Prosegue il viaggio de La Voce tra i quartieri di Novara. Dopo Vignale e San Martino, la terza tappa è toccata a San Rocco, tra corso della Vittoria e il canale Quintino Sella che ne delimitano il confine con Sant’Antonio e Sant’Andrea. Fa parte di San Rocco anche il nuovo polo commerciale di via Pavesi, nonostante la vera anima del quartiere si respira dalle percezioni della comunità, tra via Unità d’Italia e via Gibellini.
Anche questa volta abbiamo dato voce ai veri protagonisti del quartiere, i commercianti. A partire da Teresa Scalia, titolare di “Terrymania”, che da tempo sta pensando a un’imponente iniziativa: tappezzare i garage e i muri accanto alla chiesa di quartiere: «L’idea dei murales nasce perché vedere questa chiesa nuova vicino a queste strutture, spesso bistrattate, è un peccato. Sarebbe bello coinvolgere le scuole nell’iniziativa, impegnando direttamente i ragazzi. Io viaggio molto spesso e ho visto quartieri di città riqualificati con poco sforzo».
L’idea, però, è lontana dalla realizzazione. «Ogni volta che ho provato solo a parlarne in giro non ho ricevuto troppo riscontro negativo – aggiunge Scalia -. Io sarei disposta a mettere le vernici, magari coinvolgendo gli altri negozi nel dare un piccolo contributo. Penso che la burocrazia limiti un po’ queste iniziative. Il quartiere si sta spopolando: purtroppo anche io sto pensando di andare via. E’ una bellissimo zona, con molto verde, ma chiusa, non c’è passaggio. Da quando non c’è più il comitato di quartiere le cose non funzionano».
Tema affrontato anche da Giuseppe Ferrara, ultimo presidente di quartiere dei primi anni 2000 e attuale patron della squadra di calcio della zona: «La mia esperienza è stato positiva, qualcosa avevamo fatto, ora si sente che mancano i comitati di quartiere. Noi, per esempio, tra le altre cose, avevamo messo in sicurezza tutti i parchi di San Rocco e rifatto la zona Vela. Oggi vedo qualche ristrutturazione in giro ma niente di più».
Eppure non mancano le idee e gli spunti. Ne è un esempio Marco Fortunato, titolare della Farmacia San Rocco: «La mia idea era ristrutturare l’ambulatorio accanto alla farmacia, riportando infermieri, medici di base e pediatri, che oggi mancano del tutto. Sarebbe un servizio di fondamentale importanza per la comunità. Avremmo voluto occuparcene di persona ma in Comune mi hanno detto che era compito loro. C’è stato un primo bando, andato deserto poi abbandonato in via definitiva. A noi è stato detto che ora se ne occuperà direttamente l’amministrazione comunale della ristrutturazione».
«Per me il mercato sarebbe fondamentale per dare nuova linfa al quartiere – continua Fortunato -. Oggi viene solo un banco dell’ortofrutta ma si potrebbero aumentare gli operatori, c’è molto spazio e parcheggio».
Suonano invece come parole di sconforto quelle di Sabrina e Marco, titolari della tabaccheria del quartiere: «Hanno deciso di defraudarci di tutto. Non ci sono più banca e supermercato, quest’ultimo trasferito in orso della Vittoria. Molti negozianti sono andati in pensione, ma le attività non sono più state rilevate. Siamo rimasti solo noi e una panetteria come servizio per adulti e anziani. Per esempio, non ci sono pullman che portano diretti all’Esselunga, che è anche qui vicino: bisogna fare due cambi. Si percepisce il malcontento delle persone».
Presente in negozio durante l’intervista, anche Carmela, un’anziana signora che ha voluto esprimere il suo dissenso: «San Rocco è un quartiere morto, ci hanno tolto tutto. Prima c’era il dottore e ora si è spostato anche lui, stesso discorso per le scuole medie che non ci sono più. Ci sono molti problemi anche a livello logistico, se non hai l’auto come fai?».
Una risposta
Perchè non ci sono più i Comitati di quartiere?
Mi sembrava una istituzione utile e fonte di iniziative e partecipazione attiva degli abitanti del quartiere