Intestarono a un disabile quote di società in crisi, condannati per circonvenzione d’incapace

Secondo quanto è stato loro contestato, nel settembre 2018 avrebbero fatto firmare alla vittima un passaggio di quote della Cara srl, con tutte le conseguenze che ne erano derivate

Avevano approfittato dei problemi psicologici del conoscente, cui era stato diagnosticato un «disturbo della personalità con ritardo mentale lieve», per intestargli una società piena di debiti, cui era conseguito un crac disastroso, con l’apertura di un fascicolo per bancarotta e decine di imputati. Processati per circonvenzione di incapace ai danni di un quarantacinquenne novarese in cura al centro di salute mentale fin dagli inizi degli anni 2000, A.S., 68 anni, che per il fallimento della Cara srl, società di commercio all’ingrosso, aveva già patteggiato 4 anni di reclusione, e C.R., 48 anni, ritenuto una sorta di testa di legno, sono stati condannati a 2 anni e 8 mesi di reclusione il primo e 3 anni e mezzo di reclusione il secondo. Il sessantenne era accusato anche di truffa, imputazione da cui è stato prosciolto per mancanza di querela. I loro legale avevano chiesto l’assoluzione per mancanza di prove. Presenteranno appello.

Secondo quanto è stato loro contestato, nel settembre 2018 avrebbero fatto firmare alla vittima un passaggio di quote della Cara srl, con tutte le conseguenze che ne erano derivate. Erano andati nello studio di un noto notaio del capoluogo. Nell’operazione commerciale non si era sospettato dell’incapacità dell’acquirente, ma successivamente erano emersi tutti i suoi problemi: «Ha un linguaggio povero, non riesce a seguire discorsi complessi. Ha 45 anni ma intellettivamente ne dimostra molti meno», secondo lo psichiatra che segue il novarese. Al suo medico la vittima aveva raccontato di essere incappato in una truffa e di essere rimasto molto spaventato. Il fatto che il novarese fosse stato truffato, e trasformato in una testa di legno negli affari illeciti della Cara, era emerso quando la magistratura di Pavia cominciò a indagare sulle distrazioni della società.

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Intestarono a un disabile quote di società in crisi, condannati per circonvenzione d’incapace

Secondo quanto è stato loro contestato, nel settembre 2018 avrebbero fatto firmare alla vittima un passaggio di quote della Cara srl, con tutte le conseguenze che ne erano derivate

Avevano approfittato dei problemi psicologici del conoscente, cui era stato diagnosticato un «disturbo della personalità con ritardo mentale lieve», per intestargli una società piena di debiti, cui era conseguito un crac disastroso, con l’apertura di un fascicolo per bancarotta e decine di imputati. Processati per circonvenzione di incapace ai danni di un quarantacinquenne novarese in cura al centro di salute mentale fin dagli inizi degli anni 2000, A.S., 68 anni, che per il fallimento della Cara srl, società di commercio all’ingrosso, aveva già patteggiato 4 anni di reclusione, e C.R., 48 anni, ritenuto una sorta di testa di legno, sono stati condannati a 2 anni e 8 mesi di reclusione il primo e 3 anni e mezzo di reclusione il secondo. Il sessantenne era accusato anche di truffa, imputazione da cui è stato prosciolto per mancanza di querela. I loro legale avevano chiesto l’assoluzione per mancanza di prove. Presenteranno appello.

Secondo quanto è stato loro contestato, nel settembre 2018 avrebbero fatto firmare alla vittima un passaggio di quote della Cara srl, con tutte le conseguenze che ne erano derivate. Erano andati nello studio di un noto notaio del capoluogo. Nell’operazione commerciale non si era sospettato dell’incapacità dell’acquirente, ma successivamente erano emersi tutti i suoi problemi: «Ha un linguaggio povero, non riesce a seguire discorsi complessi. Ha 45 anni ma intellettivamente ne dimostra molti meno», secondo lo psichiatra che segue il novarese. Al suo medico la vittima aveva raccontato di essere incappato in una truffa e di essere rimasto molto spaventato. Il fatto che il novarese fosse stato truffato, e trasformato in una testa di legno negli affari illeciti della Cara, era emerso quando la magistratura di Pavia cominciò a indagare sulle distrazioni della società.

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