Scuole, il Piemonte va da sé: scuole superiori in Dad fino al 16 gennaio

Scuole superiori chiuse, in didattica a distanza, fino al 16 gennaio. E’ questa la scelta della Regione Piemonte, ossia una stretta maggiore rispetto alla decisione del Governo di riaprire con presenza al 50% a partire dal 7 gennaio prima e dall’11 poi. Le scuole medie invece, e anche le primarie, riapriranno regolarmente il 7.

Il presidente della Regione Cirio si è riunito proprio questa mattina, martedì 5 gennaio, con i presidenti delle Province, i sindaci dei Comuni capoluogo, i prefetti piemontesi, i rappresentanti degli Enti locali (Anci, Anpci, Upi, Uncem e Ali-Legautonomie), sentiti anche i sindacati, l’Ufficio scolastico regionale e il Ministro della Salute.

«In queste settimane – ha sottolineato il presidente Cirio – il prezioso lavoro coordinato dalle Prefetture con la collaborazione degli enti locali e di tutto il mondo della scuola piemontese ha portato alla definizione di un piano di organizzazione dei trasporti operativo per garantire il ritorno in classe degli studenti delle scuole superiori sia al 75% che al 50%. Il Piemonte è pronto a partire, ma l’attuale quadro epidemiologico ci impone prudenza, perché la curva del contagio in crescita in molti Paesi europei e in altre regioni italiane ci mette concretamente di fronte al rischio di una terza ondata che dobbiamo fare in modo di contenere. Il Governo, inoltre, ha modificato nella notte i criteri per la definizione delle soglie di rischio, abbassando i valori per il passaggio di colore tra le diverse zone, per cui è fondamentale avere questa settimana di tempo in più per monitorare l’andamento epidemiologico. Dobbiamo dare sicurezza e certezza alle famiglie e al mondo della scuola, perché non avrebbe senso aprire per poi richiudere dopo qualche giorno».

E Cirio fa un’altra richiesta al GovernO. «Chiedo al Governo di poter usare le rimanenze delle dosi di vaccino destinate alla prima Fase per vaccinare subito anche il personale scolastico, tra le categorie professionali più colpite dal contagio nella seconda ondata che è prioritario tutelare».

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Scuole, il Piemonte va da sé: scuole superiori in Dad fino al 16 gennaio

Scuole superiori chiuse, in didattica a distanza, fino al 16 gennaio. E' questa la scelta della Regione Piemonte, ossia una stretta maggiore rispetto alla decisione del Governo di riaprire con presenza al 50% a partire dal 7 gennaio prima e dall'11 poi. Le scuole medie invece, e anche le primarie, riapriranno regolarmente il 7. Il presidente della Regione Cirio si è riunito proprio questa mattina, martedì 5 gennaio, con i presidenti delle Province, i sindaci dei Comuni capoluogo, i prefetti piemontesi, i rappresentanti degli Enti locali (Anci, Anpci, Upi, Uncem e Ali-Legautonomie), sentiti anche i sindacati, l’Ufficio scolastico regionale e il Ministro della Salute. «In queste settimane - ha sottolineato il presidente Cirio - il prezioso lavoro coordinato dalle Prefetture con la collaborazione degli enti locali e di tutto il mondo della scuola piemontese ha portato alla definizione di un piano di organizzazione dei trasporti operativo per garantire il ritorno in classe degli studenti delle scuole superiori sia al 75% che al 50%. Il Piemonte è pronto a partire, ma l’attuale quadro epidemiologico ci impone prudenza, perché la curva del contagio in crescita in molti Paesi europei e in altre regioni italiane ci mette concretamente di fronte al rischio di una terza ondata che dobbiamo fare in modo di contenere. Il Governo, inoltre, ha modificato nella notte i criteri per la definizione delle soglie di rischio, abbassando i valori per il passaggio di colore tra le diverse zone, per cui è fondamentale avere questa settimana di tempo in più per monitorare l’andamento epidemiologico. Dobbiamo dare sicurezza e certezza alle famiglie e al mondo della scuola, perché non avrebbe senso aprire per poi richiudere dopo qualche giorno». E Cirio fa un'altra richiesta al GovernO. «Chiedo al Governo di poter usare le rimanenze delle dosi di vaccino destinate alla prima Fase per vaccinare subito anche il personale scolastico, tra le categorie professionali più colpite dal contagio nella seconda ondata che è prioritario tutelare».

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