Infortuni per contagio aumentano ancora. A Novara 783, tre quarti sono donne. Salgono ancora nel mese di giugno i contagi Covid19 sul lavoro denunciati all’Inail: in provincia di Novara sono 783 alla fine del mese scorso (52 in più di fine maggio) e in Italia sfiorano quota 50mila (49.986, cioè 2.104 in più di fine maggio) e pari a circa un quinto delle denunce di infortunio pervenute all’Istituto dall’inizio dell’anno. I casi mortali (1 solo nel Novarese) in Italia sono saliti a 252 (44 in più di maggio).
Un trend che non si interrompe, anche se l’impatto del virus sembra essere meno aggressivo.
Ad esserne colpite sono soprattutto le lavoratrici (587 nel Novarese, il 75%), il larghissima parte chi opera nei settori legati alla sanità e la fascia di età con il maggior numero di casi (43,7%) è quella tra i 50 e i 64 anni, seguita (37,8%) dal complesso di lavoratori fra 35 e 49 anni.
I dati si ricavano dal sesto report nazionale dell’Inail sulle denunce di infortunio per infezioni da Covid19 di origine professionale.
A livello di Piemonte (seconda regione dopo la Lombardia per numero di casi, 7.593 pari al 15,2% del dato nazionale) il 37,5% delle denunce riguarda i tecnici della salute (in massima parte, l’80%, infermieri), il 30,2% gli operatori sociosanitari, il 9,4% i medici, quindi operatori socioassistenziali (5,8%) e ausiliari ospedalieri, portantini, barellieri (4%).
Guardando ai settori economici l’83% delle denunce riguarda ospedali, case di cura e di riposo, altri istituti a carattere sanitario istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili del settore “Sanità e assistenza sociale” (65,0% delle denunce) e gli organismi preposti alla sanità, come le Asl, dell’”Amministrazione pubblica” (18,3%). Il 6,1% delle denunce è nel settore “Noleggio e servizi alle imprese” e vede tra i più colpiti gli addetti alle pulizie e i lavoratori interinali. Il 2,7% delle denunce riguarda il settore di servizi dove prevalgono le attività
svolte nei supermercati e nelle farmacie, sostanzialmente addetti alle vendite.
A livello italiano l’Inail annota che le denunce sono concentrale nel Nord Ovest (56,2%, di cui il 36,1% in Lombardia) e oltre l’80% è nell’Italia settentrionale. Quanto ai decessi oltre un terzo riguarda l’ambito sanitario, comprensivo del personale delle Asl. Seguono i servizi di vigilanza, pulizia, call center, il settore manifatturiero (addetti alla lavorazione di prodotti chimici, farmaceutici, alimentari), le attività di alloggio e ristorazione, il commercio e il trasporto e magazzinaggio.