La guerra per l’acqua non si ferma nemmeno in inverno

È di nuovo scontro tra Confagricoltura e Consorzio Est Sesia all'ipotesi di nuove turnazioni per la prossima stagione

È inverno, fa freddo e c’è la nebbia. Per gli agricoltori, e risicoltori in particolare, è il periodo del riposo. Invece no, almeno non dopo che Est Sesia ha preannunciato per la prossima stagione la possibilità di nuove turnazioni per l’irrigazione dei campi coltivati così come era stato fatto per la scorsa a seguito dell’emergenza idrica. A luglio, infatti, il consorzio aveva deciso di chiudere le derivazioni delle bocche di irrigazione del canale Cavour, del Quintino Sella e dei canali minori per permettere di irrigare i campi della Lomellina a discapito di quello novaresi.

Giovanni Chiò

«Una scelta disastrosa e a pagarne le conseguenze siamo stati noi agricoltori. Ora la stessa ipotesi viene fatta per la nuova stagione – afferma il presidente di Confagricolatura, Giovanni Chiò -. Ma non solo: la proposta è in contrapposizione con l’incentivazione, da parte del Consorzio, alla semina del riso in sommersione, ma molte aziende agricole in previsione di una turnazione dell’acqua difficilmente
opteranno per questa tecnica. Anche Ente Risi si è schierata dalla nostra parte calcolando che circa 3 mila ettari di risaie siano stati bruciati, oltre ai 2 mila che erano stati abbandonati all’inizio della stagione a causa della scarsità dell’acqua».

Secondo il presidente mancano, come sempre, regole e chiarezza: «Est Sesia ha chiesto agli agricoltori di dichiarare volontariamente quali sono le prese d’acqua dalle quali hanno le captazioni, aspetto paradossale perché da sempre è il Consorzio che dichiara quali sono le bocche di prelievo. L’aggiornamento catastale è necessario, meno è invece rendere obbligatoria tale documentazione per ottenere l’erogazione dell’acqua. La mancanza di chiarezza su tutto questo capitolo destabilizza ognuno di noi».

Chiò ricorda ciò che è successo solo qualche mese fa: « Il novarese esce dalla campagna 2022 gravemente danneggiato, le aziende zootecniche e a produzione maidicola hanno subito ingenti perdite. Nonostante la scorsa primavera l’agricoltura novarese abbia adottato preventivamente una drastica riduzione della superficie a riso, a favore di colture idricamente meno esigenti, il Consorzio irriguo non ha apprezzato questo sforzo anzi ha chiuso l’acqua di irrigazione proprio in questi areali».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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È di nuovo scontro tra Confagricoltura e Consorzio Est Sesia all’ipotesi di nuove turnazioni per la prossima stagione

È inverno, fa freddo e c’è la nebbia. Per gli agricoltori, e risicoltori in particolare, è il periodo del riposo. Invece no, almeno non dopo che Est Sesia ha preannunciato per la prossima stagione la possibilità di nuove turnazioni per l’irrigazione dei campi coltivati così come era stato fatto per la scorsa a seguito dell’emergenza idrica. A luglio, infatti, il consorzio aveva deciso di chiudere le derivazioni delle bocche di irrigazione del canale Cavour, del Quintino Sella e dei canali minori per permettere di irrigare i campi della Lomellina a discapito di quello novaresi.

Giovanni Chiò

«Una scelta disastrosa e a pagarne le conseguenze siamo stati noi agricoltori. Ora la stessa ipotesi viene fatta per la nuova stagione – afferma il presidente di Confagricolatura, Giovanni Chiò -. Ma non solo: la proposta è in contrapposizione con l’incentivazione, da parte del Consorzio, alla semina del riso in sommersione, ma molte aziende agricole in previsione di una turnazione dell’acqua difficilmente
opteranno per questa tecnica. Anche Ente Risi si è schierata dalla nostra parte calcolando che circa 3 mila ettari di risaie siano stati bruciati, oltre ai 2 mila che erano stati abbandonati all’inizio della stagione a causa della scarsità dell’acqua».

Secondo il presidente mancano, come sempre, regole e chiarezza: «Est Sesia ha chiesto agli agricoltori di dichiarare volontariamente quali sono le prese d’acqua dalle quali hanno le captazioni, aspetto paradossale perché da sempre è il Consorzio che dichiara quali sono le bocche di prelievo. L’aggiornamento catastale è necessario, meno è invece rendere obbligatoria tale documentazione per ottenere l’erogazione dell’acqua. La mancanza di chiarezza su tutto questo capitolo destabilizza ognuno di noi».

Chiò ricorda ciò che è successo solo qualche mese fa: « Il novarese esce dalla campagna 2022 gravemente danneggiato, le aziende zootecniche e a produzione maidicola hanno subito ingenti perdite. Nonostante la scorsa primavera l’agricoltura novarese abbia adottato preventivamente una drastica riduzione della superficie a riso, a favore di colture idricamente meno esigenti, il Consorzio irriguo non ha apprezzato questo sforzo anzi ha chiuso l’acqua di irrigazione proprio in questi areali».

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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore