La variante di Agognate scontenta i 5 Stelle. L’ex sindaco Ballarè: «Un nostro progetto strategico»

L’amministrazione guidata da Alessandro Canelli porta a casa (con il solo voto contrario dei tre rappresentanti del Movimento 5 Stelle) l’ennesima variante riguardante l’insediamento logistico di Agognate. Questa volta la novità, illustrata dall’assessore all’Urbanistica Elisabetta Franzoni nel corso del consiglio comunale di ieri, martedì 19 maggio, riguarda la richiesta da parte dell’investitore (si è parlato di un grosso nome nel campo dell’e-commerce), di poter derogare la costruzione in altezza. Necessità dovuta all’insediamento di particolari strutture di nuova generazione. Niente ulteriore consumo di suolo, ma piuttosto di… cielo. Un’esigenza, ha ribadito Franzoni, «dettata dalla necessità di mettere a disposizione della cittadinanza posti di lavoro sulla base di un progetto serio».

Compatta la maggioranza, mentre dai banchi dell’opposizione a esprimere un parere contrario sono stati unicamente i rappresentanti pentastellati. Dal Pd è giunto al termine del dibattito un «sì critico», argomentato da una serie di interventi che hanno in parte voluto ricostruire l’ormai lunga e note vicenda di questo progetto.

 

 

«Stiamo parlando di Agognate da tanti anni – ha detto il capogruppo dei dem Rossano Pirovano rompendo il ghiaccio del dibattito – tante cose le abbiamo già sentite. Già in precedenza abbiamo votato una variante in coerenza con una scelta politico – strategica che ci vedeva favorevoli a uno sviluppo della logistica in quell’area. Anche se ci troveremo di fronte a una struttura che potrà essere impattante in altezza ma con meno consumo di suolo vogliamo concedere ancora un’apertura di credito a questa amministrazione. Però questa variante dovrà essere l’ultima. Adesso ci vogliono i fatti».

L’ex sindaco Andrea Ballaré non ha mancato di ricordare come l’idea di quell’insediamento sia partita proprio nel corso della sua amministrazione: «Si tratta di un progetto strategico, ieri come oggi. Però abbiamo perso del tempo e delle occasioni. In questi mesi di pandemia molti hanno utilizzato la logistica, tanto da non essere più considerata una cosa strana. Però – ha poi aggiunto con un attacco politico – dovreste coordinare, gestire lo sviluppo invece di recepirlo passivamente. Quello che andiamo ad approvare oggi è un punto di quello che era il nostro programma, non quello di Canelli».

A ruota si è inserita Emanuela Allegra: «Ci siamo fatti delle domande e ci siamo dati delle risposte. Questa amministrazione si fa trainare dalle imprese, non il contrario. Le perplessità per una costruzione di 25 metri in altezza rimangono e non dovete utilizzare sempre il ricatto dei posti di lavoro». Sara Paladini ha invitato l’amministrazione «a essere concreta. Stiamo approvando una variante epocale su una precedente variante epocale», mentre Nicola Fonzo (che di Ballaré era vicesindaco) ha brevemente tratteggiato le vicende storiche del progetto, dall’idea originaria di un milione di metri quadrati sino al suo ridimensionamento (oggi un quinto), ricordando inoltre le difficoltà incontrate dalla precedente amministrazione che su questo tema aveva conosciuto profonde divisioni: «Noi abbiamo sempre creduto in un’espansione ad Agognate rispetto alle possibilità rappresentate da Sant’Agabio e dal Cim. Se si lavora per quall’area ci troveremo d’accordo, ma mai come ora occorre gettare le basi per un nuovo Prg».

Sul fronte opposto si sono registrati gli interventi di Arduino Pasquini, Valter Mattiuz e di Daniele Andretta: «In questa fase non c’è più un battagli ideologica – ha detto l’esponente di “Io, Novara” – Abbiamo in agenda una grande opera e non possiamo più perderci in ragionamenti che non appartengono più al modo di essere. Dobbiamo pensare a riorganizzare il nostro territorio. Ben vengono investitori, anche se si tratta di supermercati. Dopo la crisi si quest’ultimo periodo occorre ricostruire».

Per rompere il quasi monologo delle minoranze è dovuto intervenire lo stesso primo cittadino: «Non è vero – ha detto Canelli – che facciamo solo quello che ci dicono i privati e Agognate non è il solo progetto di sviluppo, c’è anche il Cim. Non sono proposte antitetiche, ma complementari fra loro. Un’idea di città ce l’abbiamo e stiamo portando a casa tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissati».

No secco, invece, dai grillini: «Stiamo parlando – ha affermato Mario Iacopino – di una logistica 4.0 senza sapere quanti posti di lavoro reali porterà. Stiamo parlando di un vero e proprio ecomostro che potrebbe violare le normative che tutelano il paesaggio. Si potrà anche costruire questo manufatto, ma chi ci dice che un domani un giudice non possa ordinarne la sua demolizione?».

Al momento del voto i sì sono stati 28, i contrari 3.

