La colf Mide Ndreu ha ucciso Antonio Amicucci con più di 10 coltellate. A distanza di poco più di 48 ore dal delitto di via Andoardi, ciò che preme verificare ai carabinieri del Reparto operativo è il numero esatto di colpi e la modalità con cui sono stati inferti. Le risposte arriveranno dall’autopsia, che potrebbe essere eseguita già lunedì 29 novembre; per quel giorno è infatti fissato l’affidamento dell’incarico al medico legale.
Mide Ndreu ha subito confessato il delitto, dopo aver atteso i carabinieri a casa di una vicina di pianerottolo di Amicucci. Davanti al sostituto procuratore Giovanni Castellani si è giustificata dicendo di avere reagito di fronte a pesanti avances sessuali. Ma gli inquirenti vogliono capire se si sia trattato di legittima difesa o se la donna abbia infierito sul pensionato ormai inerme. Tramite l’autopsia si vuole riuscire a comprendere se il 68enne fosse in piedi davanti a lei, seduto o magari sdraiato a terra mentre gli venivano inferte le coltellate letali. Sul corpo del pensionato ci sarebbero anche segni che indicherebbero una postura di difesa.
Subito dopo la fuga della colf, Amicucci è riuscito a chiamare il 112. Nella telefonata, durata solo pochi secondi, ha detto: «Aiutatemi sto male, mi hanno accoltellato». Dopodiché la linea è caduta, ma nel frattempo altri vicini avevano chiamato il numero d’emergenza; compresa la donna da cui si era rifugiata Mide Ndreu.
La vicina è stata sentita dai carabinieri, così come un altro inquilino che vive sullo stesso pianerottolo: entrambi hanno riferito che non c’erano mai state altre liti violente fra Ndreu e Amicucci. In tal senso sembrerebbero quindi vacillare le dichiarazioni della colf, secondo cui il pensionato si era invaghito di lei e avrebbe preteso delle prestazioni sessuali sempre più insistentemente. Situazione che la donna ha descritto come ossessiva, tuttavia non aveva mai smesso di presentarsi a casa di Amicucci una volta a settimana per fargli le pulizie. Inoltre, da quanto risulta, suo figlio si prendeva anche cura del pastore maremmano del pensionato – l’animale dopo il delitto è stato affidato all’Enpa e portato al canile di via del Gazurlo – in quanto Amicucci aveva problemi di salute e usciva ormai molto di rado.
Nei giorni scorsi si è parlato anche dei suoi precedenti penali. A suo carico risulta una condanna nel 2004 a 10 mesi per molestie all’ex moglie e alle figlie, che non ha scontato in carcere. Si tratterebbe di una vicenda legata alla separazione, avvenuta in modo piuttosto burrascosa fra i due ex coniugi. Successivamente risultano altri piccoli reati.
Per il momento Mide Ndreu resta detenuta nel carcere di Vercelli. Questa mattina si è tenuta l’udienza di convalida, ma il Gip si è riservato fino a domani mattina la decisione sia di convalida dell’arresto sia sulla misura cautelare.