La scomparsa dell’assessore Mattiuz, il ricordo degli Amici del volley

Attraverso le parole di Mario Armano, suo mentore sportivo

Cordoglio a Novara per la scomparsa dell’assessore all’Urbanistica Valter Mattiuz, conosciuto non solo per il suo impegno politico, ma anche per i suoi trascorsi sportivi, in particolare nel volley cittadino.

Lo ricorda l’ex campione olimpico Mario Armano che di Mattiuz è stato il mentore sportivo. «Era la metà degli anni ’70 e Valter l’ho conosciuto al campo di atletica leggera di Novara, anche lui iscritto alla mitica Libertas Doppieri Novara gestita da Ottavio Borzino – racconta Armano anche a nome degli Amici del volley -. Le sue specialità erano i 100 e 200 metri piani; si allenava assiduamente e gareggiava con buoni risultati. Ma non gli bastava, la sua voglia di fare sport era notevole e voleva provare anche altre esperienze. Aveva infatti cominciato a giocare a pallavolo e se la cavava bene. Intorno agli anni ’80, gli chiesi e ottenni di far parte del Gruppo Gianni Scurato (in foto), fondata insieme ad Attilio Mercalli, Francesco Arpone, Giangiuseppe Corbetta ed altri – che quest’anno compie 50 anni -che militava nella serie D maschile. Ebbene, Valter, con le sue poderose schiacciate collaborò attivamente a mantenerci in quella categoria per diversi campionati».

«Sfruttando la sua voglia di provare nuove avventure sportive gli proposi di praticare il bob con il Bob Club Cristallo di Novara – prosegue Armano -. Era un atleta completo: aveva velocità nelle gambe, destrezza motoria e agilità e molta forza nelle braccia e soprattutto non aveva paura. In quegli anni la direzione agonistica bob permetteva alle società del settore di inviare dei novizi ad allenarsi con la nazionale italiana, per cui ottenni di far provare Valter, Massimo Negro e diversi altri atleti, diluiti in più raduni collegiali. Valter riuscì a battere tutti. Il direttore agonistico, Ugo Picchiottini, mi espresse la sua soddisfazione e il suo apprezzamento. Valter partecipò ad alcuni campionati del mondo, europei e altre gare internazionali. Non prese parte ai giochi olimpici per motivi famigliari, gli stessi motivi che gli “consigliarono” di limitare l’attività prendendo parte solo ai campionati italiani».

«Intorno ai 55 anni – conclude Armano – ritornò al campo di atletica, non più per partecipare ad allenamenti e gare veloci, bensì per lanciare il peso e ci riusciva benissimo vista la sua stazza e la sua intelligenza a interpretare bene la tecnica di lancio. Era un master ed era iscritto alla Società Trinacria di Novara».

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