Dopo oltre 2180 giorni di detenzione, le autorità iraniane hanno annunciato che intendono eseguire la condanna a morte entro il 21 maggio Ahmadreza Djalali, il ricercatore universitario con passaporto iraniano/svedese che ha anche lavorato per l’università del Piemonte Orientale e che è stato arrestato nel 2016 dal suo Paese di origine con l’accusa di essere una spia.
Amnesty International Italia, Comune e Provincia di Novara, Università del Piemonte Orientale e Crimedim – il Centro di ricerca e formazione in medicina delle catastrofi, aiuti umanitari e salute globale dell’Upo di cui Djalali era ricercatore – si mobilitano con un nuovo sit-in domani, martedì 10 maggio, alle 17.30 di fronte al municipio in via Fratelli Rosselli, uniti nel lanciare l’ennesimo grido di aiuto per la liberazione dello studioso.
Al sit-in sarà presente anche il portavoce nazionale di Amnesty International Italia, Riccardo Noury, che dichiara sui social: «Martedì 10 da Novara lanceremo l’ennesimo appello per Ahmadreza Djalali, il ricercatore di fama internazionale che collaborò anche con l’Università del Piemonte Orientale e che rischia di essere impiccato entro il 21 maggio in Iran per un’inesistente accusa di spionaggio».
Contestualmente Amnesty International invita a firmare l’appello per tentare di salvare Ahmad cliccando al seguente link bit.ly/3FimyFp
L’ultima manifestazione di fronte al municipio si è svolta un anno fa quando anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si era mobilitato per la liberazionedi Ahmad a seguito di altre numerosi appelli lanciati dalle Nazioni Unite e da professori e ricercatori delle università di tutto il mondo.