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La variante di Agognate scontenta i 5 Stelle. L’ex sindaco Ballarè: «Un nostro progetto strategico»

L’amministrazione guidata da Alessandro Canelli porta a casa (con il solo voto contrario dei tre rappresentanti del Movimento 5 Stelle) l’ennesima variante riguardante l’insediamento logistico di Agognate. Questa volta la novità, illustrata dall’assessore all’Urbanistica Elisabetta Franzoni nel corso del consiglio comunale di ieri, martedì 19 maggio, riguarda la richiesta da parte dell’investitore (si è parlato di un grosso nome nel campo dell’e-commerce), di poter derogare la costruzione in altezza. Necessità dovuta all’insediamento di particolari strutture di nuova generazione. Niente ulteriore consumo di suolo, ma piuttosto di… cielo. Un’esigenza, ha ribadito Franzoni, «dettata dalla necessità di mettere a disposizione della cittadinanza posti di lavoro sulla base di un progetto serio».

Compatta la maggioranza, mentre dai banchi dell’opposizione a esprimere un parere contrario sono stati unicamente i rappresentanti pentastellati. Dal Pd è giunto al termine del dibattito un «sì critico», argomentato da una serie di interventi che hanno in parte voluto ricostruire l’ormai lunga e note vicenda di questo progetto.

 

 

«Stiamo parlando di Agognate da tanti anni – ha detto il capogruppo dei dem Rossano Pirovano rompendo il ghiaccio del dibattito – tante cose le abbiamo già sentite. Già in precedenza abbiamo votato una variante in coerenza con una scelta politico – strategica che ci vedeva favorevoli a uno sviluppo della logistica in quell’area. Anche se ci troveremo di fronte a una struttura che potrà essere impattante in altezza ma con meno consumo di suolo vogliamo concedere ancora un’apertura di credito a questa amministrazione. Però questa variante dovrà essere l’ultima. Adesso ci vogliono i fatti».

L’ex sindaco Andrea Ballaré non ha mancato di ricordare come l’idea di quell’insediamento sia partita proprio nel corso della sua amministrazione: «Si tratta di un progetto strategico, ieri come oggi. Però abbiamo perso del tempo e delle occasioni. In questi mesi di pandemia molti hanno utilizzato la logistica, tanto da non essere più considerata una cosa strana. Però – ha poi aggiunto con un attacco politico – dovreste coordinare, gestire lo sviluppo invece di recepirlo passivamente. Quello che andiamo ad approvare oggi è un punto di quello che era il nostro programma, non quello di Canelli».

A ruota si è inserita Emanuela Allegra: «Ci siamo fatti delle domande e ci siamo dati delle risposte. Questa amministrazione si fa trainare dalle imprese, non il contrario. Le perplessità per una costruzione di 25 metri in altezza rimangono e non dovete utilizzare sempre il ricatto dei posti di lavoro». Sara Paladini ha invitato l’amministrazione «a essere concreta. Stiamo approvando una variante epocale su una precedente variante epocale», mentre Nicola Fonzo (che di Ballaré era vicesindaco) ha brevemente tratteggiato le vicende storiche del progetto, dall’idea originaria di un milione di metri quadrati sino al suo ridimensionamento (oggi un quinto), ricordando inoltre le difficoltà incontrate dalla precedente amministrazione che su questo tema aveva conosciuto profonde divisioni: «Noi abbiamo sempre creduto in un’espansione ad Agognate rispetto alle possibilità rappresentate da Sant’Agabio e dal Cim. Se si lavora per quall’area ci troveremo d’accordo, ma mai come ora occorre gettare le basi per un nuovo Prg».

Sul fronte opposto si sono registrati gli interventi di Arduino Pasquini, Valter Mattiuz e di Daniele Andretta: «In questa fase non c’è più un battagli ideologica – ha detto l’esponente di “Io, Novara” – Abbiamo in agenda una grande opera e non possiamo più perderci in ragionamenti che non appartengono più al modo di essere. Dobbiamo pensare a riorganizzare il nostro territorio. Ben vengono investitori, anche se si tratta di supermercati. Dopo la crisi si quest’ultimo periodo occorre ricostruire».

Per rompere il quasi monologo delle minoranze è dovuto intervenire lo stesso primo cittadino: «Non è vero – ha detto Canelli – che facciamo solo quello che ci dicono i privati e Agognate non è il solo progetto di sviluppo, c’è anche il Cim. Non sono proposte antitetiche, ma complementari fra loro. Un’idea di città ce l’abbiamo e stiamo portando a casa tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissati».

No secco, invece, dai grillini: «Stiamo parlando – ha affermato Mario Iacopino – di una logistica 4.0 senza sapere quanti posti di lavoro reali porterà. Stiamo parlando di un vero e proprio ecomostro che potrebbe violare le normative che tutelano il paesaggio. Si potrà anche costruire questo manufatto, ma chi ci dice che un domani un giudice non possa ordinarne la sua demolizione?».

Al momento del voto i sì sono stati 28, i contrari 3.

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