«In stazione più sicurezza e servizi funzionanti». Lo chiedono i pendolari novaresi

Non solo bar, ma anche illuminazione, controlli e una sala con qualche comfort per chi prende il treno tutti i giorni per studio o lavoro

Sicurezza e servizi sono le parole d’ordine dei pendolari novaresi per la stazione ferroviaria che è stata di recente oggetto di dibattito in consiglio comunale, con una mozione che chiedeva di sollecitare al gruppo RFI la riapertura del bar, chiuso dal 2018. Sono tantissime le pendolari che ogni mattina si muovono verso Torino e Milano utilizzando il servizio regionale.

Negli orari di punta le banchine sono brulicanti di lavoratori e studenti che aspettano il treno in una struttura che molti di loro giudicano non all’altezza delle aspettative. I pendolari che abbiamo intervistato hanno raccontato a La Voce le loro impressioni. Giulia, trecatese, viaggia tutti i giorni per raggiungere l’università di Torino dove studia psicologia e a Novara effettua un cambio di circa 20 minuti senza poter bere un caffè o trovare uno spazio caldo e comodo per aspettare la coincidenza. Così commenta lo stato di salute della sala d’aspetto della stazione: «È uno spazio piccolo, troppo spesso molto affollato, specialmente nelle giornate più fredde, e comunque privo di qualsiasi comfort o servizio. Senza più edicola e bar preferisco aspettare sul binario e scambiare due chiacchiere con i colleghi».

In direzione opposta, verso Milano, viaggia invece Paolo, un imprenditore che condivide le lamentele della studentessa: «Quando ho iniziato a prendere il treno per muovermi verso Milano ed evitare il traffico veicolare, oltre che per aiutare l’ambiente, il bar della stazione era un luogo dove confrontarmi con clienti o colleghi. Un modo per iniziare la giornata in uno spazio confortevole che, a volte, riusciva a far dimenticare i disagi relativi ai ritardi».

Se il bar della stazione e la sala d’aspetto sono tra i temi più chiacchierati sulle banchine della stazione, in generale è il tema della sicurezza e dell’accessibilità degli spazi a destare preoccupazione. Alessandro studia al Politecnico e, soprattutto al rientro in tarda sera, è preoccupato «dalla scarsa illuminazione e dal praticamente inesistente presidio da parte degli addetti alla sicurezza. Tra transenne, cantieri e luci che non funzionano mi sento spesso a disagio, probabilmente anche a causa del fatto che dopo una certa ora la stazione è praticamente deserta e frequentata da personaggi poco raccomandabili».

Anche Eleonora vive a Novara ma studia a Milano e si dice preoccupata per le scarse condizioni di sicurezza della stazione che, secondo lei, «è poco illuminata, anche in piazza Garibaldi nonostante i tentativi dei mesi scorsi di darle vita con le installazioni artistiche, a mio giudizio di cattivo gusto. Servirebbe invece un presidio che permetta ai pendolari di poter trovare un luogo sicuro e tranquillo in una zona investita da una serie di problemi di natura sociale».

Se la piazza antistante genera preoccupazione, non va meglio per la zona del retrostazione dove tantissimi parcheggiano le proprie auto. La storia di Simone, anche lui studente del Politecnico, è emblematica con ben tre aperture del finestrino e annesso furto di oggetti dall’interno della macchina nei pressi dell’ex Olcese. «Per fortuna non lascio mai nulla di valore all’interno dell’auto, ma il fatto che sia successo per tre volte è sintomo di qualcosa che non funziona. L’auto non ha subito danni, ma non si può vivere con la paura di tornare a casa e trovare l’auto aperta o non trovarla proprio».

Non solo la riapertura del bar, quindi, ma anche una richiesta di maggiori controlli e presidio delle zone limitrofe sono le richieste di chi “abita” la stazione. Saranno ascoltati dal mondo della politica?

