Dopo il passaggio in commissione Sanità, oggi, 27 ottobre, l’indagine conoscitiva sulla gestione dell’emergenza sanitaria da Covid-19 sarà presentata in consiglio regionale.
«Un percorso in cui abbiamo voluto dare voce agli interlocutori per esaminare l’attività dell’organizzazione della Sanità in emergenza, non solo con lo scopo di fare chiarezza, ma per raccogliere ogni spunto utile a costruire il futuro post-pandemia della Sanità piemontese – dichiara il presidente della Commissione, il leghista Alessandro Stecco -. Lavoriamo ai fondi della legge regionale per favorire nuove aggregazioni fra i medici di base, agli investimenti Pnrr su case di comunità, centrali operative territoriali, ospedali di comunità. E poi ancora al rinnovo delle attrezzature obsolete, agli interventi di miglioramento e di adeguamento antisismico, alla digitalizzazione degli ospedali Dea di primo e secondo livello. Infine, la medicina di attesa e la medicina d’iniziativa, i miglioramenti alla piattaforma software Covid-19 della Regione, le azioni concordate con la Commissione salute presso la Conferenza delle Regioni a livello nazionale, il piano regionale di preparazione e risposta ad una pandemia influenzale, il completamento dello studio per la riforma dei Dipartimenti di prevenzione.
Sull’indagine come elemento migliorativo sono d’accordo anche il vicepresidente della Commissione Sanità, Domenico Rossi, e il coordinatore del Gruppo di Lavoro sull’emergenza Covid, Daniele Valle: «Deve essere uno strumento utile per migliorare il sistema sanitario piemontese nel suo complesso e non farci trovare impreparati a future emergenze». Ma secondo i due consiglieri del Pd non mancano le criticità: «Un anno di indagine ci ha consentito di evidenziare lacune e ritardi nell’affrontare una situazione certamente del tutto nuova ma che avrebbe richiesto risposte più tempestive e strutturate: pensiamo alle evidenti carenze relative alla catena di comando, alle politiche di tracciamento, ma anche al ritardo negli interventi sulle Rsa o all’incertezza nella scelta e nella gestione delle strutture Covid, senza dimenticare il problema delle assunzioni tardive. Tutti elementi, confermati dal confronto con operatori sanitari, sindacati e utenti, che derivano da una catena di comando ridondante e farraginosa che ha tenuto con fatica il controllo della situazione».
Rossi e Valle tornano, ancora una volta, sul tema della carenza di personale: «Il tena è centrale: la scelta di non sostituire le cessazioni di personale assunto a tempo indeterminato, se non parzialmente e con assunzioni a tempo determinato, getta un’ombra inquietante sulla capacità del nostro sistema di recuperare i ritardi sulle liste d’attesa».