Le grandi opere che il territorio attende. Il punto con l’Osservatorio delle infrastrutture

Confindustria Piemonte e Unioncamere Piemonte, nella sede novarese di corso Cavallotti, ha presentato il rapporto Oti. Dei 72 interventi un buon numero si trova sul territorio di Novara e del Vco

Il potenziamento del nodo ferroviario di Novara con la stazione sulla linea di Biella per i dipendenti del polo logistico di Agognate, la fermata dell’Alta velocità e il collegamento veloce con Malpensa, la realizzazione delle bretelle ferroviarie merci sul nodo di Novara (il cosiddetto Baffetto), il progetto della nuova Novara-Vercelli e la Pedemontana che collegherà il territorio biellese con il casello autostradale di Ghemme-Romagnano.

Nella mattinata di ieri, 20 marzo, Confindustria Piemonte e Unioncamere Piemonte, nella sede novarese di corso Cavallotti, ha presentato il rapporto Oti, l’Osservatorio territoriale delle infrastrutture, da quale emerge che un buon numero delle opere si trova sul territorio di Novara e del Vco e che quasi un terzo degli interventi saranno ultimati entro dieci anni. I

l rapporto 2022 è stato esteso da 50 a 72 infrastrutture monitorate, aggiungendo 22 opere ritenute fondamentali dalle imprese piemontesi. Tra queste 6 sono finanziate dal Pnrr per 321,84 milioni, che si aggiungono alle altre 15 opere finanziate dal Pnrr già oggetto dei rapporti Oti degli anni passati.

Complessivamente delle 72 opere monitorate nel 2022: 23 risultano in linea con il programma, 20 hanno subito un ritardo nell’ultimo anno, 9 sono in grave ritardo, 17 sono ancora allo stadio di proposta e 3 sono infine concluse. Entro il 2026, quando dovranno essere spesi tutti i 4,05 miliardi di euro destinati alle 16 infrastrutture piemontesi dal Pnrr. Nel 2030 se ne aggiungeranno altre otto, mentre nel 2032 verrà tagliato il nastro per quattro opere, portando il totale in dieci anni a 33 infrastrutture ultimate.

«Il valore complessivo delle opere che dovrebbero essere concluse entro il 2032 ammonta a oltre 23 miliardi, pari a quasi due punti di Pil regionale per i prossimi dieci anni – ha commentato Marco Gay, presidente di Confindustria Piemonte -. Insieme alle proposte contenute nel piano industriale che abbiamo condiviso con la Regione nel 2021. Competenze e innovazione, accompagnate da infrastrutture materiali e immateriali finalmente al passo con i tempi, sono le condizioni indispensabili per rafforzare il percorso di crescita che questo territorio ha avviato subito dopo il lockdown. Diventa quindi necessario accelerare le procedure per reperire i 10 miliardi che al momento non sono ancora stati erogati su queste opere essenziali per il Piemonte».

In apertura il presidente di Confindustria Novara Vercelli Valsesia, Gianni Filippa, ha spiegato aver voluto ospitare la presentazione del Rapporto «per dibattere e portare all’attenzione dell’opinione pubblica il fatto che il Piemonte sia al centro dei traffici europei, e in particolare i territori novarese, vercellese e biellese che in pochi anni, grazie alla realizzazione di alcune nuove infrastrutture, vedranno un’accelerazione della loro competitività anche internazionale».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Confindustria Piemonte e Unioncamere Piemonte, nella sede novarese di corso Cavallotti, ha presentato il rapporto Oti. Dei 72 interventi un buon numero si trova sul territorio di Novara e del Vco

Il potenziamento del nodo ferroviario di Novara con la stazione sulla linea di Biella per i dipendenti del polo logistico di Agognate, la fermata dell’Alta velocità e il collegamento veloce con Malpensa, la realizzazione delle bretelle ferroviarie merci sul nodo di Novara (il cosiddetto Baffetto), il progetto della nuova Novara-Vercelli e la Pedemontana che collegherà il territorio biellese con il casello autostradale di Ghemme-Romagnano.

Nella mattinata di ieri, 20 marzo, Confindustria Piemonte e Unioncamere Piemonte, nella sede novarese di corso Cavallotti, ha presentato il rapporto Oti, l’Osservatorio territoriale delle infrastrutture, da quale emerge che un buon numero delle opere si trova sul territorio di Novara e del Vco e che quasi un terzo degli interventi saranno ultimati entro dieci anni. I

l rapporto 2022 è stato esteso da 50 a 72 infrastrutture monitorate, aggiungendo 22 opere ritenute fondamentali dalle imprese piemontesi. Tra queste 6 sono finanziate dal Pnrr per 321,84 milioni, che si aggiungono alle altre 15 opere finanziate dal Pnrr già oggetto dei rapporti Oti degli anni passati.

Complessivamente delle 72 opere monitorate nel 2022: 23 risultano in linea con il programma, 20 hanno subito un ritardo nell’ultimo anno, 9 sono in grave ritardo, 17 sono ancora allo stadio di proposta e 3 sono infine concluse. Entro il 2026, quando dovranno essere spesi tutti i 4,05 miliardi di euro destinati alle 16 infrastrutture piemontesi dal Pnrr. Nel 2030 se ne aggiungeranno altre otto, mentre nel 2032 verrà tagliato il nastro per quattro opere, portando il totale in dieci anni a 33 infrastrutture ultimate.

«Il valore complessivo delle opere che dovrebbero essere concluse entro il 2032 ammonta a oltre 23 miliardi, pari a quasi due punti di Pil regionale per i prossimi dieci anni – ha commentato Marco Gay, presidente di Confindustria Piemonte -. Insieme alle proposte contenute nel piano industriale che abbiamo condiviso con la Regione nel 2021. Competenze e innovazione, accompagnate da infrastrutture materiali e immateriali finalmente al passo con i tempi, sono le condizioni indispensabili per rafforzare il percorso di crescita che questo territorio ha avviato subito dopo il lockdown. Diventa quindi necessario accelerare le procedure per reperire i 10 miliardi che al momento non sono ancora stati erogati su queste opere essenziali per il Piemonte».

In apertura il presidente di Confindustria Novara Vercelli Valsesia, Gianni Filippa, ha spiegato aver voluto ospitare la presentazione del Rapporto «per dibattere e portare all’attenzione dell’opinione pubblica il fatto che il Piemonte sia al centro dei traffici europei, e in particolare i territori novarese, vercellese e biellese che in pochi anni, grazie alla realizzazione di alcune nuove infrastrutture, vedranno un’accelerazione della loro competitività anche internazionale».

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