In pronto soccorso 158 donne vittime di violenza: «Fenomeno in crescita costante». La voce arriva corale da parte di tutte le istituzioni novaresi che ieri, 25 novembre, si sono riunite per fare il punto sul Protocollo antiviolenza sottoscritto con la Provincia.
Alle Strutture dell’Azienda ospedaliero-universitaria “Maggiore della Carità” di Novara «spetta l’ingrato compito di intervenire a violenza avvenuta. Abbiamo cercato di migliorare i nostri percorsi – ha commentato il Dirigente medico Edit Shahi – per prendere in carico la donna, stabilendo proficui contatti con tutta la rete di sostegno legale e sociale. Purtroppo anche noi registriamo un aumento nonostante la pandemia: lo scorso anno, in pieno lockdown, abbiamo gestito in tutto 19 casi, dei quali 5 in aprile e 4 in maggio, 10 dei quali erano casi di violenza sessuale. Nel 2020 i casi sono stati in tutto 152 casi e nel 2021, fino al mese di novembre, ne abbiamo gestiti 158. In accordo con la Procura, quando si verificano determinati episodi, da parte nostra si procede d’ufficio con la denuncia. Stiamo lavorando per accogliere le vittime nel modo migliore possibile, anche per quanto riguarda il Pronto soccorso».
Il sostituto procuratore Chantal Dameglio ha fornito ulteriori dati. «Nel 2020 – ha detto – risultavano iscritti 262 fascicoli come “codici rossi” e 16 “modelli 45”, quelli che riguardano fatti non costituenti notizia di reato, ma che vanno considerati come esposti che nascondono situazioni delicate. I numeri sono alti e i reati in crescita: il nostro compito è accertare il reato, ascoltando la vittima per renderci conto della situazione del contesto familiare e valutando gli elementi a carico e anche favore dell’indagato. Rispetto a maltrattamenti e situazioni di stalking, bisogna considerare con attenzione il rapporto che si crea tra il maltrattante e la persona offesa. E’ quindi importante il lavoro di rete sociale degli Enti e delle realtà che possono far sì che la vittima sia aiutata e non lasciata mai sola. La legge 69/2019 ci fornisce strumenti penetranti rispetto ai reati, ma le donne devono capire che anche solo uno schiaffo o un controllo serrato della loro vita sono segnali che nascondono una problematica. Capitano infatti i casi di donne di una certa età che si accorgono solo dopo un fatto eclatante di essere state maltrattate per una vita, sopportando tutto per amore della famiglia».
Nel periodo tra il 1° gennaio e il 31 ottobre di quest’anno, «il servizio di accoglienza della Provincia ha primariamente gestito 13 casi di donne vittime di violenza, individuando il corretto percorso di tutela sulla base della valutazione delle singole situazioni e delle esigenze emerse. L’Ufficio Pari opportunità – ha spiegato la consigliera Elena Foti – ha inoltre monitorato la problematica all’interno del Novarese per avere un quadro più completo relativo del 2021. Sempre nel periodo tra il 1° gennaio 2021 e il 31 ottobre scorsi, risulta che nel territorio di competenza abbiano avuto accesso ai servizi di rete 256 donne vittime di violenza, delle quali 158 italiane e una rilevante parte – in tutto 50 – di origine africana. Le rimanenti appartengono ad altre nazionalità. Oltre 100 le donne che sono state accolte dai Centri Antiviolenza della Provincia. Le altre hanno trovato assistenza da parte dei Centri servizi del territorio. La fascia di età che risulta maggiormente interessata dal fenomeno della violenza è quella tra i 35 e 44 anni, in tutto 107 donne. L’età media è leggermente più bassa rispetto agli anni precedenti. Sono poi state accolte 19 donne della fascia d’età tra i 18 e i 24 anni, 38 donne della fascia d’età tra i 25 e i 34 anni e 71 donne della fascia d’età tra i 45 e i 54 anni e, infine, 21 donne over 55 anni. Il numero dei figli minori coinvolti è di 191. Dalle varie relazioni svolte dagli operatori, risulta che la maggior parte delle donne abbia subito violenza fisica e psicologica, ma ci sono stati anche 8 casi di stalking e di 39 casi di violenza economica. Sul totale delle vittime – ha concluso la consigliera – sono state 155 le donne che hanno sporto denuncia».
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