Vaccini: il Piemonte crea un’alternativa per casi gravi non inclusi nella lista ministeriale

Vaccini: il Piemonte crea un’alternativa per chi ha patologie gravi non incluse nella lista del ministero. Lo annuncia l’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi, che parla di «superamento di un limite burocratico che paradossalmente rischiava di penalizzare molte persone in condizioni critiche che non vedevano riconosciuta la loro priorità nella vaccinazione, soltanto perché non si riusciva a dimostrarne sulla carta l’effettiva fragilità». Il ministero della Salute aveva predisposto un elenco di 13 patologie, in seguito alle quali le persone che ne sono affette possono essere considerate “altamente fragili”. Categoria, questa, per cui la vaccinazione è già in corso e include anche i “care givers”, ovvero i familiari e gli operatori che con esse hanno contatti quotidiani e se ne prendono cura. Categoria in cui non è riuscita a rientrare una donna di Cuneo che vive con due terzi di un solo polmone, la cui vicenda è balzata agli onori delle cronache mediatiche.

 

Il Piemonte ha quindi creato una via alternativa: un gruppo di lavoro per la valutazione medico-legale dei casi di fragilità non espressamente compresi nell’elenco delle categorie con priorità vaccinale, è stato costituito nell’ambito del Comitato tecnico scientifico dell’Unità di crisi della Regione Piemonte. Saranno i medici di base a segnalare i casi “extra”

«L’obiettivo – spiega l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi – è di autorizzare la vaccinazione di quelle persone che pur manifestando condizioni di salute di estrema gravità, non risultano formalmente appartenere a nessuna delle categorie con priorità previste dal Ministero. Si tratta purtroppo di casi di una certa frequenza, su cui i medici di medicina generale vengono a trovarsi in difficoltà, in quanto non supportati da oggettivi riscontri giuridici che li sollevino da responsabilità nel caso di eventuali vaccinazioni che potrebbero essere considerate “arbitrarie”, vale a dire al di fuori delle categorie indicate dai decreti nazionali».

Da ora in poi, quindi, i casi considerati “dubbi” verranno segnalati dai medici di medicina generale al commissario straordinario dell’Area giuridico legale dell’Unità di crisi, Antonio Rinaudo, il quale li sottoporrà, a seconda delle patologie evidenziate, al Gruppo del Comitato tecnico scientifico competente, che, a stretto giro, si esprimerà sulla legittimità della vaccinazione, autorizzandone o meno l’esecuzione.

«Il caso della donna di Cuneo che vive con due terzi di un solo polmone, ma che non rientra nella categoria delle persone estremamente fragili – rileva Antonio Rinaudo -, è emblematico della necessità di dover operare velocemente per risolvere situazioni palesemente critiche. Attraverso il Comitato tecnico scientifico siamo intervenuti immediatamente per dare la giusta interpretazione e la giusta collocazione alla patologia di cui è portatrice la signora, garantendole un’immediata vaccinazione che non avrebbe potuto avere luogo se si fosse seguito rigidamente il protocollo sanitario indicato nella Tabella 1 della categoria 2 delle Raccomandazioni ad interim del Ministero della Salute».

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Vaccini: il Piemonte crea un’alternativa per casi gravi non inclusi nella lista ministeriale

Vaccini: il Piemonte crea un’alternativa per chi ha patologie gravi non incluse nella lista del ministero. Lo annuncia l’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi, che parla di «superamento di un limite burocratico che paradossalmente rischiava di penalizzare molte persone in condizioni critiche che non vedevano riconosciuta la loro priorità nella vaccinazione, soltanto perché non si riusciva a dimostrarne sulla carta l’effettiva fragilità». Il ministero della Salute aveva predisposto un elenco di 13 patologie, in seguito alle quali le persone che ne sono affette possono essere considerate “altamente fragili”. Categoria, questa, per cui la vaccinazione è già in corso e include anche i “care givers”, ovvero i familiari e gli operatori che con esse hanno contatti quotidiani e se ne prendono cura. Categoria in cui non è riuscita a rientrare una donna di Cuneo che vive con due terzi di un solo polmone, la cui vicenda è balzata agli onori delle cronache mediatiche.

 

Il Piemonte ha quindi creato una via alternativa: un gruppo di lavoro per la valutazione medico-legale dei casi di fragilità non espressamente compresi nell’elenco delle categorie con priorità vaccinale, è stato costituito nell’ambito del Comitato tecnico scientifico dell’Unità di crisi della Regione Piemonte. Saranno i medici di base a segnalare i casi “extra”

«L’obiettivo – spiega l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi – è di autorizzare la vaccinazione di quelle persone che pur manifestando condizioni di salute di estrema gravità, non risultano formalmente appartenere a nessuna delle categorie con priorità previste dal Ministero. Si tratta purtroppo di casi di una certa frequenza, su cui i medici di medicina generale vengono a trovarsi in difficoltà, in quanto non supportati da oggettivi riscontri giuridici che li sollevino da responsabilità nel caso di eventuali vaccinazioni che potrebbero essere considerate “arbitrarie”, vale a dire al di fuori delle categorie indicate dai decreti nazionali».

Da ora in poi, quindi, i casi considerati “dubbi” verranno segnalati dai medici di medicina generale al commissario straordinario dell’Area giuridico legale dell’Unità di crisi, Antonio Rinaudo, il quale li sottoporrà, a seconda delle patologie evidenziate, al Gruppo del Comitato tecnico scientifico competente, che, a stretto giro, si esprimerà sulla legittimità della vaccinazione, autorizzandone o meno l’esecuzione.

«Il caso della donna di Cuneo che vive con due terzi di un solo polmone, ma che non rientra nella categoria delle persone estremamente fragili – rileva Antonio Rinaudo -, è emblematico della necessità di dover operare velocemente per risolvere situazioni palesemente critiche. Attraverso il Comitato tecnico scientifico siamo intervenuti immediatamente per dare la giusta interpretazione e la giusta collocazione alla patologia di cui è portatrice la signora, garantendole un’immediata vaccinazione che non avrebbe potuto avere luogo se si fosse seguito rigidamente il protocollo sanitario indicato nella Tabella 1 della categoria 2 delle Raccomandazioni ad interim del Ministero della Salute».

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