Lavoratori M&Z davanti al Tribunale

“Lavoro, lavoro, lavoro”: è lo slogan scandito dai lavoratori della M&Z Rubinetterie di Bolzano Novarese questa mattina davanti al Tribunale di Novara dove nel frattempo si era svolto un incontro, tra Rsu aziendali, rappresentanti sindacali (presenti Andrea Todero della Fim e Sergio Mazzola della segreteria Fim Piemonte Orientale) e una rappresentante dei lavoratori, con un giudice.

 

 

Un colloquio durato una quarantina di minuti all’esito del quale «le sensazioni sono positive – dice Andrea Todero – Quello che a me premeva era stimolare la coscienza del Tribunale sulle decisioni che andranno a prendere; decisioni che coinvolgono 110 famiglie; in ballo non c’è solo l’azienda e il tribunale: ci sono i lavoratori e le famiglie con i loro problemi».

Armati di cartelli, sui quali campeggiavano le scritte “Vogliamo risposte”, “Chiediamo continuità lavorativa”, “Lavoro uguale dignità” e ancora “Salvate M&Z”, i dipendenti della storica azienda – nata agli inizi degli anni ‘70 e che ha conosciuto momenti in cui vantava 300 dipendenti – hanno atteso il “resoconto” dell’incontro.

Dal 20 gennaio il Tribunale si dovrà  esprimere «sulla proroga per l’accettazione del piano concordatario – prosegue Todero – E comunque sarà quella decisione che stabilirà se il piano è stato approvato oppure no».

Difficoltà, quelle della M&Z, iniziate nel 2008 «all’inizio gestite con il ricorso agli ammortizzatori sociali – spiega il sindacalista – quindi senza ammortizzatori fino all’anno scorso quando c’è stato il ricorso alla solidarietà». Dapprima, a maggio, la riduzione di orario con l’utilizzo massimo del 40% delle ore non lavorate, «poi con il nuovo accordo firmato a ottobre con l’aumento al 60% delle ore, per evitare licenziamenti”.

Attualmente i 110 dipendenti (in massima parte operai, 30-35 gli impiegati), nella maggior parte donne con età media ben lontana dalla quiescenza (sono infatti meno di una decina i lavoratori che nell’arco di due anni arrivano alla pensione), lavorano tre giorni alla settimana.

Venerdì è convocata l’assemblea sindacale in azienda.

 

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Lavoratori M&Z davanti al Tribunale

“Lavoro, lavoro, lavoro”: è lo slogan scandito dai lavoratori della M&Z Rubinetterie di Bolzano Novarese questa mattina davanti al Tribunale di Novara dove nel frattempo si era svolto un incontro, tra Rsu aziendali, rappresentanti sindacali (presenti Andrea Todero della Fim e Sergio Mazzola della segreteria Fim Piemonte Orientale) e una rappresentante dei lavoratori, con un giudice.

 

 

Un colloquio durato una quarantina di minuti all’esito del quale «le sensazioni sono positive – dice Andrea Todero – Quello che a me premeva era stimolare la coscienza del Tribunale sulle decisioni che andranno a prendere; decisioni che coinvolgono 110 famiglie; in ballo non c’è solo l’azienda e il tribunale: ci sono i lavoratori e le famiglie con i loro problemi».

Armati di cartelli, sui quali campeggiavano le scritte “Vogliamo risposte”, “Chiediamo continuità lavorativa”, “Lavoro uguale dignità” e ancora “Salvate M&Z”, i dipendenti della storica azienda – nata agli inizi degli anni ‘70 e che ha conosciuto momenti in cui vantava 300 dipendenti – hanno atteso il “resoconto” dell’incontro.

Dal 20 gennaio il Tribunale si dovrà  esprimere «sulla proroga per l’accettazione del piano concordatario – prosegue Todero – E comunque sarà quella decisione che stabilirà se il piano è stato approvato oppure no».

Difficoltà, quelle della M&Z, iniziate nel 2008 «all’inizio gestite con il ricorso agli ammortizzatori sociali – spiega il sindacalista – quindi senza ammortizzatori fino all’anno scorso quando c’è stato il ricorso alla solidarietà». Dapprima, a maggio, la riduzione di orario con l’utilizzo massimo del 40% delle ore non lavorate, «poi con il nuovo accordo firmato a ottobre con l’aumento al 60% delle ore, per evitare licenziamenti”.

Attualmente i 110 dipendenti (in massima parte operai, 30-35 gli impiegati), nella maggior parte donne con età media ben lontana dalla quiescenza (sono infatti meno di una decina i lavoratori che nell’arco di due anni arrivano alla pensione), lavorano tre giorni alla settimana.

Venerdì è convocata l’assemblea sindacale in azienda.

 

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