Lavoratori Eismann di nuovo in sciopero. Cgil: «Mancato rinnovo del contratto»

La situazione riguarda i dipendenti di Gi Group e Just on Business, agenzie che lavorano per conto dell'azienda

I dipendenti di Gi Group e Just on Business, agenzie che lavorano per conto dell’azienda Eismann di San Pietro Mosezzo, sono di nuovo in sciopero fino a domani, 7 dicembre. Quattro giorni di astensione dal lavoro per ribadire quanto già espresso durante l’ultimo presidio dell’8 novembre.

«Contestiamo fortemente il mancato rinnovo del contratto a tempo determinato a due lavoratori, decisione assolutamente incomprensibile anche a fronte di ulteriori assunzioni per ricoprire la stessa posizione dei lavoratori cessati. Una decisione che pare essere più punitiva che una reale esigenza organizzativa» afferma Lucia Penna, referente di Nidil Cgil.

«Questi sono lavoratori che hanno avuto coraggio a esporsi nonostante avessero un contratto a tempo determinato – sottolinea Penna -. L’incertezza del lavoro precario rende difficile ai dipendenti esercitare il controllo sul loro futuro professionale e sociale e in questo modo aumenta la loro vulnerabilità nei confronti dell’azienda, generando un continuo stato di ricattabilità nei loro confronti».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Lavoratori Eismann di nuovo in sciopero. Cgil: «Mancato rinnovo del contratto»

La situazione riguarda i dipendenti di Gi Group e Just on Business, agenzie che lavorano per conto dell’azienda

I dipendenti di Gi Group e Just on Business, agenzie che lavorano per conto dell’azienda Eismann di San Pietro Mosezzo, sono di nuovo in sciopero fino a domani, 7 dicembre. Quattro giorni di astensione dal lavoro per ribadire quanto già espresso durante l’ultimo presidio dell’8 novembre.

«Contestiamo fortemente il mancato rinnovo del contratto a tempo determinato a due lavoratori, decisione assolutamente incomprensibile anche a fronte di ulteriori assunzioni per ricoprire la stessa posizione dei lavoratori cessati. Una decisione che pare essere più punitiva che una reale esigenza organizzativa» afferma Lucia Penna, referente di Nidil Cgil.

«Questi sono lavoratori che hanno avuto coraggio a esporsi nonostante avessero un contratto a tempo determinato – sottolinea Penna -. L’incertezza del lavoro precario rende difficile ai dipendenti esercitare il controllo sul loro futuro professionale e sociale e in questo modo aumenta la loro vulnerabilità nei confronti dell’azienda, generando un continuo stato di ricattabilità nei loro confronti».

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