La maggioranza salva l’assessore Iodice. Ma la questione sembra tutt’altro che risolta

La maggioranza di centro destra salva Emilio Iodice, ma la posizione dell’assessore alla Cultura rimane tutt’altro che stabile. Anzi, il tema potrebbe tornare ancora in discussione nei prossimi mesi, magari proprio alla vigilia delle elezioni. È questo l’aspetto più rilevante emerso nel corso del dibattito riguardante la mozione di sfiducia contro l’esponente della giunta Canelli, presentata dal gruppo del Partito Democratico ed esaminata oggi, venerdì 24 luglio, durante il consiglio comunale, il primo in presenza dop il lockdown all’Arengo del Broletto.

Le “tesi accusatorie” nei confronti di Iodice sono state sostenute da Sara Paladini e Milù Allegra: «Nulla i personale – è stato più volte ribadito – nei confronti di una persona stimabile. Ma riteniamo che un incarico come quello di assessore alla Cultura, in una città come Novara, con un’amministrazione che vorrebbe farle fare un ulteriore salto di qualità e con particolari situazioni che stanno vivendo istituzioni come il Coccia e Castello, necessiti di una presenza a tempo pieno».

 

 

Come si ricorderà, al momento dello scoppio dell’emergenza Covid, Iodice (in passato direttore dell’Asl novarese e alle “Molinette” di Torino) al pari di altri medici ha messo la sua professionalità e la sua esperienza al servizio di una struttura nel capoluogo regionale. Incarico ancora oggi ricoperto e che lo tiene lontano da Novara da lunedì a venerdì dalle 8 del mattino e fino a metà del pomeriggio. Tanto da non riuscire a svolgere i suoi compiti amministrativi. Da qui la richiesta di una sua sostituzione.

In “soccorso” dell’assessore sono giunti gli interventi di Valter Mattiuz, Tiziana Ongari, Ivan De Grandis e dello stesso primo cittadino. Mattiuz, in particolare, ha usato la metafora del direttore d’orchestra (riferendosi a Canelli) che sarebbe in grado «di dirigere bene i suoi musicisti, arrivando a capire chi e quando dover eventualmente sostituire» mentre Ongari (anch’essa medico) e De Grandis hanno difeso le qualità professionali di Iodice (cosa peraltro che nessuno ha mai messo in dubbio): «La minoranza – è stato un altro leit motiv – è legittimata a svolgere il suo ruolo, ma sappiamo noi se sia il caso o meno di sostituire un elemento».

Ancora più chiaro Canelli, sulla questione della disponibilità temporale: «Per la legge un assessore collabora con il sindaco. Non deve garantire orari o presenze fisse, ma solo svolgere i suoi compiti». Ma al di là delle dichiarazioni di rito, è sembrato di capire che quello di Iodice sia più di un piccolo problema. Anche in questa circostanza, però, la maggioranza ha saputo fare quadrato, quando Allegra ha chiesto la votazione a scrutinio segreto, confidando magari in qualche franco tiratore. Richiesta rispedita al mittente, tanto che la mozione è stata respinta con soli quattro voti favorevoli (Pd e Movimento 5 Stelle).

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La maggioranza salva l’assessore Iodice. Ma la questione sembra tutt’altro che risolta

La maggioranza di centro destra salva Emilio Iodice, ma la posizione dell’assessore alla Cultura rimane tutt’altro che stabile. Anzi, il tema potrebbe tornare ancora in discussione nei prossimi mesi, magari proprio alla vigilia delle elezioni. È questo l’aspetto più rilevante emerso nel corso del dibattito riguardante la mozione di sfiducia contro l’esponente della giunta Canelli, presentata dal gruppo del Partito Democratico ed esaminata oggi, venerdì 24 luglio, durante il consiglio comunale, il primo in presenza dop il lockdown all’Arengo del Broletto.

Le “tesi accusatorie” nei confronti di Iodice sono state sostenute da Sara Paladini e Milù Allegra: «Nulla i personale – è stato più volte ribadito – nei confronti di una persona stimabile. Ma riteniamo che un incarico come quello di assessore alla Cultura, in una città come Novara, con un’amministrazione che vorrebbe farle fare un ulteriore salto di qualità e con particolari situazioni che stanno vivendo istituzioni come il Coccia e Castello, necessiti di una presenza a tempo pieno».

 

 

Come si ricorderà, al momento dello scoppio dell’emergenza Covid, Iodice (in passato direttore dell’Asl novarese e alle “Molinette” di Torino) al pari di altri medici ha messo la sua professionalità e la sua esperienza al servizio di una struttura nel capoluogo regionale. Incarico ancora oggi ricoperto e che lo tiene lontano da Novara da lunedì a venerdì dalle 8 del mattino e fino a metà del pomeriggio. Tanto da non riuscire a svolgere i suoi compiti amministrativi. Da qui la richiesta di una sua sostituzione.

In “soccorso” dell’assessore sono giunti gli interventi di Valter Mattiuz, Tiziana Ongari, Ivan De Grandis e dello stesso primo cittadino. Mattiuz, in particolare, ha usato la metafora del direttore d’orchestra (riferendosi a Canelli) che sarebbe in grado «di dirigere bene i suoi musicisti, arrivando a capire chi e quando dover eventualmente sostituire» mentre Ongari (anch’essa medico) e De Grandis hanno difeso le qualità professionali di Iodice (cosa peraltro che nessuno ha mai messo in dubbio): «La minoranza – è stato un altro leit motiv – è legittimata a svolgere il suo ruolo, ma sappiamo noi se sia il caso o meno di sostituire un elemento».

Ancora più chiaro Canelli, sulla questione della disponibilità temporale: «Per la legge un assessore collabora con il sindaco. Non deve garantire orari o presenze fisse, ma solo svolgere i suoi compiti». Ma al di là delle dichiarazioni di rito, è sembrato di capire che quello di Iodice sia più di un piccolo problema. Anche in questa circostanza, però, la maggioranza ha saputo fare quadrato, quando Allegra ha chiesto la votazione a scrutinio segreto, confidando magari in qualche franco tiratore. Richiesta rispedita al mittente, tanto che la mozione è stata respinta con soli quattro voti favorevoli (Pd e Movimento 5 Stelle).

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