Un raro caso di maltrattamenti in cui è stato l’uomo ad aver denunciato ripetuti comportamenti aggressivi da parte della convivente: «Mi picchiava e mi insultava, lanciandomi addosso oggetti e soprammobili di casa. Una volta è arrivata a minacciarmi con un coltello da cucina». Aggressioni che avevano avuto un’escalation dopo la separazione nel 2021: «Durante un incontro protetto coi figli, lei si è messa a saltare sul cofano della mia auto e poi si è sdraiata davanti, impedendomi di andare via», ha raccontato lui ai carabinieri.
La segnalazione dell’uomo ai carabinieri è arrivata in tribunale dove l’ex compagna G.F., trentanovenne abitante a Fara Novarese, è stata condannata a 2 anni e 6 mesi di reclusione per maltrattamenti in famiglia. I giudici hanno anche stabilito una provvisionale di 3 mila euro per la vittima costituitasi a giudizio, anche se il risarcimento sarà liquidato poi in sede civile.
A conclusione del dibattimento il pm aveva chiesto 2 anni di reclusione, dando piena credibilità al racconto dell’uomo: «Non ce la facevo più. La convivenza era diventata impossibile», aveva detto lui in aula elencando una serie di episodi di violenze verbali e fisiche. Come quella avvenuta il 14 gennaio 2021 quando la donna gli era salito sul cofano dell’auto e aveva detto: «Ti ammazzo». O un’altra in cui lei aveva cercato di colpire il compagno con uno scalpello da muratore, dopo aver preso a martellate la porta della sua abitazione. Il difensore dell’imputata aveva chiesto invece l’assoluzione sostenendo che la vittima fosse scarsamente attendibile e mettendo in evidenza che la storia di coppia era stata certamente conflittuale ma in una condizione di parità, senza che nessuno dei due avesse prevalso sull’altro.