Condividi:

Facebook
WhatsApp
Telegram
Email
Twitter

Condividi l'articolo

© 2020-2024 La Voce di Novara - Riproduzione Riservata
Iscrizione al registro della stampa presso il Tribunale di Novara

Picture of Luca Galuppini

Luca Galuppini

24 anni, laureato con lode in Politics, Philosophy and Public Affairs presso l'Università degli Studi di Milano, lavora come addetto stampa.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

SEGUICI SUI SOCIAL

Sezioni

Condividi

SEGUICI SUI SOCIAL

Sezioni

«In stazione più sicurezza e servizi funzionanti». Lo chiedono i pendolari novaresi

Non solo bar, ma anche illuminazione, controlli e una sala con qualche comfort per chi prende il treno tutti i giorni per studio o lavoro

Sicurezza e servizi sono le parole d'ordine dei pendolari novaresi per la stazione ferroviaria che è stata di recente oggetto di dibattito in consiglio comunale, con una mozione che chiedeva di sollecitare al gruppo RFI la riapertura del bar, chiuso dal 2018. Sono tantissime le pendolari che ogni mattina si muovono verso Torino e Milano utilizzando il servizio regionale.

Negli orari di punta le banchine sono brulicanti di lavoratori e studenti che aspettano il treno in una struttura che molti di loro giudicano non all'altezza delle aspettative. I pendolari che abbiamo intervistato hanno raccontato a La Voce le loro impressioni. Giulia, trecatese, viaggia tutti i giorni per raggiungere l'università di Torino dove studia psicologia e a Novara effettua un cambio di circa 20 minuti senza poter bere un caffè o trovare uno spazio caldo e comodo per aspettare la coincidenza. Così commenta lo stato di salute della sala d'aspetto della stazione: «È uno spazio piccolo, troppo spesso molto affollato, specialmente nelle giornate più fredde, e comunque privo di qualsiasi comfort o servizio. Senza più edicola e bar preferisco aspettare sul binario e scambiare due chiacchiere con i colleghi».

In direzione opposta, verso Milano, viaggia invece Paolo, un imprenditore che condivide le lamentele della studentessa: «Quando ho iniziato a prendere il treno per muovermi verso Milano ed evitare il traffico veicolare, oltre che per aiutare l'ambiente, il bar della stazione era un luogo dove confrontarmi con clienti o colleghi. Un modo per iniziare la giornata in uno spazio confortevole che, a volte, riusciva a far dimenticare i disagi relativi ai ritardi».

Se il bar della stazione e la sala d'aspetto sono tra i temi più chiacchierati sulle banchine della stazione, in generale è il tema della sicurezza e dell'accessibilità degli spazi a destare preoccupazione. Alessandro studia al Politecnico e, soprattutto al rientro in tarda sera, è preoccupato «dalla scarsa illuminazione e dal praticamente inesistente presidio da parte degli addetti alla sicurezza. Tra transenne, cantieri e luci che non funzionano mi sento spesso a disagio, probabilmente anche a causa del fatto che dopo una certa ora la stazione è praticamente deserta e frequentata da personaggi poco raccomandabili».

Anche Eleonora vive a Novara ma studia a Milano e si dice preoccupata per le scarse condizioni di sicurezza della stazione che, secondo lei, «è poco illuminata, anche in piazza Garibaldi nonostante i tentativi dei mesi scorsi di darle vita con le installazioni artistiche, a mio giudizio di cattivo gusto. Servirebbe invece un presidio che permetta ai pendolari di poter trovare un luogo sicuro e tranquillo in una zona investita da una serie di problemi di natura sociale».

Se la piazza antistante genera preoccupazione, non va meglio per la zona del retrostazione dove tantissimi parcheggiano le proprie auto. La storia di Simone, anche lui studente del Politecnico, è emblematica con ben tre aperture del finestrino e annesso furto di oggetti dall'interno della macchina nei pressi dell'ex Olcese. «Per fortuna non lascio mai nulla di valore all'interno dell'auto, ma il fatto che sia successo per tre volte è sintomo di qualcosa che non funziona. L'auto non ha subito danni, ma non si può vivere con la paura di tornare a casa e trovare l'auto aperta o non trovarla proprio».

Non solo la riapertura del bar, quindi, ma anche una richiesta di maggiori controlli e presidio delle zone limitrofe sono le richieste di chi "abita" la stazione. Saranno ascoltati dal mondo della politica?

© 2020-2024 La Voce di Novara
Riproduzione Riservata

Picture of Luca Galuppini

Luca Galuppini

24 anni, laureato con lode in Politics, Philosophy and Public Affairs presso l'Università degli Studi di Milano, lavora come addetto stampa.