La città si riappropria di un pezzo della sua storia. Questa mattina, sabato 8 ottobre, dopo un intervento durato un paio di mesi, la statua equestre di Vittorio Emanuele II in piazza Martiri è tornata a risplendere agli occhi dei cittadini. E con lei hanno trovato definitiva collocazione i due altorilievi bronzei posizionati lungo i lati maggiori del basamento marmoreo. Il primo dei quali – quello verso Palazzo Venezia – era simasto danneggiato qualche anno fa in occasione di una manifestazione calcistica. Nell’occasione si èrovveduto asistemare anche quello opposto – verso il Teatro Coccia – e infine, aspetto tutt’altro che irrilevante ma che si era manifestato in corso d’opera, si è provveduto a consolidare le fondamenta nel sottosuolo del monumento, nella zona dell’aiuola verso il Castello.
Nessuna cerimonia formale, ma solo gli interventi del presidente e del direttore di Confartigianato Piemonte Orientale, Michele Giovanardi e Amleto Impaloni, la cui organizzazione ha contribuito (con fondi reperiti grazie al 5×1000) al recupero dello storico manufatto realizzato nel 1881 (tre anni dopo la morte del primo sovrano dell’Italia unificata) dallo scultore Ambrogio Borghi e restaurato una prima volta nell’ultimo dopoguerra da Eduardo Tantardini. Nello scorcio conclusivo dell’ultimo conflitto mondiale, infatti, i fascisti della repubblica di Salò si accanirono contro tutti i simboli di Casa Savoia, distruggendo quelli dedicati a duca Ferdinando, a re Carlo Alberto, a suo nipote Umberto I e in ultimo a quello di Vittorio Emanuele II. Si salvò unicamente, perché particolarmente resistente, solo quello a Carlo Emanuele III (primo sovrano sabaudo a regnare su Novara quasi alla metà del XVIII secolo, ancora oggi collocato in piazza Puccini.
All’inizio degli anni ’50 del secolo scorso, dopo aspere polemiche in Consiglio comunale (dopo la Liberazione la stessa piazza, fino a quel momento dedicata a Vittorio Emanuele II, era poi stata intitolata “Martiri della Libertà”, la giunta Allegra decise di riposizionare il monumento equestre, cambiandone però la posizione: non più rivolto verso Palazzo Venezia, ma verso il Borsa, con alle spalle il Castello.
«Abbiamo contribuito – ha detto Giovanardi – al recupero di un pezzo di storia importante della città», mentre il sindaco Alessandro Canelli ha sottolineato che questo intervento si inserisce a pieno titolo «nel più ampio progetto di pedonalizzazione della piazza», che sarà realizzato dopo la realizzazione del vicino parcheggio sotterraneo. E alla domanda specifica di un cittadino se il monumento rimarrà al suo posto, il primo cittadino è stato chiaro: «Per me rimane qui, a meno che non ci sia una richiesta popolare attraverso un referendum fra i cittadini…».
I lavori di restauro sono stati eseguiti dalla ditta tortonese Gabba Antichità, guidata da Vincenzo Basiglio e dal suo staff, sotto locchio vigile della Soprintendenza. La descrizione dei particolari storici legati alla realizzazione del monumento sono stati invece affidati a Paolo Cirri, che non ha mancato di lamentare anche le enormi difficoltà legate alla burocrazia per quanto riguarda questo genere di interventi.
Dimenticate le polemiche ora il “re galantuomo” – che proprio a Novara salì al trono nella serata della sfortunata battaglia combattuta alla Bicocca dopo l’abdicazione del padre avvenuta a Palazzo Bellino, la cui scena è riprodotta sull’altorilievo posizionato verso il Coccia – può nuovamente farsi omaggiare dai novaresi anche nei suoi originali colori.