Scivolone dell’amministrazione, ieri mattina nel corso del Consiglio comunale, sulla delibera dei costi delle mense scolastiche. Il provvedimento, illustrato dall’assessore all’Istruzione Giulia Negri, supportata dal dirigente Dario Santacroce, riduce prima di tutto gli scaglioni collegati all’Isee delle famiglie dalle attuali nove a cinque (redditi da 0 a 5 mila, poi sino a 10 mila, 15 mila, 20 mila, oltre i 20 mila) e poi introduce un sistema di tariffazione in base al quale la famiglia con la situazione peggiore ottiene una riduzione dell’82,82% del prezzo del pasto, agevolazione che via via diminuisce sino alla soglia più alta, dove dovrà essere corrisposto il costo intero.
«Dopo oltre quindici anni – ha spiegato l’assessore Negri – si è ritenuto opportuno operare un’agevolazione delle tariffe, per consentire a una fascia più ampia delle famiglie che godono di redditi più bassi di poter accedere al servizio. Una scelta che vuole dare maggior sollievo economico in un momento difficile. Un intervento articolato, studiato e pensato in quella che è oggi la realtà della nostra città. Con questa revisione abbiamo davvero ampliato la forbice nei confronti delle fasce più deboli, e nelle intenzioni deve essere un po’ lo specchio di quella che è la realtà».
Provvedimento che, al di là dei buoni propositi, da subito non ha convinto la minoranza: «Di solito – ha evidenziato Cinzia Spilinga (Pd) – quando si diminuiscono gli scaglioni non si va incontro alle fasce più deboli. Un esempio è la riforma dell’Irpef alla quale ha messo mano l’attuale Governo. Le fasce più deboli pagheranno davvero meno?».
In realtà la piaga dove a turno i consiglieri “dem” hanno voluto metterci il dito sarebbe rappresentata dalla mancanza della definizione del prezzo di ogni singolo pasto: «Si tratta dell’elemento che oggi a noi manca – ha insistito il capogruppo Nicola Fonzo – Sicuramente a carico di quelli di quelli con un Isee maggiore ci sarà un aumento, ma per avere un dato certo dovremo avere l’esito del bando di gara. Avremmo potuto farlo prima di applicare questo nuovo sistema di tariffazione. Non ci è stato detto. Andrei molto cauto prima di dire che caleranno le tariffe». E ancora: «In sede di Commissione abbiamo chiesto i dati riguardanti la morosità e dai numeri si è potuto constatare che riguarda maggiormente le fasce Isee più alte».
«Non c’é nessuna garanzia – ha aggiunto Rossano Pirovano – sul fatto che chi oggi paga un euro a pasto continuerà a farlo», mentre l’attenzione si è poi spostata su vere e proprie mancanze nel testo stesso della delibera, come il passaggio riguardante l’applicazione della tariffa per i bambini non residenti in città.
In un’aula di Palazzo Cabrino che aveva voluto prolungare i suoi lavori oltre l’orario stabilito proprio per giungere all’approvazione della delibera, momenti di imbarazzo, con qualche esponente della maggioranza che ha inutilmente cercato di “rattoppare” il buco, ma dopo una breve sospensione la giunta sceglieva di ritirare il provvedimento. Se ne riparlerà in una prossima occasione.
Una risposta
oltre alla ‘gentilezza’ ci vuole anche la competenza!