Sono terminate le riunioni dell’Osservatorio sulle assunzioni del personale sanitario istituito dalla Regione Piemonte che si era impegnata ad incrementare di 2.000 unità il personale sanitario, ma secondo il sindacato degli infermieri Nursind ha espresso le sue perplessità sull’esperienza.
«L’Osservatorio Regionale ha fatto il suo corso ed è strumento di monitoraggio importante ma ora sono necessarie azioni e strumenti nuovi, anche in considerazione dell’analisi dei risultati raggiunti e delle criticità evidenziate» si legge nella nota del sindacato che denuncia la mancanza di 6000 infermieri in Piemonte per far fronte alle carenze negli ospedali pubblici e nelle rsa. Il dato tiene conto anche del fabbisogno necessario per aprire le case e gli ospedali di comunità che entro il 31 dicembre dell’anno prossimo dovrebbero entrare in funzione. Il condizionale è d’obbligo perché dagli ultimi dati, in Piemonte e anche nel novarese, molti cantieri non sono ancora partiti.
Secondo i dati dell’Osservatorio, delle 1500 unità di personale che dovevano essere assunte, senza considerare i numeri del turn over, al 31 dicembre 2024, soltanto 1100 sono state assunte, compreso il personale amministrativo. Un dato quindi sotto le previsioni che Nursind denuncia «mancano all’appello 400 infermieri e sono diverse le aziende che non hanno neanche soddisfatto il turnover per queste figure».
«Un dato che non può che peggiorare se guardiamo alla curva pensionistica dei prossimi anni. La previsione infatti è di circa 1000 uscite all’anno nella nostra regione a fronte di poco più di 700 neo laureati che teoricamente potrebbero entrare. Il delta è preoccupante se si tiene conto che non è per nulla scontato che tutti decidano di restare in Piemonte» ha aggiunto il sindacato che ha rilanciato «abbiamo più volte proposto alla regione nel corso degli incontri con le aziende la necessità e l’urgenza di aprire una unità di crisi, un focus specifico e dedicato per affrontare la situazione sulla questione infermieristica a cui andremo incontro per la valutazione di possibili azioni, sotto ogni profilo economico, tecnico e anche organizzativo».
Le conclusioni del sindacato non hanno fatto mancare la critica «se è vero che mancano migliaia di infermieri, al di la dell’obbiettivo dell’osservatorio regionale che resta di per se comunque insufficiente, non ci è stato indicato dalle aziende quali azioni si intendono mettere in campo per fronteggiare questa carenze e tanto meno una analisi della situazione».