La votazione telematica manda in tilt il consiglio comunale

Chi lascia la via vecchia per la nuova sa quel che lascia e non sa quel che trova, recita una vecchia commedia di fine Ottocento. Ma è anche quello che devono aver pensato i consiglieri comunali della città di Novara ieri mattina, 27 novembre, proprio durante la seduta di consiglio quando, per la prima volta, hanno utilizzato il nuovo sistema telematico per le votazioni e le prenotazioni degli interventi. O meglio ci hanno provato.

Dallo scorso mese di settembre, infatti, ciascuna postazione è stata dotata di un tablet allo scopo di favorire l’interazione tra i consiglieri, facilitando le operazioni di prenotazione, intervento e voto. Insomma, non più alzate di mano disordinate e rumorose, ma un semplice sfioro dei pulsanti sullo schermo del tablet. Un sistema che, appunto, dal giorno dell’installazione non era ancora stato utilizzato e che è stato messo alla prova solo ieri. Buona la prima? Nemmeno per sogno. La seduta, infatti, è iniziata con quasi mezz’ora di ritardo proprio perché sul tablet del presidente del consiglio, Edoardo Brustia, non comparivano le informazioni necessarie per poter continuare.

Inoltre, a ciascun consigliere è stata consegnata una tessera nominale da inserire a ogni operazione e da disinserire anche solo se ci si allontana dal posto.

Le difficoltà si sono presentate già alla prima votazione quando il conteggio non tornava: un consigliere di maggioranza aveva espresso – in buona fede – voto contrario invece che favorevole e dalle fila dell’opposizione – in modo ironico, s’intende – i consiglieri gridavano alla spaccatura. Inoltre il voto del presidente, che in quel momento si era assentato ed era stato sostituito dal vice, risultava comunque espresso perché prima di allontanarsi dall’aula, Brustia, non sapendolo, non aveva disinserito la propria tessera.

Un caos. Ci sono voluti quasi tre quarti d’ora per ripristinare la situazione che comunque si è ripresentata alla votazione successiva. Qualcuno dai banchi della maggioranza ha ripetuto più volte che «la questione stava diventando incresciosa». Ovviamente sempre in modo sarcastico.

Alla fine, comunque, niente di grave, complice anche un ordine del giorno non particolarmente impegnativo che ha permesso di impiegare la maggior parte del tempo della seduta – e questo in modo serio – per mettere a punto un sistema che finalmente potrà velocizzare il lavoro in aula.

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Chi lascia la via vecchia per la nuova sa quel che lascia e non sa quel che trova, recita una vecchia commedia di fine Ottocento. Ma è anche quello che devono aver pensato i consiglieri comunali della città di Novara ieri mattina, 27 novembre, proprio durante la seduta di consiglio quando, per la prima volta, hanno utilizzato il nuovo sistema telematico per le votazioni e le prenotazioni degli interventi. O meglio ci hanno provato.

Dallo scorso mese di settembre, infatti, ciascuna postazione è stata dotata di un tablet allo scopo di favorire l’interazione tra i consiglieri, facilitando le operazioni di prenotazione, intervento e voto. Insomma, non più alzate di mano disordinate e rumorose, ma un semplice sfioro dei pulsanti sullo schermo del tablet. Un sistema che, appunto, dal giorno dell’installazione non era ancora stato utilizzato e che è stato messo alla prova solo ieri. Buona la prima? Nemmeno per sogno. La seduta, infatti, è iniziata con quasi mezz’ora di ritardo proprio perché sul tablet del presidente del consiglio, Edoardo Brustia, non comparivano le informazioni necessarie per poter continuare.

Inoltre, a ciascun consigliere è stata consegnata una tessera nominale da inserire a ogni operazione e da disinserire anche solo se ci si allontana dal posto.

Le difficoltà si sono presentate già alla prima votazione quando il conteggio non tornava: un consigliere di maggioranza aveva espresso - in buona fede - voto contrario invece che favorevole e dalle fila dell’opposizione - in modo ironico, s’intende - i consiglieri gridavano alla spaccatura. Inoltre il voto del presidente, che in quel momento si era assentato ed era stato sostituito dal vice, risultava comunque espresso perché prima di allontanarsi dall’aula, Brustia, non sapendolo, non aveva disinserito la propria tessera.

Un caos. Ci sono voluti quasi tre quarti d’ora per ripristinare la situazione che comunque si è ripresentata alla votazione successiva. Qualcuno dai banchi della maggioranza ha ripetuto più volte che «la questione stava diventando incresciosa». Ovviamente sempre in modo sarcastico.

Alla fine, comunque, niente di grave, complice anche un ordine del giorno non particolarmente impegnativo che ha permesso di impiegare la maggior parte del tempo della seduta - e questo in modo serio - per mettere a punto un sistema che finalmente potrà velocizzare il lavoro in aula.

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