Come aveva annunciato il sindaco Alessandro Canelli lo scorso 12 dicembre (leggi qui), i laureandi in Medicina dell’Università del Piemonte Orientale hanno aderito al progetto messo in campo dal Comune: una collaborazione di tre mesi con il Sisp dell’Asl di Novara per svolgere l’attività di contact tracing dei positivi.
Per i diciassette studenti che hanno risposto alla chiamata, l’avventura è iniziata sabato 2 gennaio. L’attività di contact tracing viene effettuata dagli uffici di viale Roma, dove i laureandi, tramite la piattaforma fornita dall’Asl, tracciano i contatti di coloro che, a seguito di tampone, risultano positivi, telefonando alle persone coinvolte e fornendo loro da una parte le informazioni sanitarie necessarie per la quarantena, dall’altra le informazioni relative ai servizi utili erogati dal Comune di Novara (contatti, numeri di telefono, mail).
«L’iniziativa che abbiamo avviato con la collaborazione di Asl e Università – spiega Canelli – è stata pensata innanzitutto per allentare la pressione sull’Asl che, con la seconda pesante ondata, si è ritrovata a far fronte ad un numero di casi in continuo e rapido aumento, con la conseguenza di dover tracciare sempre più pazienti e sempre più contatti per arginare quanto più possibile la diffusione del virus».
«Questi studenti stanno lavorando con grande entusiasmo – commenta il direttore generale dell’Asl Novara Arabella Fontana – Hanno risposto alla chiamata mettendo a disposizione la loro professionalità e serietà in un periodo di pandemia come mai ne abbiamo affrontati. Vorrei ringraziare il sindaco e l’amministrazione per l’attenzione che hanno dimostrato e per la collaborazione, in questo come in tanti altri momenti, nelle iniziative di supporto alla popolazione. Un supporto che, in questo periodo, non è solo di tipo sanitario, ma diventa anche una presa in carico delle necessità e dei bisogni delle persone che si ammalano e delle loro famiglie. Con questa attività, andiamo a migliorare e ad integrare ulteriormente la sinergia tra enti in un’intesa che va nella direzione di supportare la popolazione e in particolare le fasce più fragili».
«La collaborazione alla lotta alla pandemia da parte degli studenti di Medicina dell’Università del Piemonte Orientale – spiega il rettore Giancarlo Avanzi – rappresenta un ulteriore tassello dell’ampio mosaico di interventi contro il dilagare dell’epidemia che l’Upo ha messo in atto anche in collaborazione con altri enti pubblici come l’assessorato alla sanità piemontese. L’Università non ha solo il compito di formare i futuri laureati, ma ha soprattutto il dovere di educare e questo scopo lo raggiunge con la collaborazione con enti ed istituzioni che ne condividano i principi e le finalità».
«L’Associazione UPO Alumni – spiega la presidente Francesca Boccafoschi e professore associato in Anatomia Umana all’Upo – è stata coinvolta nel progetto al fine di facilitare le operazioni di reclutamento degli studenti del IV, V e VI anno. Per noi l’essere stati coinvolti come parte attiva nell’organizzazione delle attività utili all’iniziativa è motivo di grande soddisfazione, poichè da prova del fatto che l’associazione, seppur ancora giovane, è già diventata un punto di riferimento per la città di Novara».