Inizia oggi il viaggio de La Voce tra i quartieri di Novara attraverso i racconti e le testimonianze dei residenti e dei commercianti. La prima puntata è dedicata Vignale, rione periferico che si snoda lungo corso Risorgimento e, per le sue caratteristiche e la sua comunità che mostra da sempre un forte senso di appartenenza, potrebbe essere considerato un vero e proprio paese piuttosto che una zona della città.
La piazza della chiesa della Regina della Pace è uno dei punti focali del quartiere, un luogo di incontro per i residenti di rione. Tuttavia, ciò che cattura davvero l’attenzione è il murales che decora la parete di una casa nei pressi della chiesa, raffigurante la firma dell’armistizio del 24 marzo 1849 tra il re Vittorio Emanuele II ed il generale austriaco Radetzky. Un evento storico legato alla battaglia di Novara, durante la prima Guerra d’Indipendenza.
La vera anima di Vignale emerge, però, dalle parole dei suoi abitanti, che condividono le loro storie e speranze per il futuro. Attraverso le loro dichiarazioni, scopriamo tutte le sfaccettature di questa zona, lati positivi e negativi, cosa si potrebbe migliorare o preservare.
«Strada pericolosa e mancanza di servizi per la fascia più anziana»
«In questo quartiere tutti si conoscono, si salutano e si danno del tu – dicono le titolari della Farmacia di Vignale -. Ultimamente mancano un po’ i servizi base come un alimentare di grosse dimensioni. Questo va a discapito soprattutto degli anziani che sono costretti a spostarsi e devono anche subire la mancanza di un dottore, per il quale sono costretti quindi ad attraversare la città. Quello che c’era in passato è andato in pensione poi nessuno ha più riaperto».
Una carenza, quella evidenziata dalle farmaciste, nei servizi ma non solo: «Il paese si sta un po’ ripopolando perché ci sono diverse villette e qui si sta bene, c’è anche la campagna. La differenza principale che vedo tra Vignale ed un altro quartiere come, per esempio, Veveri è che quest’ultimo sembra più una piazza con il paese mentre qui c’è solo una strada che l’attraversa. Anche passeggiare è complicato perché è pericoloso: proprio qui davanti alla farmacia abbiamo rischiato più volte di essere investite perché le macchine passano ad una velocità pazzesca. A Veveri, riprendendo l’esempio di prima, hanno inserito alcuni dossi, che qui non ci sono».
«A Vignale un’accoglienza unica. La tangenziale sarà un punto di svolta»
Il barista Mattia Di Bianco, che insieme alla sorella Antonella, gestisce il bar Oasi da 12 anni, riflette sull’accoglienza calorosa della comunità e i momenti speciali condivisi con i suoi abitanti: «Qui ci sono persone fantastiche con le quali ho molti momenti e ricordi. Dai primi mesi ci hanno accolto con tanta allegria, abbracciando due imprenditori che volevano aprire la loro attività. Ricordo anche, nei momenti brutti come la pandemia, quanto queste persone ci abbiano fatto capire di tenere a noi».
Tuttavia, Di Bianco evidenzia le sfide che il quartiere deve ancora affrontare. «Essendo un quartiere molto periferico, in questi ultimi anni c’è stata un po’ di dimenticanza da parte di alcuni enti. Per esempio, abbiamo un parco grandissimo ma poco funzionale, anche per gli stessi bambini che vengono a giocare. Ci sono problemi di strada, con molte buche. Poi sono anni che chiediamo la fibra ma inutilmente. A mio parere ci sarà qualche cambiamento con l’apertura della tangenziale. Sicuramente aprirà un altro passaggio alle persone dalla città, permettendo di raggiungere Vignale in meno tempo. Questo gioverebbe a tutte le attività commerciali».
Renzo, con 28 anni di esperienza a Vignale nella sua azienda Irva srl nel settore dell’illuminotecnica, condivide anch’egli l’entusiasmo per la comunità: «Gente cordiale e ottimi rapporti con tutti – afferma -. L’aspetto positivo è che la strada che attraversa il paese favorisce l’attenzione e l’attrazione di clienti occasionali che restano incuriositi dalle vetrine dei negozi e, sfruttando i numerosi parcheggi a disposizione, si possono fermare».
Tuttavia, Renzo nota un cambiamento negli ultimi tempi: «Quest’anno, rispetto agli anni passati, le persone hanno sentito molto meno la festa del quartiere che viene celebrata a settembre. Negli anni trascorsi c’era maggiore coinvolgimento, con case e balconi addobbati con gli stendardi. Quest’anno non ho visto nulla».