La Corte dei conti approva il bilancio ma bacchetta ugualmente la Regione: «Troppi “gettonisti” nella sanità»

Ridotti disavanzo e indebitamento, mentre il presidente Cirio promette altri risparmi, ma spuntano 100 milioni per “camici bianchi gettonisti”. Duro commento del Pd: «I nodi vengono al pettine»

Il rendiconto generale della Regione Piemonte ha ricevuto l’approvazione “senza eccezioni” da parte della Sezione di controllo della Corte dei conti di Torino per quanto riguarda l’esercizio 2023. Dai numeri emerge una riduzione del disavanzo, cioè il saldo negativo tra uscite ed entrate, passato dai 6,6 miliardi di euro del 2018 ai 5,1 dello scorso anno, con il presidente Alberto Cirio che ha fissato come obiettivo già entro la fine di quest’anno di scendere al di sotto della soglia dei 5 miliardi grazie ad altri risparmi per oltre 200 milioni.


Diminuito anche l’indebitamento, passato da 9,6 miliardi del ’18 agli 8,5 del ’23, anche se i magistrati contabili hanno richiamato la «mancata tempestività» nell’approvazione del Bilancio, che anche per il triennio 2023-’25 ha ricevuto l’ok dall’aula di Palazzo Lascaris solamente alla fine del mese di aprile. Scese anche le partecipazioni, passate dalle 66 di dieci anni fa alle attuali 39, con un previsto ulteriore calo, «anche se alcune procedure sono complesse e non si riesce a rispettare i tempi delle liquidazioni».


La Corte dei conti ha però richiamato l’attenzione verso la sanità, dove le risorse, seppure in misura contenuta, sono diminuite nel corso dell’ultimo esercizio, evidenziando un ampio ricorso (100 milioni di euro) per le esternalizzazioni tramite i cosiddetti “gettonisti”. Su questa voce immediata è stata la replica del Pd, attraverso il segretario regionale Domenico Rossi: «E’ solo una questione di tempo, perché i nodi vengono al pettine. Nella scorsa legislatura abbiamo denunciato, dati alla mano, l’eccessivo ricorso ai “gettonisti”, medici e infermieri, negli ospedali del Piemonte. Oggi la Corte dei conti mette nero su bianco quello che andiamo dicendo da cinque anni e forse costringerà il presidente Cirio a un bagno di realtà, visto che non ha mai messo in campo soluzioni serie ed efficaci».

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Luca Mattioli

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