per cogliere l’obiettivo di fine febbraio. L’Asl di Novara dovrà procedere ad un ritmo di 730 inoculazioni al giorno. Nel Novarese ad oggi si registrano 22.809 preadesioni, di cui 17.148 over 80 e 5.661 personale scolastico.

Per accelerare le vaccinazioni la Regione sembra dunque intenzionata a coinvolgere anche il personale sanitario delle strutture private accreditate.

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Antonio Maio

Nato a Lecco il 26 febbraio 1957, vive a Novara dal 1966. Giornalista dal 1986 ha svolto la professione quasi esclusivamente ai settimanali della Diocesi di Novara fino a diventarne direttore.