L’Asl torna alla quasi normalità e riprogramma le visite

Come l’ospedale Maggiore, anche l’Asl Novara ha messo in atto un piano strategico di ritorno all’operatività. «Durante l’emergenza sanitaria – spiega la direttrice generale Arabella Fontana – abbiamo sospeso l’attività ambulatoriale per le classi D (differibile) e P (programmata) mantenendo le U (urgenti) e le B (brevi). Abbiamo proseguito, poi, con la diagnostica, i follow up per i malati cronici e oncologici anche con modalità alternative di televisita, così come tutta la parte riguardante la salute materna infantile. Nel 2019, da gennaio ad aprile, abbiamo prodotto 854 mila visite; nello stesso periodo di quest’anno 586 mila, il 30% in meno».

In termini numerici «al 3 maggio le prestazioni da recuperare erano 9097, circa il 40% tra ospedale di Borgomanero e ambualtori viale Roma e il 60% negli ambulatori territoriali – prosegue Fontana -. La Regione ci ha chiesto un piano di ritorno all’operatività che abbiamo avviato dall’11 maggio recuperando 900 prestazioni che erano rimaste in sospeso. Dopo un mese e mezzo, tutte le visite e gli esami sono stati erogati, tranne qualche ritardo sull’odontoiatria in seguito alle norme sul distanziamento. Quest’ultime hanno imposto di rivedere le nostre agende di prenotazione: l’impegno degli specialisti è stato quello di aumentare gli orari, dove si poteva, con prestazioni aggiuntive».

 

 

Ci sono, invece, specialità con lunghe liste d’attesa che continuano a presentare difficoltà: «Per dermatologia, gastroenterologia, oculistica e ortopedia ci sono ancora dei residui che contiamo di risolvere entro l’autunno – afferma la direttrice -. Nel frattempo stiamo mettendo in atto alcune misure correttive come le collaborazioni con centri privati che erogano servizi in regime di servizio sanitario nazionale. Solo per fare qualche esempio: per le prestazioni in classe D (erogazione entro 60 giorni) ci sono numerose disponibilità entro luglio per cardiologia, pneumologia, fisiatria, allergologia, ecocardiogramma o test da sforzo in strutture quali Cdc, San Gaudenzio, Veruno, Arona, viale Roma e Borgomanero. Altri esami come l’ecodoppler o visite dermatologiche, reumatogiche o diabetologiche saranno garantite entro agosto mentre si dovrà attendere a settembre per l’otorino e la dermochirurgia».

L’Asl ha messo in atto anche un piano di nuove assunzioni: «Ci sono alcune discipline in difficoltà per le quali stiamo aspettando nuovi specialisti – continua Fontana – quattro ortopedici, un oculista, un otorino, un cardiologo e un endocrinologo; in ginecologia c’è un posto vacante, stiamo cercando due nefrologi e forse arriveranno due radiologi per far fronte alle ecografie».

Per quanto riguarda le prenotazioni «il nostro Urp riceve molte lamentele – conclude la direttrice – ma anche l’Asl è stata inserita nel nuovo numero di accesso regionale che presenta criticità. Il centro prelievi, ad esempio, necessita di una sorta di prenotazione, ci vuole tempo e questo genera disagio. È una piattaforma nuova anche per noi, ma stiamo cercando di trovare soluzioni definitive».


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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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L’Asl torna alla quasi normalità e riprogramma le visite

Come l’ospedale Maggiore, anche l’Asl Novara ha messo in atto un piano strategico di ritorno all’operatività. «Durante l’emergenza sanitaria – spiega la direttrice generale Arabella Fontana – abbiamo sospeso l’attività ambulatoriale per le classi D (differibile) e P (programmata) mantenendo le U (urgenti) e le B (brevi). Abbiamo proseguito, poi, con la diagnostica, i follow up per i malati cronici e oncologici anche con modalità alternative di televisita, così come tutta la parte riguardante la salute materna infantile. Nel 2019, da gennaio ad aprile, abbiamo prodotto 854 mila visite; nello stesso periodo di quest’anno 586 mila, il 30% in meno».

In termini numerici «al 3 maggio le prestazioni da recuperare erano 9097, circa il 40% tra ospedale di Borgomanero e ambualtori viale Roma e il 60% negli ambulatori territoriali – prosegue Fontana -. La Regione ci ha chiesto un piano di ritorno all’operatività che abbiamo avviato dall’11 maggio recuperando 900 prestazioni che erano rimaste in sospeso. Dopo un mese e mezzo, tutte le visite e gli esami sono stati erogati, tranne qualche ritardo sull’odontoiatria in seguito alle norme sul distanziamento. Quest’ultime hanno imposto di rivedere le nostre agende di prenotazione: l’impegno degli specialisti è stato quello di aumentare gli orari, dove si poteva, con prestazioni aggiuntive».

 

 

Ci sono, invece, specialità con lunghe liste d’attesa che continuano a presentare difficoltà: «Per dermatologia, gastroenterologia, oculistica e ortopedia ci sono ancora dei residui che contiamo di risolvere entro l’autunno – afferma la direttrice -. Nel frattempo stiamo mettendo in atto alcune misure correttive come le collaborazioni con centri privati che erogano servizi in regime di servizio sanitario nazionale. Solo per fare qualche esempio: per le prestazioni in classe D (erogazione entro 60 giorni) ci sono numerose disponibilità entro luglio per cardiologia, pneumologia, fisiatria, allergologia, ecocardiogramma o test da sforzo in strutture quali Cdc, San Gaudenzio, Veruno, Arona, viale Roma e Borgomanero. Altri esami come l’ecodoppler o visite dermatologiche, reumatogiche o diabetologiche saranno garantite entro agosto mentre si dovrà attendere a settembre per l’otorino e la dermochirurgia».

L’Asl ha messo in atto anche un piano di nuove assunzioni: «Ci sono alcune discipline in difficoltà per le quali stiamo aspettando nuovi specialisti – continua Fontana – quattro ortopedici, un oculista, un otorino, un cardiologo e un endocrinologo; in ginecologia c’è un posto vacante, stiamo cercando due nefrologi e forse arriveranno due radiologi per far fronte alle ecografie».

Per quanto riguarda le prenotazioni «il nostro Urp riceve molte lamentele – conclude la direttrice – ma anche l’Asl è stata inserita nel nuovo numero di accesso regionale che presenta criticità. Il centro prelievi, ad esempio, necessita di una sorta di prenotazione, ci vuole tempo e questo genera disagio. È una piattaforma nuova anche per noi, ma stiamo cercando di trovare soluzioni definitive».


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