Intitolata a Rita Fossaceca una passaggiata ciclopedonale nel centro cittadino

La cerimonia questa mattina, sabato 26 marzo, alla presenza del sindaco Canelli e dei rappresentanti del Rotary che hanno proposto questo importante riconoscimento

La passeggiata controviale ciclopedonale che da baluardo Massimo d’Azeglio arriva sino a via Solaroli, costeggiando da un lato l’ospedale “Maggiore” e dall’altro viale Turati, porta adesso il nome di Rita Fossaceca. La cerimonia ufficiale, con tanto di scoprimento della targa segnaletica verticale, è avvenuta questa mattina, sabato 26 marzo.


Rita Fossaceca, originaria del Molise, era un medico e ricercatore dell’ospedale novarese si dal 2001 e divideva i suoi impegni professionali con l’associazione “For live” (da lei co-fondata nel 2007) in progetti assistenziali internazionali. Proprio nel corso di uno di questi, in Kenya, rimanesse uccisa il 25 novembre 2015 nel corso di un attacco presso l’orfanotrofio di Mijomboni. Un sacrificio che le valse, un anno dopo, il conferimento della Medaglia d’oro al Valor civile alla memoria da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Oggi, dopo una richiesta avanzata dal Rotary Club, è giunto anche questo riconoscimento da parte della città che l’aveva in qualche modo “adottata”, con il provvedimento deliberato dalla giunta dopo il necessario nullaosta da parte della Prefettura, non essendo ancora trascorsi i dieci anni dalla morte come prescritto dalla normativa. Il sindaco Alessandro Canelli ha voluto ringraziare «tutti quelli che sono stati promotori di questa iniziativa, doverosa nei confronti di una persona che ha dato tanto alla nostra città».


«Questa è stata la settimana di Rita – ha aggiunto il presidente di “For life” Alessandro Carriero – Dopo l’intitolazione della nuova biblioteca dell’Università del Piemonte Orientale oggi questo controviale. Sicuramente vuola dire fare memoria di una persona straordinaria, perché al di là del suo aspetto professionale c’era un sottofondo di grande umanità. “For life”, come spesso si usa dire, non è nata per mia volontà, ma per merito di Rita. Non volevamo che si spingesse fino a quell’orfanotrofio, ma evidentemente era un segno del destino. Cosa voglio dire? Che Rita ci manca; ci mancano la sua forza, la sua determinazione, i suoi consigli e il suo modo di essere anche docente».


Hanno poi preso la parola il governatore del Distretto Piemonte Valle d’Aosta 2031 del Rotary, Marco Ronco, il presidente del service novarese Val Ticino Felice Invernizzi e il direttore generale dell’Ospedale “Maggiore”, Gianfraco Zulian. Il primo ha voluto ricordare Rita come ex collega: «Ero primario in Pneumologia e ho avuto modo di conoscerla e lavorare con lei, ammirandone professionalità, capacità, ma soprattutto l’umanità e la disponibilità». Da Inverinizzi un grazie all’amministrazione comunale «per aver accetato la nostra proposta di intitolare qualcosa a Rita. Con la mia famiglia ho avuto la possibilità di andare a svolgere volontariato in Kenya tre anni, toccando con mano le cose belle fatte da lei. Ora sa ricordata non solo da chi l’ha conosciuta ma da tutti i cittadini». Infine Zulian: «Ci sono persone che lasciano il segno. Rita Fossaceca l’ha lasciato dal punto di vista professionale e umano. Era giusto che anche lei venga ricordata per quello che ha fatto e per la testimonianza del suo operato».

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Intitolata a Rita Fossaceca una passaggiata ciclopedonale nel centro cittadino

La cerimonia questa mattina, sabato 26 marzo, alla presenza del sindaco Canelli e dei rappresentanti del Rotary che hanno proposto questo importante riconoscimento

La passeggiata controviale ciclopedonale che da baluardo Massimo d’Azeglio arriva sino a via Solaroli, costeggiando da un lato l’ospedale “Maggiore” e dall’altro viale Turati, porta adesso il nome di Rita Fossaceca. La cerimonia ufficiale, con tanto di scoprimento della targa segnaletica verticale, è avvenuta questa mattina, sabato 26 marzo.


Rita Fossaceca, originaria del Molise, era un medico e ricercatore dell’ospedale novarese si dal 2001 e divideva i suoi impegni professionali con l’associazione “For live” (da lei co-fondata nel 2007) in progetti assistenziali internazionali. Proprio nel corso di uno di questi, in Kenya, rimanesse uccisa il 25 novembre 2015 nel corso di un attacco presso l’orfanotrofio di Mijomboni. Un sacrificio che le valse, un anno dopo, il conferimento della Medaglia d’oro al Valor civile alla memoria da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Oggi, dopo una richiesta avanzata dal Rotary Club, è giunto anche questo riconoscimento da parte della città che l’aveva in qualche modo “adottata”, con il provvedimento deliberato dalla giunta dopo il necessario nullaosta da parte della Prefettura, non essendo ancora trascorsi i dieci anni dalla morte come prescritto dalla normativa. Il sindaco Alessandro Canelli ha voluto ringraziare «tutti quelli che sono stati promotori di questa iniziativa, doverosa nei confronti di una persona che ha dato tanto alla nostra città».


«Questa è stata la settimana di Rita – ha aggiunto il presidente di “For life” Alessandro Carriero – Dopo l’intitolazione della nuova biblioteca dell’Università del Piemonte Orientale oggi questo controviale. Sicuramente vuola dire fare memoria di una persona straordinaria, perché al di là del suo aspetto professionale c’era un sottofondo di grande umanità. “For life”, come spesso si usa dire, non è nata per mia volontà, ma per merito di Rita. Non volevamo che si spingesse fino a quell’orfanotrofio, ma evidentemente era un segno del destino. Cosa voglio dire? Che Rita ci manca; ci mancano la sua forza, la sua determinazione, i suoi consigli e il suo modo di essere anche docente».


Hanno poi preso la parola il governatore del Distretto Piemonte Valle d’Aosta 2031 del Rotary, Marco Ronco, il presidente del service novarese Val Ticino Felice Invernizzi e il direttore generale dell’Ospedale “Maggiore”, Gianfraco Zulian. Il primo ha voluto ricordare Rita come ex collega: «Ero primario in Pneumologia e ho avuto modo di conoscerla e lavorare con lei, ammirandone professionalità, capacità, ma soprattutto l’umanità e la disponibilità». Da Inverinizzi un grazie all’amministrazione comunale «per aver accetato la nostra proposta di intitolare qualcosa a Rita. Con la mia famiglia ho avuto la possibilità di andare a svolgere volontariato in Kenya tre anni, toccando con mano le cose belle fatte da lei. Ora sa ricordata non solo da chi l’ha conosciuta ma da tutti i cittadini». Infine Zulian: «Ci sono persone che lasciano il segno. Rita Fossaceca l’ha lasciato dal punto di vista professionale e umano. Era giusto che anche lei venga ricordata per quello che ha fatto e per la testimonianza del suo operato».

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