Julia Ituma, la promessa del volley che sognava Paola Egonu

Julia Ituma, la giocatrice 18enne della Igor Volley morta questa notte a Istanbul mentre era in trasferta con la squadra per la semifinale di Champions, sognava di diventare come Paola Egonu. Nata a Milano da genitori nigeriani, era alta 192 centimetri e già a 15 anni riusciva a saltare a 3,35 metri.

Opposta di ruolo, era approdata l’estate scorsa a Novara dopo tre stagioni con la maglia del Club Italia, società “federale” di stanza al “Centro Pavesi” del capoluogo lombardo, dove aveva disputato altrettanti campionati di A2. Contemporaneamente aveva fatto parte anche delle diverse rappresentative giovanili italiane, con le quali aveva conquistato l’oro mondiale Under 20 due anni fa e nel 2022 quello europeo con la Under 19, oltre a salire sul gradino più alto del podio in occasione delle Olimpiadi junior.

Questa stagione, la prima nel massimo campionato di volley femminile, avrebbe dovuto rappresentare per lei una importante “vetrina” in un top club come quello novarese. Pur essendo “chiusa” nel ruolo dalla turca Ebrar Karakurt, aveva comunque avuto modo di dimostrare le sue qualità nelle occasioni in cui l’allenatore Stefano Lavarini, nel gioco dei cambi, le aveva dato modo di scendere in campo, non ultima ieri sera contro l’Eczacibasi. Tecnici e addetti ai lavori erano concordi del prospettare per lei un futuro importante nel mondo del volley, tanto da eleggerla come erede naturale, appunto, di Paola Egonu.

(foto Gazzetta)

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Julia Ituma, la promessa del volley che sognava Paola Egonu

Julia Ituma, la giocatrice 18enne della Igor Volley morta questa notte a Istanbul mentre era in trasferta con la squadra per la semifinale di Champions, sognava di diventare come Paola Egonu. Nata a Milano da genitori nigeriani, era alta 192 centimetri e già a 15 anni riusciva a saltare a 3,35 metri.

Opposta di ruolo, era approdata l’estate scorsa a Novara dopo tre stagioni con la maglia del Club Italia, società “federale” di stanza al “Centro Pavesi” del capoluogo lombardo, dove aveva disputato altrettanti campionati di A2. Contemporaneamente aveva fatto parte anche delle diverse rappresentative giovanili italiane, con le quali aveva conquistato l’oro mondiale Under 20 due anni fa e nel 2022 quello europeo con la Under 19, oltre a salire sul gradino più alto del podio in occasione delle Olimpiadi junior.

Questa stagione, la prima nel massimo campionato di volley femminile, avrebbe dovuto rappresentare per lei una importante “vetrina” in un top club come quello novarese. Pur essendo “chiusa” nel ruolo dalla turca Ebrar Karakurt, aveva comunque avuto modo di dimostrare le sue qualità nelle occasioni in cui l’allenatore Stefano Lavarini, nel gioco dei cambi, le aveva dato modo di scendere in campo, non ultima ieri sera contro l’Eczacibasi. Tecnici e addetti ai lavori erano concordi del prospettare per lei un futuro importante nel mondo del volley, tanto da eleggerla come erede naturale, appunto, di Paola Egonu.

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