«Inutile buttare un secchio d’acqua su una terra arida». La politica locale a fianco della protesta degli agricoltori

Il parlamentare Marzio Liuni e il consigliere regionale Federico Perugini hanno partecipato questa mattina alla protesta a Novarello

La guerra per l’acqua tra il territorio novarese e la Lomellina non si placa e la politica locale si schiera a favore degli agricoltori. Già nella giornata di ieri l’assessore regionale all’Ambiente e coordinatore delle attività del tavolo per l’emergenza idrica, Matteo Marnati, era stato molto critico nei confronti del consorzio Est Sesia che martedì ha deciso di chiudere le derivazioni delle bocche di irrigazione per permettere di bagnare i campi di della Lomellina a discapito di quello novaresi.

Questa mattina alla protesta degli agricoltori (leggi qui) a Novarello c’era anche il parlamentare Marzio Liuni che non ha risparmiato parole nei confronti del consorzio: «Gli agricoltori della provincia di Novara hanno fatto sacrifici e qualcosa sono usciti a salvare. In Lomellina la situazione è drammatica: se ora si toglie l’acqua nel novarese, di drammatizza anche qui e non di risolve il problema altrove: a buttare tre secchi d’acqua sulla terra arida non cambia nulla. Alla domanda degli agricoltori “perchè ci avete tolto l’acqua?” Est Sesia non ha risposto. Viene da pensare che sia tratti di una questione di politica territoriale: il presidente è lomellino e probabilmente, messo alle strette, ha dovuto aprire i rubinetti facendo danni a Novara. A lui ho detto che dobbiamo lavorare sui ristori per chi ha i campi completamente danneggiati. E lo si può fare anche con il riconoscimento dello stato di calamità».

Presente anche il consigliere regionale Federico Perugini che già nella giornata di ieri si era espresso a favore degli agricoltori: «Regione Piemonte sta portando avanti un lavoro di programmazione e pianificazione futura per invasi e microinvasi in modo da raccogliere l’acqua in assenza delle riserve derivanti dalla neve che non a causa dei cambiamenti climatici non è più sufficiente. La prospettiva i giovani agricoltori la devono avere. Su quello che stanno succedendo in questo momento serve equità, proporzionalità e tempi giusti nell’informazione».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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La guerra per l’acqua tra il territorio novarese e la Lomellina non si placa e la politica locale si schiera a favore degli agricoltori. Già nella giornata di ieri l’assessore regionale all’Ambiente e coordinatore delle attività del tavolo per l’emergenza idrica, Matteo Marnati, era stato molto critico nei confronti del consorzio Est Sesia che martedì ha deciso di chiudere le derivazioni delle bocche di irrigazione per permettere di bagnare i campi di della Lomellina a discapito di quello novaresi.

Questa mattina alla protesta degli agricoltori (leggi qui) a Novarello c’era anche il parlamentare Marzio Liuni che non ha risparmiato parole nei confronti del consorzio: «Gli agricoltori della provincia di Novara hanno fatto sacrifici e qualcosa sono usciti a salvare. In Lomellina la situazione è drammatica: se ora si toglie l’acqua nel novarese, di drammatizza anche qui e non di risolve il problema altrove: a buttare tre secchi d’acqua sulla terra arida non cambia nulla. Alla domanda degli agricoltori “perchè ci avete tolto l’acqua?” Est Sesia non ha risposto. Viene da pensare che sia tratti di una questione di politica territoriale: il presidente è lomellino e probabilmente, messo alle strette, ha dovuto aprire i rubinetti facendo danni a Novara. A lui ho detto che dobbiamo lavorare sui ristori per chi ha i campi completamente danneggiati. E lo si può fare anche con il riconoscimento dello stato di calamità».

Presente anche il consigliere regionale Federico Perugini che già nella giornata di ieri si era espresso a favore degli agricoltori: «Regione Piemonte sta portando avanti un lavoro di programmazione e pianificazione futura per invasi e microinvasi in modo da raccogliere l’acqua in assenza delle riserve derivanti dalla neve che non a causa dei cambiamenti climatici non è più sufficiente. La prospettiva i giovani agricoltori la devono avere. Su quello che stanno succedendo in questo momento serve equità, proporzionalità e tempi giusti nell’informazione».

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