La politica novarese piange Alberto Pacelli

Era considerato un po’ da tutti il “vecchio leone” della politica novarese, nomignolo che gli calzava fino a un certo punto, vista sì la grinta con la quale si batteva per i suoi ideali, anche se, conoscendolo, l’atteggiamento era sempre cordiale. Un vero uomo del popolo, verrebbe da aggiungere, però con quel cognome “pesante” (altra battuta di qualche amico) che lo accomunava, si fa per dire, a Pio XII, l’ultimo pontefice “aristocratico” della storia.

Se ne è andato in punta di piedi, nella serata di lunedì 9 novembre, Alberto Pacelli, spentosi a 89 anni dopo una breve malattia.

Milanese di nascita, dove era nato nel 1931, a Novara aveva studiato al “Carlo Alberto”, impegnandosi fin da subito negli ambienti culturali e politici della città costituendo associazioni e fondando il primo cineclub. Di estrazione socialdemocratica, aveva preso parte alla costituzione del movimento di “Unità popolare” prima di aderire, all’alba degli anni ’60, al Partito comunista nel periodo della segreteria di Dino Sanlorenzo e del quale sarà leader per alcuni anni nel decennio successivo.

 

 

Più volte consigliere comunale, nel 1978, con il varo della Giunta guidata da Maurizio Pagani, fu vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici e al Decentramento. Sui banchi di Palazzo Cabrino vi rimarrà fino al 1993, tentando poi di ritornarvi come candidato primo cittadino alla guida di liste civiche. Sì, perché nel frattempo, dopo la “svolta della Bolognina” aderì inizialmente al nuovo Partito democratico della Sinistra, per poi lasciarlo per dedicarsi a tempo pieno all’ultima delle sue “creature”, l’associazione “Idee di futuro”, attraverso la quale negli ultimi venticinque anni si è battuto in difesa dei temi della pace, dell’ambiente, della salute pubblica, promuovendo diverse iniziative contro il consumo del suolo, sostenendo un diverso percorso per la realizzazione della “Città della Salute”, così come si è impegnato fino all’ultimo contro il progetto di Agognate.

Alberto Pacelli lascia la moglie Gianna Signorelli, anche lei per diverso tempo impegnata in politica e in passato presidente del CdQ di Sant’Agabio, e la figlia Lia.

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Luca Mattioli

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0 risposte

  1. Alberto Pacelli: un grande uomo sempre impegnato per la democrazia,il benessere di tutti e per la salvaguardia dell’ambiente.
    Grazie per la tua grandissima onestà intellettuale e per il tuo impegno mai venuto meno.Lavorare accanto a te è stato un grande insegnamento.

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La politica novarese piange Alberto Pacelli

Era considerato un po’ da tutti il “vecchio leone” della politica novarese, nomignolo che gli calzava fino a un certo punto, vista sì la grinta con la quale si batteva per i suoi ideali, anche se, conoscendolo, l’atteggiamento era sempre cordiale. Un vero uomo del popolo, verrebbe da aggiungere, però con quel cognome “pesante” (altra battuta di qualche amico) che lo accomunava, si fa per dire, a Pio XII, l’ultimo pontefice “aristocratico” della storia.

Se ne è andato in punta di piedi, nella serata di lunedì 9 novembre, Alberto Pacelli, spentosi a 89 anni dopo una breve malattia.

Milanese di nascita, dove era nato nel 1931, a Novara aveva studiato al “Carlo Alberto”, impegnandosi fin da subito negli ambienti culturali e politici della città costituendo associazioni e fondando il primo cineclub. Di estrazione socialdemocratica, aveva preso parte alla costituzione del movimento di “Unità popolare” prima di aderire, all’alba degli anni ’60, al Partito comunista nel periodo della segreteria di Dino Sanlorenzo e del quale sarà leader per alcuni anni nel decennio successivo.

 

 

Più volte consigliere comunale, nel 1978, con il varo della Giunta guidata da Maurizio Pagani, fu vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici e al Decentramento. Sui banchi di Palazzo Cabrino vi rimarrà fino al 1993, tentando poi di ritornarvi come candidato primo cittadino alla guida di liste civiche. Sì, perché nel frattempo, dopo la “svolta della Bolognina” aderì inizialmente al nuovo Partito democratico della Sinistra, per poi lasciarlo per dedicarsi a tempo pieno all’ultima delle sue “creature”, l’associazione “Idee di futuro”, attraverso la quale negli ultimi venticinque anni si è battuto in difesa dei temi della pace, dell’ambiente, della salute pubblica, promuovendo diverse iniziative contro il consumo del suolo, sostenendo un diverso percorso per la realizzazione della “Città della Salute”, così come si è impegnato fino all’ultimo contro il progetto di Agognate.

Alberto Pacelli lascia la moglie Gianna Signorelli, anche lei per diverso tempo impegnata in politica e in passato presidente del CdQ di Sant’Agabio, e la figlia Lia.

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