La musica e i colori del Pride per i diritti di tutti

Nel pomeriggio di oggi circa duemila persone hanno preso parte all'appuntamento divenuto ormai un punto di riferimento per la comunità Lgbt qia+ e non solo. Con la “macchia” di una contestazione finale

Tempo di Pride anche a Novara, con la città che nel pomeriggio di oggi, sabato 27 maggio, è tornata a colorarsi e a marciare al ritmo di musica per l’edizione 2023 del Pride. Il locale appuntamento, promosso da una serie di associazioni con capofile l’associazione NovarArcobaleno, ha visto ripetersi i numeri dello scorso anno, con circa duemila persone che hanno preso parte al corteo formatosi in largo Pastore, per poi muoversi lungo le strade del centro storico cittadino sino a piazza Martiri.


“Di amore e di rivolta” lo slogan scelto quest’anno, a sottolineare che il movimento non intende assolutamente abbassare la guardia, ma proseguire la sua lotta a sostegno dei diritti di tutti, su ogni fronte. Un messaggio che purtroppo è stato solo parzialmente raccolto da tutte le anime della galassia arcobaleno. E’ successo infatti che im piazza Martiri, dopo l’intervento Laura Galasso (presidentessa di NovarArcobaleno e una delle anime più attive del movimento) una piccola parte dei manifestanti ha “disturbato” le parole di Monia D’Addio, referente novarese di Agedo. La motivazione è stata quella di aver invitato alla manifestazione anche Polis Aperta, associazione divenuta un punto di riferimento di gay (e non solo) appartenenti alle Forze armate e a quelle dell’ordine.

Una scelta che non ha trovato l’approvazione da parte della frangia più radicale del movimento, il cui atteggiamento è stato però stigmatizzato dal resto della piazza e da chi si trovava sul palco. Un piccolo neo al termine di una giornata comunque riuscita, che ha messo ancora in luce temi di stretta attualità che continuano ad rimanere punti fondamentali per chi lotta quotidianamente contro ogni tipo di discriminazione.

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La musica e i colori del Pride per i diritti di tutti

Nel pomeriggio di oggi circa duemila persone hanno preso parte all’appuntamento divenuto ormai un punto di riferimento per la comunità Lgbt qia+ e non solo. Con la “macchia” di una contestazione finale

Tempo di Pride anche a Novara, con la città che nel pomeriggio di oggi, sabato 27 maggio, è tornata a colorarsi e a marciare al ritmo di musica per l’edizione 2023 del Pride. Il locale appuntamento, promosso da una serie di associazioni con capofile l’associazione NovarArcobaleno, ha visto ripetersi i numeri dello scorso anno, con circa duemila persone che hanno preso parte al corteo formatosi in largo Pastore, per poi muoversi lungo le strade del centro storico cittadino sino a piazza Martiri.


“Di amore e di rivolta” lo slogan scelto quest’anno, a sottolineare che il movimento non intende assolutamente abbassare la guardia, ma proseguire la sua lotta a sostegno dei diritti di tutti, su ogni fronte. Un messaggio che purtroppo è stato solo parzialmente raccolto da tutte le anime della galassia arcobaleno. E’ successo infatti che im piazza Martiri, dopo l’intervento Laura Galasso (presidentessa di NovarArcobaleno e una delle anime più attive del movimento) una piccola parte dei manifestanti ha “disturbato” le parole di Monia D’Addio, referente novarese di Agedo. La motivazione è stata quella di aver invitato alla manifestazione anche Polis Aperta, associazione divenuta un punto di riferimento di gay (e non solo) appartenenti alle Forze armate e a quelle dell’ordine.

Una scelta che non ha trovato l’approvazione da parte della frangia più radicale del movimento, il cui atteggiamento è stato però stigmatizzato dal resto della piazza e da chi si trovava sul palco. Un piccolo neo al termine di una giornata comunque riuscita, che ha messo ancora in luce temi di stretta attualità che continuano ad rimanere punti fondamentali per chi lotta quotidianamente contro ogni tipo di discriminazione.

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